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lunedì 27 maggio 2019

Il Giovane col Lenzuolo

Questa volta la nostra Carmen mi ha decisamente battuto. Avevo scritto questo post per fornire risposta ad una domanda pervenuta tramite Youtube, ma ero andato completamente fuori tema. Carmen mi ha salvato tramite email e ci tengo a riportare il contenuto integrale del suo messaggio, che spiega il reale significato del simbolo. Lascio comunque il post originale nell'immediato seguito, per la cronaca. Grazie Carmen!


Arcana Ricordo


Vorrei rispondere ad una interessante domanda comparsa su youtube, che riporto qui nel seguito:


Innanzitutto ringrazio Yul Brynner per l'interessante spunto. La domanda si riferisce ad un episodio che secondo il Vangelo di Marco, avviene durante la cattura di Gesù:

Gesù, rivolto a loro, disse: 
«Siete usciti con spade e bastoni 
come per prendere un brigante. 

Ogni giorno ero in mezzo a voi 
insegnando nel tempio e voi non mi avete preso; 
ma questo è avvenuto 
affinché le Scritture fossero adempiute».

Allora tutti, lasciatolo, se ne fuggirono.
 
Un giovane lo seguiva,
coperto soltanto con un lenzuolo; 
e lo afferrarono; 
ma egli, lasciando andare il lenzuolo, 
se ne fuggì nudo. 

[Mc. 14, 48-52]

In effetti si tratta di un dettaglio che non é evidenziato nel video "Acquario, l'Era di Giuda", ma che vale la pena esaminare.



Giuseppe Cesari, Cattura di Cristo






Oggi siamo abituati ad intendere il concetto di Tempo come una entità univoca: una dimensione del crono-topo, che prosegue inesorabile in una sola direzione, con una "velocità" che riteniamo costante. Nell'antichità non era così: il tempo era infatti associato a due entità distinte:

  • il Krónos (il “tempo cronologico”, legato all’esperienza profana) e
  • il Kairós (il “tempo opportuno”, legato all’esperienza del sacro).

Mentre il primo termine si riferisce al tempo cronologico e sequenziale, un tempo sterile e privo di sorprese, il secondo indica un “tempo nel mezzo”, un periodo indeterminato in cui accade “qualcosa di speciale”.

Nell’iconografia, il Chrónos viene rappresentato come un vecchio munito di clessidra, tutt’altro che bonario, il quale, nella sua incessante ciclicità, divora uomini e perfino statue; è la raffigurazione del tempo che corrompe la materia. La rappresentazione del tempo cronologico che, però, ha goduto di maggior successo è ouroboros: il serpente che si morde la coda a significare la ciclicità inesorabile del tempo e la velenosità di riperterlo. 

Il Kairós, invece, è rappresentato da un giovane nudo, coperto solo da un lenzuolo, che corre.
Il tempo Kairós è spesso percepito come un momento di crisi, che è sinonimo sia di pericolo che di opportunità. È, infatti, un tempo durante il quale si ha la possibilità di costruire qualcosa di nuovo da qualcosa di vecchio.

A Traù (l'antica Tragurium romana), Croazia, nel convento delle suore benedettine, c'era uno straordinario bassorilievo che rappresentava il Kairós dal III secolo a.C., vi era raffigurato un giovane nudo, che correva. Il bassorilievo ora si trova al Museo Municipale di Traù. Per gli antichi, Kairós è infatti un ragazzo alato dalla nuca rasata (in modo che, una volta passato, non lo si possa afferrare per la chioma), che corre di continuo, tenendo in equilibrio una bilancia sulla lama di un rasoio. Solo chi è pronto e accorto può afferrare Kairós, il quale, come si è già detto, porta con sé la possibilità del cambiamento.

Antiche fonti letterarie ci parlano di una statua, realizzata dal famoso artista greco Lisippo (IV sec. a.C.), rappresentante la giovane divinità del tempo, alla quale un certo Posidippo di Pella (310-240 a.C.) dedicò un breve componimento. Nel comporre il testo, strutturato come un dialogo, Posidippo immagina che un uomo, entrando in una casa, si imbatta nella statua di Kairós e inizi ad interrogarla sul suo aspetto.

- Di dov'era lo scultore?
- Di Sicione.
- Ed il suo nome?
- Lisippo.
- E tu chi sei?
- Il Momento, signore di ogni cosa.
- Perché stai in punta di piedi?
- Corro sempre veloce.
- Perché hai due ali ai piedi?
- Io volo col vento.
- Perché tieni un rasoio nella destra?
- Come segno, per gli uomini, che io sono più tagliente di ogni lama affilata.
- E perché hai la chioma sul volto?
- Per chi viene incontro, che l'afferri, per Zeus.
- E per quale motivo non hai capelli dietro?
- Una volta che io gli sia sfrecciato accanto sugli alati piedi, nessuno, per quanto lo brami, mi afferrerà da dietro.
- Perché lo scultore ti ha modellato?
- Nel vostro interesse, o straniero, e nell'atrio m'ha posto come ammaestramento.






La risposta di Carmen ci guida correttamente verso la decodifica del Simbolo. La percezione del tempo è altamente soggettiva: in effetti, il tempo della "crisi" trascorre con una progressione del tutto differente rispetto al tempo delle attività: ci avvolge e ci isola, avvicinandoci alla dimensione isocrona propria dell'anima. Il tempo cronologico nei momenti di raccoglimento perde quasi completamente di significato: sembra quasi che il lenzuolo di Kairós ci avvolga separandoci dalla realtà circostante. E' molto dolce coccolarci in questi istanti di perfetto isolamento cronologico; si può meditare e addentrarsi nelle profondità dell'anima; talvolta si può anche guarire. Il Krónos ricompare soltanto quando un evento esterno, o un pensiero "meccanico" ci riporta alla realtà percepita, rompendo l'incantesimo.


Nell'istante esatto della cattura di Gesù, Kairós perde il lenzuolo: si tratta di un segnale confortante ed allarmante allo stesso tempo. Allarmante, perché rivela che da questo istante, l'accesso alla dimensione isocrona viene chiuso. Nel periodo di ascesa delle "bestie", gli equilibri psichici vengono sconvolti: l'anima, che in condizioni normali è permanentemente connessa all'intelligenza suprema che governa l'universo attraverso un segnale elettromagnetico, viene improvvisamente disconnessa e resta isolata entro i confini del corpo fisico individuale. Non si tratta di un processo semplice: può causare un immenso senso di solitudine ed abbandono: «Elì, Elì, lamà sabactàni?». Tuttavia è un processo ampiamente descritto e confermato nei Vangeli: proprio a questo fenomeno allude Cristo, quando annuncia che il vino, ossia lo Spirito che è stato offerto a tutti i discepoli durante le nozze di Canaan, è destinato a venire a mancare:


Vi dico che da ora in poi
non berrò più di questo frutto della vigna,
fino al giorno che lo berrò nuovo con voi
nel regno del Padre mio.



Non si tratta di un brutto dispetto del Padre Eterno: come vedremo nei post futuri, si tratta di un passo avanti indispensabile nel processo di ingresso nel "Regno dei Mille Anni".


Il contatto con la Verità può essere altamente distruttivo, a causa delle elevate energie in gioco: come chi è stato per lungo tempo chiuso in una caverna oscura viene momentaneamente accecato quando, uscendo dalla caverna, percepisce lo splendore della luce esterna, così saremo noi, vissuti per lungo tempo sotto i sette veli di Maya che ci hanno riparato dallo splendore della Verità celeste. Le anime più torbide potrebbero non tollerare la potentissima luce divina ed essere incenerite; la loro incapacità di tollerare tutta quell'energia in una sola volta, le porterebbe a supplicare il Padre di esporli a minori quantità di energia. Ma non essendo ormai più possibile ripristinare il velo di Maya, il Padre potrà solo consentire loro di estendere la loro percezione personale dello scorrere del tempo. In questo modo, la quantità di energia a cui saranno sottoposte istante per istante risulterà inferiore; ma all'interno della loro bolla temporale, quelle anime vivranno la sofferenza eterna: il fuoco della Geena a cui fa riferimento il Cristo.


La perdita del lenzuolo rappresenta un meccanismo analogo: con la cattura di Gesù, Kairós perde il proprio tratto distintivo e Krónos resta l'unica entità a misurare lo scorrere del tempo. Questo significa che da un lato, nessun essere umano potrà più rifugiarsi all'ombra del suo lenzuolo per entrare in contatto con la realtà divina; dall'altro, chi avrà lavorato a sufficienza e sarà riuscito a risuonare con le nuove energie universali, riuscirà a dialogare con la Luce senza bisogno di seguire le indicazioni che Dio stesso a fornito a Mosé: "Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi [...] Mosè allora si nascose la faccia", cioè "esci da Krónos (fermati), abbandona tutti i tuoi ruoli e tutte le idee riguardo a te stesso (togliti i calzari) e non pretendere di farmi domande dirette, perché per proteggerti dalla Mia energia, Io risponderò utilizzando simboli ed archetipi (copriti il volto)". In altre parole ci saranno persone in grado di sopportare la prova del #GrandeAvvertimento ed entrare in una nuova dimensione del colloquio con Dio.