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lunedì 25 febbraio 2019

La Via Crucis del Pantheon di Roma

Siamo in un'epoca strana. Molto tempo fa, Gesù predisse l'arrivo di un tempo in cui le Grandi verità sarebbero state svelate a tutti:

Perciò tutto quello 
che avete detto nelle tenebre, 
sarà udito nella luce; 

e quel che avete detto all'orecchio 
nelle stanze interne, 
sarà proclamato sui tetti.

 [Lc. 12.3]

In effetti, non possiamo non constatare come la facilità di accesso alle informazioni sia oggi più elevata che in qualunque altra epoca storica del passato. Tuttavia, non è ancora giunto il momento in cui le verità saranno proclamate ai popoli, rivelando finalmente i grandi misteri che ci portiamo dietro da millenni: chi siamo, come mai siamo qui, a che scopo avviene tutto questo ...

Oggi assistiamo, con sempre maggior frequenza, ad un fenomeno che è sempre avvenuto in passato: la divulgazione al grande pubblico di grandi segreti, attraverso il linguaggio dei simboli. Dico che è sempre avvenuto, perchè i Vangeli stessi sono nati per fornire all'Uomo un formidabile strumento di autoindagine ed auto-conoscenza. Le favole, come ho già avuto modo di dire, vengono raccontate ai bambini, ma sono strumenti potentissimi, su cui vale la pena meditare, perchè contengono il segreto della nostra essenza. E per favole non sto indendendo soltanto Pinocchio e Biancaneve, ma anche i blockbuster cinematografici.

I misteri legati alle Scritture vengono rivelati attraverso manovre accuratamente programmate, con la benedizione dei mass media, che incoronano l'autore giusto al momento giusto: non crediate che Mauro Biglino e Dan Brown abbiano raggiunto la notorietà in piena autonomia, senza un appoggio, diretto o indiretto, di almeno una parte delle più alte cariche ecclesiastiche! Si tratta di azioni necessarie, per solleticare la coscienza collettiva, stimolandone l'ascesa verso un nuovo e più elevato livello di autoanalisi.

Il motivo per cui la Chiesa non prende posizioni ufficiali favorevoli a questi autori è a mio avviso di carattere psicologico: le informazioni che ci vengono trasmesse verbalmente da qualcuno, non mettono quasi mai radici. Perchè un'idea attecchisca in un individuo, quindi metta radici e porti frutto, è essenziale che quell'individuo se la sia guadagnata: è necessario che abbia sostenuto un minimo sforzo. Tuttavia, nessuna idea deve essere considerata un punto di arrivo, quanto un punto di partenza verso ipotesi più coraggiose, che estendano ulteriormente gli orizzonti.

Lo stesso discorso vale per i simboli nelle Chiese, che sono sempre state utilizzate per rivelare ai fedeli, attraverso l'arte, segreti che non potevano essere trasmessi a parole. Il Pantheon è uno degli edifici più antichi e meglio conservati al mondo. Celeberrimo per aver ospitato per millenni la cupola più grande del mondo (quasi 43,5 metri di diametro, costruita in calcestruzzo), è un capolavoro di ingegneria. Durante gli equinozi, la luce solare che penetra dall'"oculus", la grande apertura al centro della cupola, assume una configurazione molto particolare, che rivela la possibilità di impiegare l'intero edificio come una meridiana. In età romana, il tempio era usato per il culto di tutti gli Dèi. Nel 609 D.C., Papa Bonifacio IV lo trasformò in una Chiesa Cattolica.

Quale migliore sede per la rivelazione di un "segreto da mettere sotto gli occhi di tutti"?

Nel 2011, il Pantheon è stato dotato di una Via Crucis. Già di per sè, è incredibile che la Chiesa non fosse fornita di una via Crucis, dal momento che è stata un tempio Cattolico per di 1.400 anni. Ma la particolarità di questa via Crucis è degna di attenzione.

Si tratta di 14 tavole bronzee, aventi dimensione pari a 80 x 80 cm., realizzate dallo scultore Federico Severino e di Don Angelo Pavesi, che ha fornito la consulenza teologica necessaria alla realizzazione dell'opera.

Riporto qui di seguito la tavola N. 2:


Pantheon - Via Crucis
Tavola II: Gesù è caricato della Croce

Dal punto di vista visivo, le tavole sono abbastanza angoscianti, ma a parte ciò che suscitano, presentano numerosi elementi strani:
  1. in 12 delle 14 tavole, tutte, tranne la prima e l'ultima, Gesù è sulla Croce;
  2. il corpo del Salvatore non appare mai: in compenso, compare la sua testa, raffigurata sempre al centro della croce;
  3. la testa è sempre circondata da una corona di spine, che non appoggia mai sul capo, ma lo accerchia;
  4. in poche occasioni, la croce è perpendicolare al terreno: normalmente è inclinata, in alcuni casi addirittura rovesciata;
  5. i due ladroni non compaiono mai: al contrario, in alcune tavole, due sigilli compaiono agli estremi del lato corto della croce;
  6. nelle tavole dove la croce è rovesciata, compare un agnello, lungo lato lungo della croce, vicino alla testa di Gesù;
  7. il Golgotha, il monte sul quale sarebbe stata innalzata la Croce di Cristo, non appare mai, dal momento che in tutte le tavole, la terra appare piana.
La Via Crucis del Pantheon
le Miniature delle 14 Tavole

Si tratta dell'opera artistica che più di ogni altra, raffigura la Passione di Cristo in maniera estremamente somigliante a come essa appare nel video "La Passione", che riporto nel seguito.




Relativamente ai sette punti evidenziati poco fa:
  1. La Croce è costituita dall'intersezione tra l'eclittica e l'equatore galattico. I bracci della Croce non sono ortogonali, ma formano un angolo di 62°, ripreso da Leonardo nell'Uomo Vitruviano; il Sole appare costantemente allineato con la Croce Celeste
  2. Del corpo del Salvatore è possibile vedere soltanto il volto, corrispondente al disco solare;
  3. La Luna, allineandosi alla congiungente Terra-Sole, oscura quasi (si tratta di una eclissi anulare) completamente il disco del Sole, colorando il cielo di luce rossastra (manto porpora) e mettendo in luce la corona solare (corona di spine);
  4. Nessuno dei bracci della croce si mantiene perpendicolare al terreno, via via che il fenomeno si sviluppa;
  5. I due ladroni sono i pianeti Venere e Mercurio, che non brillano di luce propria, ma in quanto "ladroni" della luce del Sole: essendo vincolati al piano eclittico, compaiono sull'eclittica, che costituisce uno dei due bracci della croce, a destra e a sinistra del Sole;
  6. L'eclittica taglia le costellazioni zodiacali, tra cui l'Ariete, l'agnello, che si trova a 30° circa dalla Croce Celeste;
  7. L'eclittica, oltre a costituire uno dei due bracci della croce, è anche il "monte" su cui la Croce Celeste viene innalzata: il Golgotha non compare direttamente.

Chi volesse esaminare in dettaglio le foto delle 14 tavole, può scaricare il volume con cui l'opera è stata presentata, a questo link, oppure cliccando sulla foto della 2a stazione nei quick-link sulla colonna destra del blog (visibile in modalità desktop).

5 commenti:

fabio ha detto...

Secondo quanto afferro delle tavole del Pantheon, trovo che siano mirabilmente incise, ma un po’ povere: il linguaggio artistico non si conforma a quello arcaico, e un discorso chiuso fra lo scalpellino e il suo committente, linguaggio che ad esempio, Il Divin Poeta, o l’eclettico Da Vinci avevano mostrato di saper utilizzare con una certa disinvoltura. Sarebbe interessante interpellare l’artista. Proviamo a farlo?
Apprezzabile il tuo contributo qui su PE rispetto al parallelismo fra l’Ultima Cena leonardesca e il ciclo delle costellazioni.

Arcana Ricordo ha detto...

@Fabio

Condivido la tua opinione circa la difficoltà di decifrazione di quest'opera; d'altra parte, essa parla in forma visiva un linguaggio molto vicino a quello dei Vangeli: nei testi, le descrizioni dei luoghi, degli episodi della vita del Cristo, delle figure che appaiono al Suo fianco, sono assolutamente scarni. Ho già avuto modo di osservare che a mio avviso questa caratteristica è quella che rende possibile la lettura in chiave astronomica ed astrologica: l'assenza chiara ed evidente di elementi storici e narrativi che dovrebbero a buon senso essere presenti, permette di individuare i passi che celano un codice. Lo stesso mi pare possa valere per quest'opera, che a me continua a suscitare sgomento.

Per quanto riguarda il contatto dell'autore, ho in programma un post focalizzato più sulla storia di quest'opera e sui suoi segreti: in quell'occasione, potrebbe essere interessante fornire anche un punto di vista dell'artista sulle tematiche che affrontiamo qui.

Nella cronologia del blog sono già presenti diversi post che hanno per tema l'ultima cena, raggiungibili cliccando sulla minuatura del cenacolo, sulla destra. Riporto comunque gli indirizzi, per comodità:

[1]. http://profezieevangeliche.blogspot.com/2012/12/la-festa-degli-azzimi.html
[2]. http://profezieevangeliche.blogspot.com/2012/12/lultima-cena.html
[3]. http://profezieevangeliche.blogspot.com/2018/02/acquario-lera-di-giuda.html

Il terzo potrebbe anche essere una sede appropriata per intavolare, nei commenti, una discussione sui contenuti delle clip "Acquario: l'Era di Giuda".

Ti auguro una buona serata.

Jeremy ha detto...

Croce storta, croce rovesciata, croce con i bracci inclinati ... ma vogliamo portare un po' di rispetto???

fabio ha detto...

Sì, quei tuoi contributi sull'era dell'Acquario sono davvero intriganti. per il esto devo dire che sono davvero curioso di interpellare l'artista, vorrei comunicargli la mia disapprovazione. Nel giudizio secco sposo la chiosa di @Jeremy e ci metto pure l'apostrofo: osceno.

Arcana Ricordo ha detto...

E' vero, direi che potrei associarmi anche io. Ma in gran parte questa posizione di forte rifiuto deriva dalle nostre abitudini. Il punto è cercare di vedere le cose con obiettività. Il Vangelo è molto evasivo in merito alle caratteristiche della Croce: dimensioni, pesi, materiali, forma, ecc. non vengono mai specificati.

I crocifissi di tutto il mondo ritraggono minuziosamente pesanti chiodi che trafiggono le mani ed i piedi del Signore. Se dovessimo meticolosamente tradurre in immagini tutti i testi dei Vangeli, non saremmo autorizzati a mostrare quei chiodi, dal momento che l'unico motivo per cui ipotizziamo che siano stati usati sono le parole di San Tommaso: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi [...] io non crederò". A mio avviso è molto curioso che Tommaso avesse la certezza che il corpo del Signore risorto dovesse mostrare i segni dei chiodi: per quale motivo? Ma non era guarito da tutte le ferite?

L'aspetto importante, quello su cui dobbiamo focalizzare l'attenzione, sono i "segni" sulle mani, non i chiodi. Dobbiamo concentrarci sulla croce, non sulla sua forma, sul materiale di cui è costruita. Le informazioni che ci hanno spinto a considerare la croce come un pesante oggetto fatto di legno robusto, avente bracci pressapoco ortogonali, sono state attinte dalla cultura romana dell'epoca.

Non si tratta di aspetti secondari: perchè i Vangeli dovrebbero aver trascurato di raccontare aspetti così importanti del supplizio di Cristo?

Per colmare le lacune presenti nei testi, nel corso dei secoli sono state proposte croci molto particolari. Per esempio, nelle Chiese collocate lungo il cammino di Santiago de Compostela, i crocefissi hanno i bracci inclinati verso l'alto: per intenderci, assomigliano ad una Y sovrapposta ad una I. Questa forma particolare ricorda l'impronta a terra della zampa di un'oca: non è un caso se il cammino di Santiago è proprio il luogo dove è nato il "gioco dell'oca" [1].

Anticipo una possibile domanda dicendo che non ho una risposta in merito alla presenza delle stimmate sul corpo del Salvatore. I Vangeli sono un unico, grande enigma: un indovinello a cui è possibile dare risposta soltanto con il disincanto e la meraviglia proprie del bambini. E' molto complicato recuperare quella capacità di visione, quella libertà di interpretazione che avevamo da bambini, ma credo che sia indispensabile.

[1] http://spuntieappuntivari.blogspot.com/2012/10/il-cammino-di-santiago-e-il-gioco.html