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A differenza di quanto accade nei blog di news in tempo reale, dove il rapido invecchiamento delle notizie fa sì che l'argomento del giorno sia destinato ad essere ben presto archiviato, qui ci muoviamo in maniera differente: i post trattano "argomenti" su cui è possibile riflettere e di cui è possibile discutere: per questo motivo non è raro che un post venga aggiornato, o venga integrato attraverso i commenti degli autori o dei visitatori. L'obiettivo è arrivare alla costruzione di un quadro generale sempre più accurato e sempre più preciso. Un grazie a chi vorrà partecipare con commenti ed osservazioni.

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giovedì 7 marzo 2019

Confronto fra criteri differenti


Ringraziamenti

      Man mano che scorrevo il commentario del mio primo post su PE, mi sono sovvenuti nuovi spunti, idee e riflessioni che credo possano essere accorpate al materiale che costituisce l’ossatura vera e propria del nostro studio.
      Un sincero ringraziamento lo devo dunque tributare a tutti coloro che hanno partecipato, e che spero vogliano continuare a farlo, tutti insieme rappresentano infatti l’anima e il cuore di questo sforzo collettivo di indagine sui testi biblici. Mi piacerebbe che da qui in avanti i commentatori, compresi quelli che si aggiungeranno in corso d’opera, cominciassero a considerarsi Primi Autori di un lavoro che potrebbe prender piede in forma di saggio. Grazie dunque ad Arcana Ricordo, il padrone di casa, per l’ospitalità e di seguito a:

      Anonimo1 , Riccardo S , Anonimo2 , Ballarè , Antonio, Maria, Mario e Alfonso R.

      A questi gentili e attenti lettori chiederei soltanto di indicare almeno una volta, all’inizio di un intervento, la loro età (curiosità personale).

Grazie a tutti.

Fabio Painnet Blade



Work in progress

       Alcune  interessanti  considerazioni  fra i commenti del post Il Mullah ignorante, mi hanno indotto a riflettere su una precisa questione:  chi si pone al giorno d’oggi, il problema di capire quali criteri siano stati adottati nella traduzione dei testi antichi? Artisti, poeti, pittori e musici, hanno da sempre frequentato  i temi biblici e ancor oggi li ‘lavorano’ con passione, li scompongono e li ricompongono e li conformano al proprio registro espressivo, ma secondo quali significati? Possibile che nessuno si sia posto il problema che i contenuti canonici che vengono più o meno sommariamente letti, studiati, rigirati e trattati in varie maniere, siano in fondo una diretta conseguenza di una scelta orientata, talvolta del traduttore ma, di norma, del suo committente? E coloro che hanno tradotto dalle fonti originali, a quale criterio si sono attenuti? Gli scritti sotto i loro occhi, imprecisi, incompleti o consumati dalla fragilità dei supporti organici, parlavano della realtà o di eventi immaginari? Si trattava di cronache o di allegorie? Nei dati e nei computi vi era solo fantasia o  rigore scientifico?

       Mi spiego meglio. In un commento Arcana sostiene che la Chiesa sottovaluti le sue costruzioni teo-astronomiche (non riconoscendo ad esse “alcun valore”). Allora mi chiedevo secondo quale motivo nei sacri palazzi possono permettersi di denigrare pensieri e meditazioni ben ponderate, di valore creativo non indifferente, aggiungerei. Quelle teologiche non sono forse ipotesi di pari livello? Detta così sembra un boutade come un’altra, tuttavia per un laico o un ateo, tutte le ipotesi tirate in ballo senza possibilità di una conferma rimangono dello stesso livello, quindi del medesimo valore. Ma in definitiva le ipotesi sono ipotesi e basta! E dovrebbero esserlo per tutti, credenti compresi!

       Ballarè fa notare, a modo suo, che Mauro Biglino, in virtù di un proprio metodo, avrebbe apportato ‘opportune’ modifiche a una certa traduzione canonica (Su Genesi e quant’altro). Egli non sostiene però che la sua versione sia quella corretta, ma solo una fra quelle possibili. Nel commentario al precedente post viene citato anche Igor Sibaldi: altra testa, altro cappello, altre idee. Per quanto affascinante, siamo tuttavia ancora nel campo delle libere opinioni. E sono ben quattro! Sulla stessa falsariga, mi permetterei di indicare anche la Genesi in copto antico, curata da padre Ferdinand Crombette (tralasciando il restante parte della sua artificiosa opera): e sono cinque! Cinque modi diversi e sicuramente intriganti di leggere la Genesi. 




       “ Gli scritti antichi, imprecisi,
                              incompleti o consumati dalla
                 fragilità dei supporti organici, parlavano
                della realtà o di eventi immaginari?  
                        Si trattava di cronache o di allegorie?
               Nei dati e nei computi  vi  era  solo
                      fantasia o rigore scientifico ?  




     Confronto fra criteri differenti                     di Fabio Painnet Blade

  -    Il criterio teologico allegorico.
        -    Il criterio (della traduzione) letterale.
            -     Il criterio simbolico matematico.

   Di fronte ai testi dell’ Antico e del Nuovo Testamento, il comune lettore, l’intellettuale di spicco o anche il semplice credente, fino a poco tempo fa non si poneva alcun dubbio: il corpo degli Scritti Sacri rappresentava un insieme di reperti di difficile comprensione e, come tale, da valutare solo dietro imbeccata, sotto il profilo teologico. Spesso il credente, ma con lui anche il lettore laico, si è affidato alle indicazioni rilasciate dagli esegeti ‘qualificati’ (le virgolette sono d’obbligo) senza mai scostarsi,o anche solo pensare di farlo, dalla loro visione d’insieme e dal loro indirizzo analitico. Dagli anni Cinquanta in avanti si è imposta però all’attenzione pubblica una differente procedura analitica, volta ad escludere le priorità metodologiche adottate nelle epoche precedenti e dettando i criteri di un’ alternativa del tutto originale. Seppur con enormi contraddizioni questo metodo definito da alcuni ‘letterale’ ha promosso a criterio d’indagine, la traduzione realistica e il significato alla lettera delle Scritture.

    Così facendo questi traduttori, che non amano definirsi interpreti, hanno sollevato una bufera di critiche anche se , a ben vedere, non gli si può negare l’indiscusso merito di aver rimosso, per la prima volta, gli inamovibili paletti della pretesa di autorità che la procedura teologica si era arrogata nei secoli precedenti. Essi hanno affermato che, benché le interpretazioni rivendicassero valore di omogeneità-universalità, i testi biblici non fossero costituiti da un corpo omogeneo di narrazioni redatte nello stesso periodo o da un medesimo autore, e che venissero dunque rivisitati e tradotti secondo convenienza; d’altra parte l’ebraico antico, linguaggio sprovvisto di vocali, si prestava favorevolmente a questo scopo. Il risultato della Babele di versioni che ne è seguita, ha privato i testi della necessaria attendibilità, dimodoché ciò che per taluni era ed è ritenuto oggetto di venerazione, per altri è stato considerato superficiale, quando non del tutto inutile e, per l’appunto, apocrifo. Il testo letterale ha quindi messo in chiaro questo fatto ed ha scoperto un nervo sensibile dell’ approccio teologico classico. Ciononostante, rispetto ad alcune incognite, specialmente quelle di carattere numerico, anch’esso non è stato capace di fornire soluzioni soddisfacenti.


Questi traduttori letterali, che
non amano definirsi interpreti, hanno
sollevato una bufera di critiche anche se ,
 a ben vedere, non gli si può
negare lindiscusso merito di aver rimosso,
 per la prima volta, gli inamovibili paletti
 della pretesa di autorità che la
procedura teologica si era arrogata
nei secoli precedenti .


    Di fronte al dato aritmetico la traduzione letterale, anziché costruire una prospettiva verosimile, si è persa in descrizioni incoerenti quando non addirittura ridicole, mettendo a nudo l’iniquità dei propri canoni e una imbarazzante inadeguatezza nel tentativo di rappresentazione di un contesto realisticamente possibile.

    Per meglio comprendere il nocciolo della questione è d’obbligo ricordare i termini di una vecchia diatriba rispetto il significato delle età dei patriarchi antidiluviani. Come tutti sanno, riguardo a questo enigma storico, gli stessi masoreti non sono stati in grado di fornire risposte apprezzabili. Quando si parla di età dei patriarchi antidiluviani ci si riferisce solitamente a una serie di dieci cifre il cui significato è stato più volte interpretato in maniera allegorica, quando non ignorato del tutto. Nelle vecchie edizioni del testo biblico della CEI, compaiono infatti alcune note piuttosto esplicite, che si riferiscono alle cifre delle età dei discendenti adamitici come attributi di ‘grande longevità. La nota 5 a pag. 17 della - Bibbia versione CEI, Ediz. San Paolo 1989, riporta le seguenti parole: “I numeri usati nella Bibbia, come questi, indicano la longevità straordinaria attribuita ai patriarchi anteriori al diluvio e non sono da prendere nel loro valore reale. E ancora dalla versione CEI - VII ediz a cura della UECI Edizioni Paoline 1980, nota 5 a pag 5 : “...Le cifre degli anni non hanno valore cronologico ma esprimono una grande longevità secondo un criterio che finora ci sfugge.”

    A questo atteggiamento di rinuncia, alcuni traduttori letterali hanno contrapposto una formula ultra-realistica secondo la quale l’idea che Adamo possa aver vissuto davvero per un tempo lungo la bellezza di novecentotrenta anni solari, viene ritenuta ‘altamente probabile’, nonché motivata dalla bizzarra eventualità che il suo codice genetico fosse stato mescolato a quello di una specie affine dalle potenzialità vitali amplificate (Mauro Biglino, Zecharia Sitchin et al.). Questi studiosi, nonostante tutto possiamo chiamarli così, per far passare tale metodologia, si sono spesso appellati all’approssimazione di ricerche parziali, magari in fase sperimentale, o addirittura di elementi teorizzati, ignorando che la Scienza, quella vera, non si esprime per ipotesi ma per verifiche più che comprovate, in virtù delle quali l’idea che un essere umano possa vivere in questo pianeta per più di centoventi, centotrenta anni solari, non è stata mai suffragata da osservazioni registrate ufficialmente. In questi termini la soluzione proposta dai traduttori letterali è apparsa agli occhi dei critici più severi, del tutto carente.

    A questo punto, di fronte a tanta inconsistenza, il metodo che si propone di analizzare il contenuto cifrato dei testi sulla base di un approccio logico-matematico, apre nuove tecniche d’indagine. Il principio di partenza si fonda sul fatto che - ad esempio - il numero 930 (e quello relativo alle età degli altri discendenti adamitici) possa in realtà essere parte integrante di un calcolo nascosto (divisione aritmetica) che porterebbe alla conoscenza (scoperta) dei veri numeri criptati dagli sconosciuti autori biblici. L’affidabilità del metodo è ovviamente racchiusa in fattori non sindacabili che riguardano la corrispondenza dei numeri nascosti con misure di ordine astronomico, come la durata del ciclo di precessione degli equinozi, la velocità della luna intorno alla terra, o ancora la durata delle lunazioni o del ciclo di Saros.



40 commenti:

Arcana Ricordo ha detto...

In effetti l'ebraico della Bibbia si presta a molteplici interpretazioni, innanzitutto per vincoli linguistici (ringrazio in anticipo chi, più esperto di me, voglia colmare nei commenti futuri le mie sicuramente numerose omissioni ed imperfezioni):


1) L'alfabeto ebraico ha soltanto le "consonanti", il che obbliga a dedurre il significato dal contesto: il medesimo criterio, applicato alla lingua italiana, renderebbe indistinguibili le parole "pesca" e "pesce", essendo entrambe scritte "psc";

2) In parecchi manoscritti, le lettere sono equidistanziate l'una dall'altra, ignorando la suddivisione tra le diverse parole; il che pone diversi problemi: per esempio, le desinenze apposte ad alcuni vocaboli hanno un significao autonomo.

3) In ebraico le lettere alfabetiche hanno anche significato numerico: mentre le lingue europee indicano le cifre utilizzando i numeri arabi, in ebraico si usano le stesse 21 lettere dell'alfabeto. Pertanto, è possibile distinguere con certezza il significato numerico o alfabetico di ciascuna lettera? Anche qui, dipende dal contesto.

4) Ma la proprietà più interessante della lingua ebraica deriva dalle sue ascendenze nell'antico Egitto: grazie al lavoro, tra gli altri, di Antoine Fabre d'Olivet, sappiamo che ogni lettera ha infatti anche un significato geroglifico "elementare", "archetipico", che mantiene il proprio senso anche quando la lettera è inserita in una parola.


Relativamente al punto 4:

- la lettera B (beth) indica qualcosa di "ben conosciuto", "intimo", "familiare";

- la lettera N (nun) indica il "prodotto", il "frutto", la "generazione".

Ebbene, congiungendo queste due lettere si ottiene la parola BiN (la "i" non viene scritta, ma solo pronunciata) che significa "figlio": il "prodotto" di una "famiglia". E' un po' come se l'ebraico avesse preparato il campo alla chimica: la scienza dove le cose vengono chiamate col nome degli atomi che le compongono. Per esempio: in chimica, "acqua" si dice "H2O".



Ovvio che tutte queste particolarità, queste molteplicità di significati abbiano generato e continuino a generare una moltitudine di intepretazioni (per confronto, vale la pena ricordare che i Vangeli furono scritti in lingua copta: i manoscritti ritrovati a Qumran e in Egitto hanno confermato che nel corso dei millenni i tentativi di alterazione di significato furono modesti). Pochi sanno inoltre che la lingua ebraica è rimasta lingua morta per diversi millenni. Nessuno la parlava: pochi la conoscevano come lingua scritta. Nel XIX secolo, anche grazie all'opera di aggiornamento linguistico di Eliezer Ben Yehuda , si è ricominciato ad insegnarla nelle scuole, rendendola nuovamente una lingua parlata. Immaginate che caos se oggi lo Stato Italiano decidesse di riutilizzare il latino come lingua parlata ... eppure questo è proprio ciò che accadde.



Esaminando il significato geroglifico della Genesi, Igor Sibaldi propone una spiegazione affascinante: i Patriarchi sono qualità umane, facoltà della psiche, che si sono via via evolute e specializzate. Molto interessante lo studio che fa, mostrando come ogni facoltà emerga da quelle precedenti. Ma quando tenta di mappare le età dei Patriarchi sullo Zodiaco, non risulta a mio avviso convincente. Del resto, si tratta di un percorso irto di insidie ...



Grazie del post e buon lavoro!

fpb ha detto...

E noi indosseremo li calzari giusti per affrontare gli ostacoli peggiori.

fpb ha detto...

Discussione come un’altra col dottor Cancedda, in pausa caffè.

<<E Sì -mi fa lui-, tra interpretazione e traduzione c'è di mezzo un oceano. Quanti possono dire di essere in grado di tradurre i Vangeli? Dal greco, poi. Una percentuale irrisoria di persone. E quanti potevano farlo in passato?
- C'è oltretutto il problema del 'fai da te'. - Lo interrompo.
Il dottor Cancedda coglie la palla al balzo per infiocchettare la sua chiosa:
- Tutto è cominciato con Lutero, con quella sua smania di rendere fruibili a tutti i testi Sacri. Una cosa di importanza enorme!
- Soprattutto per le case editrici... - Ironizzo prima di insistere:
- Ma ai tempi di Lutero si poneva il problema della traduzione?
- Se lo ponevano né più né meno come oggi. La questione per i lettori comuni, non esisteva allora come non esiste adesso. Io credo che la traduzione debba essere anzitutto letterale e solo dopo dovrebbe seguire l'interpretazione.

Intanto la conversazione giunge al termine, ma prima di congedarmi gli chiedo la cortesia di riportare queste sue osservazioni sul commentario del nostro post:
- Faccia finta di essere ad un convegno, si renda disponibile al confronto. - Gli faccio, ma lui appare scettico.
- Confrontarsi in rete? In quei dibattiti fra scalmanati che finiscono sempre a botte di vaffa...? Non me lo chieda nemmeno per scherzo!
Alle mie insistenze si secca perfino un po'. Poi si volta e sembra cedere:
- Mi dica, dove scrivete? Sì, insomma come si chiama questo blog?
- Profezie evangeliche. - Gli faccio prontamente. Lui ammicca e farfuglia
- MI vuole morto. Lei davvero vuol farsi beffa di me.
Ci rimango di merda, non lo nascondo.

Arcana Ricordo ha detto...

Mah ... io trovo che il messaggio sia sempre piú importante di chi lo esprime e che ogni confronto deva avvenire alla pari. Proprio per questo motivo l'etica del blog consente l'uso di uno pseudonimo. Credo che il dottore possa apprezzare questa possibilitá ...

fpb ha detto...

A me sembrava corretto proporgli di partecipare, solo perché quanto mi ha detto a fine conversazione (non riportato del preced commento) è di grandissima importanza per
la soluzione finale del 'nostro' grande problema sul 'punto zero'. Quelle brevi citazioni dal Vangelo di Matteo sono nostra la 'chiave di Giuda' ma mai come in questo caso si può parlare di autentica 'chiave di Volta' o, se vuoi, di 'chiave Celeste'. E con i riferimenti mi fermo qua. Comunque, se non accetta l'invito, tempo domani e il versetto lo riporto qui e ne facciamo una scorpacciata. A proposito @Arric,fra i tuoi collaboratori non c'è nessuno che abbia provato a cimentarsi nell'enigma?

Nicola Cancedda ha detto...

Da cristiano mi devo fidare della traduzione, tentare poi un'interpretazione, sempre che non intenda farmi influenzare da altre interpretazioni. Per esempio quante volte devo perdonare? 70 volte 7? Se la traduzione numerica è giusta '70 volte 7' posso interpretarla come 'molte volte', oppure come 'sempre'. Quale delle due è meglio?

Alfonso ha detto...

Ciao fabio, ho 60 anni, Indubbiamente,la tua intuizione destabilizza il senso ed il significato delle cosidette sacre scritture,per cui si possono vedere Pietro e Paolo, sempre che non ci sia da rivedere la traduzione dei due nomi,come due infiltrati del sionismo, ma ci sta bene anche terroristi, inviati a Roma col compito di distruggere la civiltà greco-romana, e perciò legalmente giustiziati da Nerone, che in quest'ottica risplende come l'eroe che difende la romanità e l'occidente, ed urla a ragione "Prima i romani".
Quindi attualizzando il problema bisogna urgentemente eliminare questo germe cristiano che ha contaminato la cultura greco-romana o occidentale, affinchè quest'ultima purificata, possa guidare l'umanità verso un periodo di pace e di prosperità.

fpb ha detto...

@Alfonso, non per scendere nel citazionismo, però mi sembrava fosse molto chiara la posizione di Giorgio de Santillana: la scienza che abbiamo ereditato dai greci ci ha resi sordi al linguaggio dei nostri antichi progenitori. De Santillana ne ha anche per la psicologia e darwinismo, ma non voglio andare oltre. Se vuoi contribuire a comprendere a fondo questa posizione ultracritica prova con noi a cimentarti nel quesito che ci pone @ArRic. Questa la premessa:
Ciò che nel video "Acquario: l’Era di Giuda" https://www.youtube.com/watch?v=EroaQsVrGr4
non ho detto, è che tutto ciò è perfettamente in linea con Apocalisse 17:9-10:

Sono anche sette re: cinque sono caduti, uno è , l'altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, dovrà durare poco. .
• cinque son caduti: partendo dal Diluvio, avvenuto in corrispondenza della transizione dell'Era della Vergine -> Era del Leone, si contano 5 Ere che sono interamente trascorse: Leone, Cancro, Gemelli, Toro, Ariete (freccia azzurra in figura);
• uno è: l'attuale Era dei Pesci (freccia arancio);
• l'altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, dovrà durare poco: l'Era dell'Acquario, all'inizio della quale si verificherà il "salto" .

fpb ha detto...

segue dal precedente.
C'è anche una corrispondenza con il nome "Ponzio Pilato", che significa il "quinto giavellotto": il quinto confine d'era, che si lava le mani e lascia che il Punto Vernale proceda verso morte certa.

La domanda è invece la seguente:

Il mio problema è capire dove si trova esattamente il confine tra le Ere. Posto che tutte le Ere astrologiche non possono che avere la medesima durata, il problema si riduce a trovare dove sia il "punto zero"

@Alfonso. Ho trovato decisamente più interessante la tua domanda dell’ultimo commentario alla quale mi sembra di aver parzialmente già replicato. Comunque il criterio che dicevi non è ‘mio’ ed inoltre lo puoi applicare anche al NT, perché un numero rimane un numero e basta. Teologi e affabulatori non possono vendere le loro opinioni quando si esprimono in termini matematici, sarà per questo che un Sitchin fanfarone piace e vende più di un Santillana. Alfonso devo chiederti maggiore attenzione, allora.

Alfonso ha detto...

Grazie Fabio, per l'attenzione che hai posto al mio commento e per gli interessanti suggerimenti proposti, spero di migliorare anche con l'attenzione.

fabio ha detto...

@Ric
@Alfonso, mi sa che siamo solo noi, stavolta.
( @ Dottor Cancedda penso che ce lo siamo perduto, ma ha detto quanto basta, come il mullah famoso dell'altro post).

La premessa dell'Apocalisse è chiara, gli indizi numerosi, i numeri in gioco '7 volte 77' e
'7 volte 70'. Animo dunque. Sbizzarritevi con le domande.
La prima chiosa di @Ric << posto che tutte le era geologiche noon possono che avere la stessa durata...>> , la negherei su due piedi. Nessuna era celeste ha la stessa durata delle altre. La continuità regolare è un'induzione della mente matematica/geometrica (e perciò dall'educazione scolastica). Gli antichi ci insegnano a trovare l'irregolarità dei cicli. l'era di Giuda, il suo sbalzo/tradimento non voleva significare proprio questo?

Unknown ha detto...

Buongiorno A tutti sono Daniele e ho 47 anni anche se sono un "lettore silenzioso" vi sto seguendo.Io non sono molto ferrato in materia ma mi sono sempre chiesto in base a quale schema hanno fatto le traduzioni dei sacri testi visto e,leggendo Fabio,per quale motivo hanno nascosto questi numeri senza metterli in chiaro a disposizione di tutti?

Arcana Ricordo ha detto...

Commenti in versione 2.0.

Ho cancellato la prima versione, scritta in treno col cellulare perchè conteneva alcune inesattezze. Vediamo anche se riesco ad assumere un tono più conciliante ed amichevole: mi capita - senza volere, per carità - di assumere a volte toni troppo polemici o didascalici. Ne approfitto anche per inserire i link, che evidenzio tra parentesi quadre perchè mi pare che il carattere di default proposto da google non sia abbastanza visibile.

Dicevo che in effetti l'equi-durata delle Ere Astrologiche è un cardine della teoria che espongo in questo blog. Si tratta di una teoria, perchè non abbiamo evidenze storiche o informazioni ottenute da tradizioni astrologiche che ci possano aiutare a capire quali fossero il metodo e la tecnica utilizzati dagli antichi astrologi, pertanto occorre procedere utilizzando la logica.

In effetti, assumere che tutte le Ere abbiano la medesima durata, ed individuino pertanto sull'eclittica 12 settori circolari di identica ampiezza, potrebbe sembrare una ipotesi semplificativa. Ma questa mi sembra una argomentazione a favore: i meccanismi semplici richiedono meno tempo per essere compresi, si guastano meno e ed in genere è più semplice aggiustarli. Per lo stesso motivo, una teoria è elegante proprio quando è semplice, cioè quando a parità di accuratezza nella descrizione della realtà, minimizza lo sforzo necessario per poterla comprendere.

Arcana Ricordo ha detto...

Ma ci sono anche argomentazioni di diversa natura:

1) la prima argomentazione è di natura simbolica: nei Vangeli, le figure dei dodici Apostoli sono delineate facendo molta attenzione a sottolinearne la coesione e l'equivalenza. Nel video [Acquario: l'Era di Giuda] ho evidenziato una sincronicità di azione e di intenzione da parte di tutti gli Apostoli, con l'eccezione di Giuda. In effetti, nei Vangeli, i discepoli più intimi di Gesù agiscono come un collettivo, compiendo le medesime azioni - nutrirsi, ascoltare gli insegnamenti del Maestro, viaggiare, predicare il Vangelo - nei medesimi tempi. A mio avviso questa comunione di intenti e di azioni è indice di una equivalenza di sostanza e di forma.

Le eccezioni sono pochissime: per esempio in occasione della [trasfigurazione] di Gesù, quando lo stesso Salvatore invita Pietro, Giacomo e Giovanni, a separarsi dal gruppo e seguirlo.

Giuda è l'unico che agisce di propria iniziativa. Essendo uomo e discepolo come gli altri, dovrebbe rappresentare un'Era avente durata uguale alle altre. Tuttavia, il suo "tradimento" lo porta a sconvolgere l'ordine celeste, anticipando la propria fine. Il suo essere differente rispetto agli altri è l'eccezione che conferma la regola.

Arcana Ricordo ha detto...

2) la seconda argomentazione è di natura astronomica. Wikipedia Italia [sostiene] (senza citare alcuna fonte) che l'Unione Astronomica Internazionale (IAU) abbia stabilito di far coincidere i confini delle Ere con i confini delle costellazioni corrispondenti. Le pubblicazioni dell'IAU non ne fanno menzione. Secondo questa ipotesi, l'Era della Vergine, che insiste per 43° sull'eclittica, sarebbe molto più duratura dell'Era dello Scorpione, limitata a 6°. Di diverso e più saggio avviso, [Wikipedia EN] propone diversi metodi alternativi, fra cui "Zodiacal 30 degrees".

Il nocciolo della questione è che la forma, e pertanto i confini delle costellazioni, non sono fissi: nel corso dei millenni, le stelle possono spostarsi sulla volta celeste anche in maniera sensibile. Questo movimento è sufficiente ad introdurre errori di misura quando sia necessario verificare l'avanzamento precessionale. L'impiego di 12 Ere di uguale durata richiede invece la determinazione di un solo punto di riferimento principale: il [Punto Zero], che può essere posizionato in un'area della volta celeste luminosa, ma poco sensibile alle variazioni introdotte dal moto proprio stellare, come la Croce Celeste. L'uso del punto zero nelle verifiche di avanzamento della precessione, trasforma le misure di spazio in misure di tempo (molto precise) attraverso un metodo che per ragioni di tempo e spazio non sto a spiegare.

Arcana Ricordo ha detto...

3) infine, le mappe astrologiche antiche e moderne propongono una segmentazione dell'eclittica in 12 porzioni uguali, suggerendo una identica enfasi data ai 12 segni: a questo principio si ispira anche la suddivisione del calendario solare, in cui le minime variazioni nella durata sono state introdotte per motivi più storici che "tecnici".

Nella prima versione di questo commento avevo citato [l'Atlante Farnese] ([recenti studi] hanno cercato di dimostrare che il globo marmoreo sulle spalle dell'Atlante sia una rappresentazione del catalogo di Ipparco) ma ricordavo un dettaglio errato per cui non posso portarlo ad esempio.

Volendo, si potrebbe argomentare ulteriormente, ma direi che ci dilungheremmo inutilmente. La domanda che pongo a chi sostiene una posizione differente è dove si trovino i confini delle Ere.

Grazie e buonanotte.

fabio ha detto...

Accipicchia @Arric, mica posso rispondere in un amen! Mmmh... proponi roba grassa, vedo.
Cercherò di esse conciso, ma ora mi è difficile. Blogger non consente l'inserim di figure jpg nel commentario, vero? se ti mando un file jpg che ci risparmierebbe un sacco di parole, tu potresti fare una delle tue magie? farla comparire nei commenti?

fabio ha detto...

Ciao @Daniele, anche per te devo rimandare a stasera. Intanto ti saluto vivamente e ti informo che sei entrato nel progetto in corso d'opera che ti fa socio al 30% , senza dover sottostare ad alcun impegno se non lo smarcarti coi tuoi dati reali in caso di accettazione. Ma di questo parleremo meglio nei prossimi appuntamenti. Benvenuto, allora.

Arcana Ricordo ha detto...

@Fabio, ti ringrazio ... in effetti è stato ed è un punto su cui ho riflettuto molto, ma se affermassi che sono convinto al 100% non direi la verità. Per cui sono pronto a cambiare idea se trovo soluzioni più convincenti: sono ansioso di conoscere il risultato dei tuoi studi.

Ammetto che ho un rovello in testa: tempo fa, qualcuno che non ricordo ha ipotizzato che le parole di Dante "nel mezzo del cammin di nostra vita", volessero significare che l'anno 1.300, in cui il Poeta compie il suo viaggio, fosse l'anno di mezzo dell'Era dei Pesci, che si prolungherebbe quindi fino al 2.600 A.D. L'idea mi era parsa interessante abbastanza per non scartarla, ma non tanto convincente da assimilarla.

Purtroppo non c'è un modo semplice di inserire immagini nei commenti: il massimo che si può fare è inserire un link ad un documento salvato su Google Drive ... Forse è il caso di creare un nuovo post?

fabio ha detto...

@Daniele, la domanda l’aveva già posta Maria nel precedente post sul mullah ignorante, approfitto così per rispondere a entrambi. Siamo nel campo delle opinioni, naturalmente, l’ ‘io penso’ è d’obbligo.
Ritengo insomma che ogni civiltà preservi i propri dati scientifici sensibili. Conoscenza è potere. All’ epoca, col nemico/conquistatore alle porte, su un supporto organico, qualsiasi informazione rischiava di andare perduta. Ad ogni occupazione coloniale sarebbero stati distrutti documenti preziosi, così come insegnano le imprese dei vari Hernan Cortes e Francisco Pizarro, stimati galantuomini menzionati sul libro paga della premiata ditta Macelleria Carlos&sons.

fabio ha detto...

@Arric, in realtà sulla questione del ‘punto zero’ non ho effettuato alcuna ricerca. La cosa ce l’ho in testa da un po’, questo è vero, ma mi sto confrontando per la prima volta col problema solo qui, con voi, nella speranza che più teste possano completarsi a vicenda e giungere a una soluzione che, per ora, non vedo in maniera chiara. Provo a mettere insieme gli input di questa chiacchierata e li sottopongo al tuo/vostro vaglio. Non ho fatto nulla più di quanto non vedi quindi, tienilo a mente.

Dire che ‘sposo’ la tua tesi, è riduttivo, queste idee le abito interamente fin da quando ho visto per la prima volta le clip di questo sito e non credo siano solo semplici fantasie. Riguardo l’equivalenza dei cicli zdcl e degli apostoli evangelici, ti lascio passare tutto ma voglio ricordare che appartengono al costrutto artificiale e artificioso delle convenzioni umane, che hanno raffigurato, già da tempo e in ammirevoli rappresentazioni mitiche, parecchie correlazioni importanti. continua-------->

fabio ha detto...

---> segue dal preced commento: leggere con attenzione:

Lo schema convenzionale delle ere zodcl è sicuramente utile ed efficace, bisogna però accantonarlo quando il sistema astrale in questione diventa fisico a tutti gli effetti, quando cioè si vanno a considerare misure di fenomeni, come il ciclo precessionale degli equinozi o la durata di un anno solare (che oggi sappiamo essere la conseguenza del moto dell’asse terrestre). I fenomeni fisici quindi, dettano tempi imperfetti, o non-armonici, ai quali gli antichi si sono relazionati, modificando ciò che potevano modificare in senso, come detto, convenzionale. L’era di Giuda ne è un esempio classico. La suggestione di un accorciamento temporale catastrofico non trova perciò avalli né attrattive fuori dai circoli cinematografici e letterari. In sostanza, quello che un tempo veniva definito ‘anno perfetto’, giunto al suo termine naturale, mostrava dopo millenni di monitoraggi, strane incongruenze, gli osservatori cominciarono ad accorgersi che anche dopo un tempo lunghissimo le cose non tornavano esattamente al loro posto. Il ciclo precessionale non mostrava pertanto l’attesa perfezione, in un certo senso tradiva le previsioni rendendo necessario il ricorso a particolari espedienti d’aggiustamento che potevano essere praticati solo sul dato convenzionale giacché un intervento fisico sull’asse della terra non lo si poteva proprio fare. Da quel momento ritengo possano aver intuito l’interferenza di un nuovo moto astrale,in realtà è l’asse di rotaz a oscillare, per effetto di influenze gravitazionali di tutti i pianeti del sistema solare. Sappiamo anche che le oscillazioni principali sono cinque e fra queste vi è quella denominata Obliquità del piano dell’eclittica che si svolge con un’oscillazione dell’asse terrestre compresa fra i 22,5 e i 24,5 gradi angolari. Questo tempo si copre nella durata di circa 39000/40000 anni solari (539 ° gr. precessionali = 2° gradi Obl Eclitt ; 270 gradi precessionali = 1 grado Obl. Eclitt). Ti dicono niente questi numeri, partendo dai famosi versetti biblici che abbiam qui trattato e maltrattato?


A___________________B <--------b1-------->
b1= AB/2

Arcana Ricordo ha detto...

Volevo dare anche io il benvenuto a [@Daniele] e fornirgli uno spunto: ciò che al profano appare occulto e codificato, all'iniziato appare chiaro e lampante.
Il problema è che qui, sul Pianeta dove viviamo, nessuno può dirsi iniziato a tempo indeterminato: abbiamo tutti finestre di intuizione in cui vediamo lampi di una Realtà più ampia. Questo vale sia per lo scrittore biblico, che ispirato dal Divino ha inserito nel testo un riflesso di quella Realtà, sia per il lettore, che può raccogliere - sempre a tratti - parte della Luce. A rendere tutto più complesso c'è il fatto che questo processo di donazione e raccolta, può avvenire in modo consapevole (cioè sotto la vigile attenzione della mente cosciente), o inconsapevole (grazie ad una orchestrazione dell'anima).
Abbiamo accennato al significato esoterico di Pinocchio: avrei potuto citare [Star Wars], i miti, i superereoi (sì, anche Thor! ;-)... il punto è che ogni aspetto del mondo che ci circonda è simbolico: è cioè un [symbolon]: indica qualcosa di più grande, che sta da un'altra parte. La Bibbia è un Libro Sacro perchè pone maggior attenzione a questo meccanismo: riesce a condensare in un breve spazio un maggior numero di simboli, e a renderli maggiormente accessibili. Come la Sfinge, pone domande che hanno una sola risposta: tu!
Leggerne le interpretazioni è un po' come guardare uno specchio rotto, in cui ogni frammento mostra una diversa immagine di te che guardi. Come ogni frammento ritrae sempre la tua immagine, così il testo biblico è sempre lo stesso. Ma davanti ai frammenti di specchio, a seconda della direzione in cui guardi, puoi scoprire un diverso aspetto di te: una rughetta a margine delle palpebre, un neo sul collo, un lieve graffio. Così ogni interpretazione del testo mette in evidenza un aspetto particolare di te!
Grazie del commento, saremo contenti se vorrai - se tutti vorrete - dire la vostra. Nessuno qui è in cattedra: abbiamo soltanto intrapreso una ricerca comune e siamo contenti di condividere ed arricchirci.

fabio ha detto...

E allora caro @Alfonso, che mi dici? Ti soddisfa la soluzione dell'enigma di Giuda? Puoi adesso vedere come lo stesso Jesus richiami l'epoca della Bilancia e fornisca le coordinate della propria posizione, per permetterci di calcolare senza margine d'errore la durata del tempo di Giuda, la necessità del suo tradimento affiché alla fine il grande anno ne contenga esattamente tre al suo interno. E tu @Ric? hai visto dove inizia e dove termina il grande ciclo? Cosa comporta in termini di dimensioni temporali, simboli e quale sia il significato di quel numero: il 1368? Chi ha posto le domande ha trovato le risposte che cercava?

Agostino ha detto...

in realtà credo che l'idea di un post nuovo aiuti a capire meglio

Alfonso ha detto...

Ciao Fabio, intuisco dal tuo dicorso, il profondo e faticoso lavoro di ricerca che lo sostiene. Condivido il pensiero di Bastian c, in quanto anch'io, privo delle competenze neccessarie, ho difficoltà a comprendere il tuo complesso ragionamento, magari un nuovo post potrebbe rendere più accessibile e chiarire, anche ai non adetti ai lavori, i tuoi argomenti.

fabio ha detto...

Mah!... non direi che a monte ci sia un lavoro faticoso, e non ci sono addetti ai lavori, gente specializzata: tutti lo sono, tutti noi lo siamo! L’unica ricerca al mondo sul ‘punto zero’ nasce in questo commentario, infatti non abbiamo attinto da lavori altrui, principalmente perché non ne esistono. Lo stesso criterio che dico di voler seguire, quello SIMBOLICO MATEMATICO, non mi risulta esser stato mai utilizzato da qualcuno. Siamo in un ambiente assolutamente inesplorato, quindi. La ricerca in corso, una sorta di work in progress, dipende da voi non meno che dal sottoscritto. Gli interventi a richiesta di un nuovo post mostrano peraltro una difficoltà di fondo dovuta a una certa disabitudine ad usare un blog (e quindi i relativi commentari) in guisa di un tavolo di lavoro. Ovviamente le informazioni non sono presentate già in un ordine chiarificatore, spuntano qua e là alla rinfusa, in attesa di prender forma di articolo finito, compaiono magicamente così come vengono concepite e, forse in questo stadio, anche in modo un tantino poco meditato. Comunque ci sta! Eppure a me sembra che qualcosa cominci a muoversi e, visto che nessuno vuol tentare di mettere un po’ d’ordine, vorrà dire che ci proverò io, dimodoché chi si pone domande possa ricollegarsi al punto specifico senza troppi giri.

Fabio Painnet Blade ha detto...

ho capito solo che Gesù = 490 e Lamech 539

fabio ha detto...

esatto! Ma considera che sono gradi precessionali quindi se vuoi un tempo di riferimento trasformali in anni solari su base 72.

Alfonso ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Alfonso ha detto...

Ciao Fabio, anche la serie di numeri contenuta in Mc 6,37-44, interrogata con l'approccio logico-matematico, potrebbe essere un calcolo nascosto?

fabio ha detto...

Tranquillo Alfonso, vedrò quel passo di Marco, ma sta sereno, qui nessuno attenta alla tua Fede. Renditi conto però che lì antichi giudei non erano mica fessi come noi, moderni paraculi, se tu gli dicevi di non uccidere il tuo nemico, o il furfante che ti fregava le bestie dal recinto, quelli, ancora avvezzi ai costumi caldei (occhio per occhio etc...), mica ti davano retta senza convincerli di essere un messo degli dèi, e avresti dovuto essere anche molto persuasivo e saper dimostrare senza troppi orpelli alchemici di conoscere il linguaggio delle stelle. Gli evangelisti invece erano fatti di pasta diversa, primi idealisti della storia, della matematica di certo non si interessavano, a loro piacevano i sentimenti e le emozioni, amavano la pace e su questi ideali si concentrava la loro letteratura, dunque sulla storia dell'Uomo di Carne (non di evanescenti presenze alate), ma poiché dialogavano in una società di vecchiacci esperti che li avrebbero potuti delegittimare sul piano scientifico, essi di tanto in tanto tiravano fuori le loro perle di Conoscenza Antica, mostravano di saperla lunga su precessione e Obliquità dell'Eclittica. Un po' come a ribadire: sì ci piace l'amore la pace e la fratellanza, però guaglio', accah' nisciun'è fesso!
quindi Alfonso, posso dirti che chi scrive queste cose ha di certo una Fede molto difficile da abbattere. Ciò non toglie che il vangelo di Matteo riporti quei numeri e dacché li mette in bocca al Protagonista, quei numeri devono significare qlcs di molto importante, ANCHE IN SENSO ASTRONOMICO*. Non so se mi sono spiegato.

*Mi scuso per il maiuscolato ma blogger
non consente opzioni di evidenziatura.

Alfonso ha detto...

Ti ringrazio, Fabio.

fabio ha detto...

commento n° 34

. A J: linea del tempo di 490° = 16 case zodiacali di 30° ciascuna
16°............................................7°.................................J
A ---|---|--- |--- |--- |--- |---|---|---|--- |--- |---|--- |--- |---|--- |---|---|---
..Ca Ge To Ar Pe Ac Cp Sg Sc Bi Ve Le Ca Ge To Ar Pe Ac Cp
.................................................................................Jesus

Agostino ha detto...

Quindi se Gesù segna l'inizio dell'era dei pesci, il cancro delimita la fine di questi
490 gradi. Lamec conta 539 gradi ma da dove comincia l'era di Lamec? A quale segno zodiacale deve essere associato?

Arcana Ricordo ha detto...

L'ipotesi di Fabio è di sicuro interesse e meritevole di approfondimenti, ma a questo punto è bene chiarire che essa segna uno spartiacque:

(A) da una parte abbiamo la teoria che ho esposto fino a questo punto, che vede in Gesù l'emanazione dell'ultimo emiciclo precessionale, iniziato con l'Era del Leone e prossimo al termine con la conclusione dell'Era dei Pesci;

(B) dall'altra, la proposta di Fabio, basata sul ciclo di obliquità del piano dell’eclittica.

In attesa di considerazioni che ci portino ad una armonizzazione tra le due teorie, è forse utile ricordare che esse portano a differenti conclusioni per quanto riguarda la data di "fine dei tempi": l'ipotesi (A) non esclude che essa sia alle porte. La proposta (B) differisce l'evento di qualche migliaio d'anni e regala sonni tranquilli.

Non attribuisco alla teoria (A) il passaporto di verità rivelata, tuttavia, in passato, mi è già capitato di rilevare come numerose fonti sembrino indicare la presenza di un confine, in futuro non così remoto.

Mi sento quindi di riproporre la lettura di:
- Il Grande Monarca e la Fine di Pietro
- Petrus Romanus, qui pascet oves

fabio ha detto...

Forse sono saltate le proporzioni della grafica al commento n° 24, oppure non sono riuscito ad esprimermi correttamente,ciononostante, caro @Arric, ciò che proverò a spiegare è proprio la perfetta armonia e affinità fra le nostre vedute (A e B).
Il punto A dello schema al commento 24 indica il segno del Cancro, distante 16 case zodiacali dal segno dei Pesci e 18 (30° ciascuna) da quello dell’Acquario (incluso), per un totale di 539 ° gradi da quest’ultimo e 490 dall’altro (Pesci): questo lasso di tempo è ben più lungo di un emiciclo precessionale. Sulla linea retta a ritroso, alla fine, dopo il Cancro compare il segno del Leone. In sostanza, l’indicazione di Lamech (Genesi) indicherebbe la misura di un ciclo ben maggiore di quello precessionale, ma non v’è dubbio che le 18 case zodiacali di 30° ciascuna siano un lasso di tempo maggiore delle 12 che formano il ciclo precessionale. Sul fatto che quel numero indichi altro che il tempo precessionale NON DOVREBBERO ESSERCI DUBBI. Nello schema riportato al commento 38° potremmo così saggiare che dal Cancro alla Bilancia corrono 270° (precessionali) e altri 270° dalla Bilancia alla fine dell’Acquario ( o inizio del Capricorno), in totale si tratta di 539 ° gradi e qui sovviene un piccolo ‘aggiustamento’ alla teoria A di Arric, poiché verrebbe indicato il limite dell’arco zodiacale secondo la prospettiva cara agli antichi. La Bibbia comincia infatti col più antico dei segni, il Capricorno (insindacabilmente Caino) e in esso risulterebbe segnato il suo termine. Senza questo preciso discrimine sarebbe difficile far tornare matematicamente il ‘restringimento’ dell’età dell’Acquario che tu, giustamente intuisci nella tua ipotesi A. Ti sfugge tuttavia il fatto che gli antichi conoscessero anche (ed è questa la nostra novità inedita) il moto dell’Obliquità dell’Eclittica. A questo punto appare chiaro come il ciclo precessionale (o la sua metà) rappresenti l’emanazione di un ciclo ben più grande che conterrebbe al suo interno tre cicli esatti precessionali (360° x 3 = 1080 = circa 78.000 anni solari). E qui la matematica sembra fornire un preciso significato al principio del Trinitarismo, collocandolo in un contesto anteriore allo stesso Cristianesimo. Forse non te ne sei accorto, Arric, ma tutto ciò depone a favore delle tue raffigurazioni su Presepe Celeste ed era di Giuda. Comunque non finisce qui!

fabio ha detto...

Commento 38

A...........Lamech..Bil.......B
<-------|-------|-------|------->

.270°....270°..270°...270°
____539°_____539°


AB= 1078° = 2°+2° = 4° . AB rappresenta il ciclo completo del moto dell’Obliquità dell’Eclittica, della durata di 78.000 anni.
1° Ob Ecl = 270° precessionali

fabio ha detto...

-> continua dal commento 37
Quanto scritto finora, essendo certificato da corrispondenze numeriche molto precise, non può quindi rientrare nel concetto di ‘ipotesi’. Ovviamente però, i soli numeri non bastano!
I testi rabbinici dell’Haggadah (Racconti) riportano un reperto allegorico piuttosto importante a conferma delle verifiche matematiche. Per il momento lasciamo in sospeso questi riscontri testuali per volgere lo sguardo al cosmo, ovverossia alla disciplina astronomica.
Ebbene, cosa dice in proposito l’astronomia moderna? Se qualcuno ancora non avesse le idee chiare su precessione e Obliquità dell’eclittica può consultare il bel sito dell’astronomo Adriano Gaspani http://www.duepassinelmistero.com/elementiarcheoastro4.htm

per gli altri che avessero acquisito maggior familiarità con questi criteri analitici, diciamo subito che l’asse terrestre non vibra solo in senso giroscopico ma a quanto pare oscilla in maniera lenta ed incessante in vari modi (gli astronomi ne indicano almeno cinque principali ed altri minori), per effetto delle interazioni gravitazionali con tutti gli altri pianeti del sist solare. Quello che più ci ha incuriosito in relazione ai passi biblici esaminati è perciò quello detto dell’ ‘Obliquità dell’Eclittica’.
Tutto ciò che occorre sapere è che il tempo di un’oscillazione completa di questo moto oscillatorio di 4° dell’asse terrestre (da 22,5° a 24,5°), è di circa 79.000/80.000 anni solari,trascorsi i quali le stelle riprendono il loro posto sulla volta celeste. Ma gli astronomi ci forniscono informazioni decisive per i nostri calcoli, infatti hanno stimato che l’asse terrestre nell’anno 2000 d.C. fosse inclinata di 23° 36’ (primi) e quindi che dal punto zero del fenomeno sono trascorsi, all’anno 2000, circa ventimila anni solari (1 grado). In termini precessionale questi 20.000 anni equivalgono a 270°, che gli antichi stimavano in 19.440 anni* . A questo punto le cose sembrano abbastanza chiare: l’avallo dell’astronomia moderna si aggiunge a quello della matematica e a quello simbolico mitico (Haggadah, Bibbia, Vangelo). Un riscontro estremamente interessante riguarda questo punto d’inizio del moto oscillatorio dell’Obliquità dell’Eclittica, da cui principia il moto oscillatorio dell’asse terrestre, individuato in un settore zodiacale che non a caso gli antichi avevano chiamato ‘Bilancia’ (Vedi grafico commento 38).

*La discrepanza fra misure astronomiche attuali e misure antiche è solo dello 0,03 %

fabio ha detto...

Alcuni lettori mi segnalano via mail valori differenti tratti da siti di astronomia, per quanto concerne l'ampiezza della variazione dell'inclinazione dell'asse terrestre (22,1° anziché 22,5°). Elenco allora alcune fonti che attestano le stime riportate in questi contributi. Il valore biblico di 539° (38808 anni) è naturalmente più vicino a questi dati

dati ufficiali dell'obliquità dell'eclittica
- Il codice degli dèi- Le uniche certezze del passato sono le incertezze. Docsity.htlm
- http://www.duepassinelmistero.com/elementiarcheoastro4.htm
- http://www.brera.mi.astro.it/~adriano.gaspani/obliqui.htm
- http://www.oact.inaf.it/olimpiadi/File/Coordinate_2018.pdf