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venerdì 22 maggio 2020

La "Cronologia"


L'articolo determinativo indica che ciò di cui parliamo non è la cronologia di un evento qualsiasi, ma dell'Evento, con la maiuscola. Parliamo della cronologia dell'Apocalisse. Ho trovato molto materiale sul web, dal momento che molti si sono prodigati nel fornire le proprie spiegazioni e proposte a tal riguardo e ho capito che può essere il momento di illustrare una teoria che mi passa per la testa da diverso tempo.

Non è un caso se uso il termine "teoria": anche se la costruzione sostanziale mi convince abbastanza, nel momento in cui si cerca di fare riferimento a delle date precise, proiettando la teoria su un determinato arco temporale, iniziano ad emergere le incongruenze. Questo è il motivo per cui la mia natura prudente mi ha finora impedito di esporre i contenuti che seguono.


Arcana Ricordo



Quanto dura un giorno di vita di Gesù?

Ho già illustrato in passato, in particolare nel film "Il Presepe Celeste", la teoria secondo cui la vita di Gesù illustrata nei Vangeli possa avere una corrispondenza con l'ultimo emiciclo precessionale.




Tralasciando aspetti che vengono ben chiariti nel film, qui mi limito a ricordare le relazioni temporali che costituiscono il fondamento della teoria:

  • 1 giorno di vita di Gesù equivale ad 1 anno terrestre
  • 1 anno di vita di Gesù equivale a 360 anni terrestri
  • 6 anni di vita di Gesù equivalgono ad 1 Era Astrologica (2.160 anni)

Queste relazioni spiegano in maniera eccellente gli unici due riferimenti presenti nei Vangeli in cui viene menzionata l'età di Gesù:


La prima delle due indicazioni fa riferimento al periodo intercorso tra la Nascita di Gesù, che nella proiezione astronomica è avvenuta al termine dell'Era della Vergine (segno anticamente chiamato "Casa del Pane", in ebraico Beth-le-hem, cioè Betlemme) e l'ingresso nell'Era dei Gemelli, a cui corrisponde Gerusalemme (nel nome Gerusalemme si riscontra una connessione etimologica con i nomi delle divinità Cananee Shalim e Shahar, che erano appunto gemelli). Questo periodo, avente durata pari a due Ere Astrologiche, è rappresentato nella figura seguente dalla freccia più corta.

La seconda indicazione fa riferimento al tempo intercorso tra la nascita di Gesù e l'ingresso nell'Era dei Pesci, a cui corrisponde la località "Beth-saeda" - in Italiano "Casa del Pesce" - patria di Simon Pietro e località dove, appena compiuti i trent'anni, Gesù incontra i primi discepoli. Questo periodo, avente durata pari a cinque Ere Astrologiche, è rappresentato dalla freccia più lunga.


Le Età di Gesù: 12 e 30 anni
(La rotazione precessionale è raffigurata in senso antiorario
perché il punto di vista è al di sotto del piano eclittico)

E' utile osservare che i due passi sopra citati sono gli unici in tutti i Vangeli in cui viene menzionata l'Età di Gesù: sembrano proprio dei marcatori inseriti apposta per consentire la convalida della teoria appena illustrata. Ricordiamo anche che la presunta età di 33 anni a cui il Salvatore sarebbe morto e risorto non è presente nei canonici.



E' abbastanza noto che al tempo di Gesù, i Romani suddividevano il giorno in 12 ore e la notte in quattro periodi di tre ore ciascuno, chiamati "vigilie". Anche le ore diurne erano accorpate in quattro periodi di tre ore ciascuno, chiamati rispettivamente "Primo Mane", "Multo Mane", "Meridianus Tempus" e "Post-Meridianus Tempus". Le quattro vigilie notturne, oltre ad essere chiamate I, II, III e IV Vigilia, prendevano anche i nomi "Vesper", "Prima Nox", "Multa Nox" e "Suprema Nox":



Ripartizione Oraria del Giorno e della Notte ai Tempi di Gesù


C'è una differenza sottile rispetto alle convenzioni a cui siamo abituati. Noi utilizziamo i marcatori orari come "delimitatori" dei diversi intervalli temporali aventi la durata di un'ora, affidando poi al calcolo dei minuti la specificazione del tempo trascorso dallo scatto dell'ultimo marcatore. Se diciamo "sono le 18 e 34", intendiamo dire che sono trascorsi 34 minuti dalle ore 18.00. Se diciamo invece "sono le ore 18.00", intendiamo che all'istante presente è in corso la transizione dall'ora identificata dal numero 17.00 all'ora identificata dal numero 18.00. I romani al contrario utilizzavano l'hora come un marcatore essa stessa: l'espressione "hora IV" identificava - a rigore - tutto il periodo per noi compreso tra le 9.00 e le 10.00 del mattino. Nei ragionamenti che seguono, ho inteso l'espressione "hora IV" come una indicazione dell'istante di termine dell'ora IV, cioè le 10.00 del mattino. Il motivo sta in considerazioni di simmetria: la narrazione evangelica chiarisce che gli eventi più significativi avvengono all'ora terza, sesta e nona e mi è parso più "elegante" stilisticamente, identificare questi orari rispettivamente con le ore 9.00, 12.00 e 15.00. Del resto, per secoli questa stessa regola è stata usata anche dalla Chiesa.

Il giorno ordinario della figura evangelica di Gesù, può essere proiettato sull'anno solare, tenendo conto che la cultura cristiana è fortemente radicata nell'emisfero australe, dove il Sole è "debole" e "pallido" durante il solstizio d'inverno ed è "forte" e "vigoroso" durante il solstizio estivo. L'aumento della luminosità e del calore del sole nei periodi invernale e primaverile, corrispondono alle fasi dell'infanzia e della giovinezza della vita; mentre il ritorno al freddo e all'oscurità dei periodi estivo ed autunnale, corrispondono alle fasi della maturità e della vecchiaia. Ogni anno, il Sole rinasce a nuova vita, sperimentando, nel corso della propria "giornata", tutte le fasi che l'uomo sperimenta durante la propria esistenza.


Proiezione del Giorno di Gesù sull'Anno Solare



Anche per questi aspetti il filmato segnalato all'inizio del post può fornire adeguati approfondimenti e spunti di riflessione.



Sono certo che i lettori più attenti non abbiano mancato di osservare come la Passione di Cristo sembri durare in effetti meno di tre giorni. Avendo collocato temporalmente la cattura alla sera del giovedì e la resurrezione alla Domenica mattina, è lecito ritenere che l'intera vicenda si esaurisca in poco più di due giorni. Tuttavia, lo stesso Gesù è molto esplicito relativamente alla durata di questa complessa transizione:

Poi cominciò a insegnare loro che era necessario
che il Figlio dell'uomo soffrisse molte cose,
fosse respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti,
dagli scribi, e fosse ucciso

e dopo tre giorni risuscitasse.


Come si spiega questa contraddizione sulle durate? In realtà la contraddizione non c'è, per due motivi. Il primo, è che l'inizio della Passione dovrebbe essere collocato non al momento della cattura, ma al momento della celebrazione che la precede e che riveste di sacralità tutti gli eventi seguenti: l'Ultima Cena. In secondo luogo, il Vangelo di Marco (che secondo gli esegeti è il più antico e dunque forse il più affidabile) riferisce che gli eventi che seguirono la Resurrezione di Gesù, ossia la Pentecoste e l'Ascesa al cielo, avvennero entro la stessa domenica di Pasqua.

Ho provato a riportare la cronologia dei tre giorni della Passione su uno schema a spirale, evidenziando l'orario (ipotizzato, dove non direttamente disponibile) relativo agli eventi più significativi. Il codice dei colori permette di identificare il livello di criticità del periodo: dal tenue e rassicurante azzurro si passa ad un sofferto rosso e ad un opprimente nero, che corrisponde al periodo di permanenza nel sepolcro.


I Giorni della Passione



Non senza sorpresa, mi sono trovato ad identificare 12 eventi principali, che riportati sullo schema hanno mostrato una singolare "simmetria": non mi soffermo comunque su questo punto, dal momento che ho scelto arbitrariamente l'orario di alcuni eventi. Gli eventi evidenziati sono:

  • Ultima Cena Il primo giorno degli Azzimi, quando si sacrificava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?» 
     [Mc. 14, 12] 
  • Cattura e processo di fronte al Sinedrio In quell'istante, mentre Gesù parlava ancora, arrivò Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una folla con spade e bastoni, inviata da parte dei capi dei sacerdoti, degli scribi e degli anziani. 
     [Mc. 14, 43] 
  • Consegna a Pilato La mattina presto, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, tenuto consiglio, legarono Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. 
     [Mc. 15, 01] 
  • Crocifissione Era l'ora terza quando lo crocifissero. 
     [Mc. 15, 25] 
  • Tenebre Venuta l'ora sesta, si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. 
     [Mc. 15, 33] 
  • Rese lo Spirito Gesù, emesso un gran grido, rese lo spirito. E la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. 
     [Mc. 15, 37-38] 
  • Chiusura del sepolcro Questi comprò un lenzuolo e, tratto Gesù giù dalla croce, lo avvolse nel panno, lo pose in una tomba scavata nella roccia; poi rotolò una pietra contro l'apertura del sepolcro. 
     [Mc. 15, 46] 
  • Resurrezione Ma egli disse loro: «Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato; non è qui; ecco il luogo dove l'avevano messo. 
     [Mc. 16, 06] 
  • Apparizione a Maddalena Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demòni. 
     [Mc. 16, 09] 
  • Apparizione ai due discepoli Dopo questo, apparve in modo diverso a due di loro che erano in cammino verso i campi. 
     [Mc. 16, 12] 
  • Pentecoste Poi apparve agli undici mentre erano a tavola e li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risuscitato. E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno». 
     [Mc. 16, 14-18] 
  • Ascensione Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 
     [Mc. 16, 19] 

I tre giorni della Passione di Gesù possono essere quindi proiettati su un periodo di tre anni, estraendo una serie di date per gli eventi più significativi. I solstizi invernale ed estivo corrispondono rispettivamente a mezzanotte e mezzogiorno. Gli equinozi primaverile ed autunnale, agli orari in cui mediamente si verificano alba e tramonto.


I Giorni della Passione - Proeizione su tre anni terrestri



A questo punto diviene meno remota la costruzione di un parallelismo tra i Tre Giorni del Cristo e la durata della Grande Tribolazione, che secondo il Profeta Daniele è pari a milleduecentonovanta giorni (grazie Fabio!) mentre secondo l'Apocalisse di San Giovanni è pari a milleduecentosessanta giorni.

Nota per il lettore: in effetti c'è una inesattezza in quello che ho scritto nel seguito, dal momento che Daniele chiarisce che i 1.260 giorni vanno contati a partire dall'elevazione dell'abominio della desolazione, mentre ho ipotizzato che questo evento potesse avvenire in una fase successiva ...

A mio avviso, i tre anni della Passione sono parte dei tre anni e mezzo di Tribolazione: ne costituiscono il nocciolo. Come stiamo per vedere, esiste anche un tema di alterazione della percezione dello scorrere del tempo, che rende difficile individuare con sicurezza dei riferimenti temporali certi. E' comunque indispensabile approssimare a 360 giorni la durata dell'anno terrestre: una operazione che nelle Scritture avviene con una certa regolarità. Mantenendo fermi questi punti, lo schema permette di trarre alcune conclusioni:

  • Esistono vari livelli di "Tribolazione", che corrispondono ai livelli di sofferenza che Nostro Signore sperimenta nel racconto evangelico. Il percorso che porta alla croce è un cammino iniziatico dove ogni sofferenza ha la funzione di espiare ogni peccato - o per dirla in termini psicanalitici - di risolvere ogni trauma, rivivendo gli eventi che l'hanno scatenato. Si tratta pertanto di un percorso in salita, con livelli di difficoltà sempre maggiori, ma in cui ciascun livello può essere affrontato con cuore più leggero rispetto ai precedenti, grazie alla progressiva liberazione sperimentata via via che si progredisce.

  • Lo
    squarcio del velo del tempio Gesù, emesso un gran grido, rese lo spirito. E la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. 
     [Mc. 15, 37-38] 
    è l'evento che ha ispirato la teoria del Salto dell'Era dell'Acquario: il tempio è la Terra, in cui la vita glorifica Dio, mentre il velo è il cielo stellato, che viene squarciato
    quando Gesù torna al Padre le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno scrollate. 
     [Mc. 13, 25] 
    . In effetti il Salto dell'Era dell'Acquario non corrisponde ad una "semplice" alterazione dell'inclinazione dell'asse terrestre, che porterebbe ad un istantaneo - quanto apparente - annullamento dell'Era di Giuda, ma ad una vera e propria alterazione dello spazio-tempo, o del nostro modo di percepirlo. La volta celeste, con tutti gli astri che la popolano, sembra lacerarsi e cadere a terra come un immenso tendone da circo (con grande soddisfazione dei terrapiattisti!): è l'errore delle Stelle a cui si fa riferimento nel Vangelo di Giuda.

  • Lo sconvolgimento dei cicli temporali ordinari si evince anche dalle parole del Profeta Daniele, che parla di abolizione del sacrificio quotidiano e innalzamento dell'
    abominio della desolazione Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata l'abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni. 
     [Daniele 12, 11] 
    . Nell'espressione sacrificio quotidiano, la parola chiave è "quotidiano": durante la tribolazione viene a mancare il ciclo ordinario di alternanza giorno/notte, che ci permette di utilizzare serenamente questo aggettivo. Il "sacrificio" è infatti la semplice glorificazione dell'Opera Divina che ognuno di noi porta a termine quotidianamente portando avanti la propria esistenza ed offrendola (consapevolmente o meno) al Signore. L'espressione abominio della desolazione indica ciò che durante la tribolazione appare al posto del Sole. La luce (spirituale o materiale) dell'astro è venuta meno e al suo posto è comparso qualcosa di orribile ed oscuro.

  • Il periodo nero della Tribolazione, corrispondente alle circa 33 ore che intercorrono tra la morte del Signore e la Sua Resurrezione, tradotto su scala anno@360, risulta pari a 495 giorni (360 * (33/24) = 495). Nel Vangelo di Matteo, Gesù ricorda a Pietro che è necessario perdonare
    settanta volte setteAllora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» E Gesù a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
    [Mt. 18, 21-22]
    , cioè 490 volte (un numero sul qualeha in passato riflettuto anche il nostro Fabio). Il parallelo mette in luce come il perdono costante e ripetuto di ogni torto subito, costituisca l'unico modo per sopravvivvere: non a caso, il Signore persiste insistentemente nel perdonare i Suoi persecutori,
    fino al Suo ultimo respiro Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 
     [Luca 23, 34] 
    .

  • Non è immediatamente possibile rendersi conto che la Resurrezione è avvenuta: nei processi creativi, tutto si genera sui "piani sottili", poi inizia lentamente a propagarsi nei diversi livelli di realtà. Gli Apostoli impiegano almeno mezza giornata a rendersi conto che il Signore è risorto e soltanto quando riescono ad accettare l'evento, Egli appare loro. Anche chi vive i tempi della Tribolazione deve avere molta pazienza: d'altra parte, lo stesso Profeta Daniele
    consiglia di non aver fretta Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni! 
     [Daniele 12, 12] 
    !




Difficile collocare questi eventi su una linea temporale fissando delle date. Anzi, si tratta pure di un esercizio pericoloso, fortemente sconsigliato da Gesù stesso, che ammonisce
vegliate State in guardia, vegliate, poiché non sapete quando sarà quel momento. 
 [Mc. 13, 33] 
!

La geometria dell'Eclissi del 21 Giugno 2020 e le sue correlazioni simboliche con la Passione, inducono a fare una prova: proviamo a proiettare la cronologia degli Ultimi sugli anni che stiamo vivendo, utilizzando questo evento astronomico come marcatore temporale. Tranquilli, è solo una prova. Sembra ragionevole collocare l'eclissi in corrispondenza del versetto che meglio la rappresenta dal punto di vista simbolico: la discesa su tutto il paese delle
tenebre Venuta l'ora sesta, si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. 
 [Mc. 15, 33] 
: questa correlazione appare particolarmente riuscita, dal momento che l'eclissi avviene il giorno del solstizio d'estate, che come abbiamo visto corrisponde proprio all'ora sesta.

Questa collocazione temporale dell'evento astronomico, permette di identificare l'inizio della Tribolazione con l'autunno dell'anno 2019: il tempo in cui ha avuto origine il fenomeno coronavirus, che ha caratterizzato lo scorso inverno e la primavera che stiamo vivendo. Percorrendo strade diverse, altri sono arrivati alle stesse conclusioni: Don Livio Fanzaga, per esempio, ne ha parlato addirittura prima della diffusione del virus a livello mondiale. Se questa ipotesi fosse corretta, il culmine della trasformazione dovrebbe avvenire con la prossima eclissi e la transizione completarsi entro l'anno 2022. Anche i messaggi mariani ricevuti da diversi veggenti nel mondo (in Italia abbiamo la Regina del Rosario di Trevignano Romano, la Madonna Addolorata del Perdono di Cavarzere e le Rivelazioni dal Colle del Buon Pastore di Carbonia) chiariscono che "questo è il tempo della Tribolazione" e preannunciano tempi di grande confusione. 

Non sto dicendo che il 21 Giugno si scatenerà l'Apocalisse: nulla autorizza a trarre una simile conclusione, anche perché il Vangelo chiarisce che "soltanto il Padre conosce il giorno e l'ora". Personalmente, mi limito ad osservare, dando un'occhiata di tanto in tanto alle teorie che ho appena esposto, ma provando sempre un senso di profonda gratitudine per poter essere testimone di questa epoca così densa e così complessa.



mercoledì 13 maggio 2020

Deuteronomio 17

C'è un passo biblico, che vorrei usare come spunto per una considerazione di carattere più generale:

Se in mezzo a te, in una delle città
che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà,
si troverà un uomo o una donna che fa
ciò che è male agli occhi del SIGNORE tuo Dio,

trasgredendo il suo patto,
che segue altri dèi per servirli e prostrarsi davanti a loro,
davanti al sole o alla luna o a tutto l'esercito celeste,

cosa che Io non ho comandato,

quando ciò ti sarà riferito e tu l'avrai saputo,
fa' un'accurata indagine;

se è vero, se il fatto sussiste,
se una tale abominazione è stata realmente commessa in Israele,

farai condurre alle porte della tua città quell'uomo o quella donna
che avrà commesso quell'atto malvagio
e lapiderai a morte quell'uomo o quella donna.

[Dt. 17, 2-4]

Mi preme particolarmente chiarire che i contenuti che questo blog propone, analogamente ai filmati, non devono e non possono essere confusi per un tentativo di attribuire ai corpi celesti qualità divine. In uno Stato laico, ognuno può vivere la fede, oppure rinunciare a viverla. Oggi va di moda dichiararsi "atei", senza sapere che la questa parola non ha alcun senso, dal momento che secondo la Bibbia, come secondo il credo Cristiano, Dio è in "tutte le cose visibili ed invisibili". Non credere in Dio significa pertanto non credere alla luce del giorno, al pasto che ho appena consumato, ma anche all'emozione che sto provando in questo preciso momento.


Come dice il passo del Deuteronomio, tuttavia, questa permanenza della divinità nelle manifestazioni del cosmo, non autorizza ad assurgere queste ultime al concetto di Dio. Non è raro trovare in rete superficiali interpretazioni astronomiche delle Scritture che si limitano a declamare: "Gesù è simbolo del Sole", o altre "amenità" del genere. A mio avviso, è vero l'esatto opposto: la religione ci aiuta a formarci una immagine mentale di ciò che esiste al di là del percepibile; di ciò che avvertiamo senza poterlo raggiungere, né definire. Quel qualcosa, quella fonte di conoscenza, di intelligenza e di futuro, è parte di noi stessi e noi ne siamo parte. La Bibbia ci aiuta semplicemente a riconoscere quella parte di noi e a darle un nome: Dio.


Ma si dà il caso che quella parte sia anche la sorgente dell'intelletto, delle facoltà creative che hanno dato origine al nostro mondo, e che costantemente ci aiuta a creare il nostro futuro. Non è inevitabile che quella nostra parte, la Bibbia (che la descrive) ed il nostro mondo (in cui essa si riconosce) si assomiglino? Questa somiglianza è precisamente il punto di partenza che ha permesso, a me, ma anche a tanti altri prima di me, di evidenziare alcuni "parallelismi", frutto di intuizioni, tra le Leggi del cielo stellato e le vicende narrate nelle Scritture.


Ora uno potrebbe chiedersi: "da dove nascono queste intuizioni"? Insomma, che bisogno c'era di andare a tracciare nuove correlazioni tra concetti che già di per sé sono autoconsistenti?



Recentemente mi è capitato di ascoltare su youtube una conferenza del filosofo Umberto Galimberti, che parla del "sacro". Pur non riuscendo a sposare interamente il suo punto di vista, mi è parsa illuminante la presentazione che fa del concetto di Sacro. Si tratta di concetti che mi erano già noti, essendo stato un appassionato lettore delle opere di Igor Sibaldi, ma che Galimberti spiega con una cura particolare:

Sacro è una parola indoeuropea che vuol dire "separato" e fa riferimento a potenze che gli uomini avvertono come superiori a loro: in qualche modo le temono e al tempo stesso ne sono attratti, come lo si può essere per l'origine da cui sia provenuti
Che cos'è questo sacro? Il sacro è caratterizzato dalla confusione di tutti i codici: il "sacro" è [la contaminazione del] benedetto e maledetto, del bene con il male, del giusto con l'ingiusto, del vero con il falso: in un certo senso, è la proiezione della nostra follia su un grande schermo. Attraverso il sacro, l'umanità proietta la follia che ospita dentro di sé.
[...]
Allora succede che per contenerci da questa ambivalenza, da questa polivalenza di significati che è il sacro, abbiamo dovuto inventare la Ragione, la quale si fonda su quel principio cardine che il "principio di non contraddizione", che dice che una cosa e se stessa e non altro.
La Ragione dice la verità? No, la ragione non dice la verità: la verità abita il sacro. Una cosa è se stessa, ma anche altro! Lo sanno bene i bambini, che non essendo arrivati all'età "della Ragione", utilizzano le cose secondo una molteplicità di accezioni e di significati. Per cui bambini vanno continuamente "curati", perché non essendo arrivati all'età "della Ragione", non stanno al principio di una contraddizione: non dicono "il bicchiere è il bicchiere e non altro"; il bicchiere diventa tante cose, anche pericolose: c'è un' "oscillazione di significati".
Questa fuoriuscita dalla Ragione è una caratteristica anche dai poeti: quando Leopardi dice "dimmi che fai tu Luna in ciel", dal punto di vista logico-razionale si sa benissimo cosa fa la Luna in cielo: gira intorno alla Terra, come la Terra gira intorno al Sole. La domanda non ha nessun senso, però acquista senso alla sola condizione che io faccia "oscillare" la parola "Luna", che prima era "un satellite e nient'altro": ora smargino su questo "nient'altro" e dico che "la Luna è la Luna, ma anche un'interlocutrice". Solo con questa smarginazione, con questa aggiunta di significato si giustifica il testo poetico di Leopardi e soprattutto la sua domanda "dimmi che fai tu Luna in ciel".
Mi sembra evidente che ciò di cui parla Galimberti sia una caratteristica umana: la capacità di confusione di significato che permette di intravedere in qualche cosa anche "altro". L'ultimo paragrafo che ho riportato è quello che dà il senso di ciò che abbiamo cercato di fare qui: dare una risposta alla domanda del Leopardi. Dare cioè un senso, un significato, ai movimenti deterministici della macchina celeste.


A mio avviso questo tentativo di attribuzione di significato è quello che ha determinato anche la nascita delle mitologie e delle religioni di ogni epoca. Dalla iniziale contaminazione dei significati, è nato un nuovo ambito di significati, che è poi affiorato al livello della Coscienza ed infine classificato opportunamente dalla Ragione. Questo secondo me, è esattamente il processo alla base della generazione della conoscenza.




Nel filmato "l'eclissi del 21 Giugno 2020", parte II, ho proposto una interpretazione alternativa dell'episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, evidenziando come il moto progressivo del Sole attraverso lo Zodiaco abbia consentito all'astro di dividere sia i 5 pani, ossia la costellazione della Vergine, sia i 2 pesci che popolano l'omonima costellazione. L'atto divisorio realizzato dal Sole tramite il movimento viene arricchito di significato dalla coscienza, che intravede in esso il senso stesso del tempo e dell'esistenza. Questo significato costituisce il "nutrimento" per le 5.000 stelle del cielo, "suddivise a gruppi di 100 e di 50", ossia in costellazioni.




Riconoscendo significato negli astri e nell'universo circostante, l'uomo vi ha proiettato parti di sé e l'analisi di quelle parti riflesse gli ha permesso di conoscere meglio se stesso.


Nella sua presentazione, Galimberti conclude con deciso attacco verso la cultura occidentale, troppo influenzata dal Cristianesimo, che a suo dire ha lavorato per promuovere la Ragione, condannando le manifestazioni di carattere culturale e popolare che costituivano una valvola di sfogo collettiva, ai fini dell'espressione di quel carattere di follia insita nell'essere umano. Mi sto riferendo alle tradizioni del mondo greco come la falloforia in onore del Dio Dioniso o i baccanali di epoca romana, oggi definitivamente scomparse - almeno in forma di manifestazioni religiose - e di cui restano forse alcuni tiepidi ricordi nel carnevale. Le argomentazioni di questo tipo non mi appassionano, specialmente quando sono usate per condannare il Cristianesimo. Ma è pur vero che il Cristianesimo ufficiale non riconoscerebbe mai la validità delle argomentazioni che proponiamo qui. Diciamo che mi piace l'idea di star forse contribuendo al mantenimento in stato "aperto" di una porta che l'ortodossia religiosa e scientista preferisce mantenere chiusa.