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domenica 18 gennaio 2015

Il Punto Zero Precessionale

Lo Zodiaco Tradizionale e l'Era dell'Acquario

Il calendario precessionale è il principale riferimento per fornire una adeguata interpretazione alla mitologia evangelica di matrice astronomica ed astrologica. Il moto precessionale deriva dalla lenta rotazione dell'asse terrestre attorno ad un asse, chiamato asse precessionale, passante per il centro della Terra e perpendicolare all'Eclittica. Il tempo necessario perchè l'asse terrestre compia una rotazione precessionale completa è pari a 25.960 anni circa: questo periodo di tempo è convenzionalmente chiamato Anno Platonico, o Grande Anno.

Lo Stellario

Il trascorrere del Grande Anno viene osservato misurando lo spostamento sull'eclittica del Punto Vernale, il punto che identifica la posizione del Sole nel giorno dell'equinozio di Primavera. Questo spostamento è pari a circa 1/72 di grado angolare all'anno. Gli antichi conoscevano questo fenomeno: la Storia attribuisce la scoperta del moto precessionale a Ipparco di Nicea, vissuto nel II sec. A.C., ma esistono evidenze, soprattutto di carattere culturale e antropologico, che potrebbero indurre ad anteporre anche di parecchi millenni la scoperta della precessione degli equinozi.

Come l'anno solare tradizionale, il Grande Anno è suddiviso in dodici porzioni: i mesi dell'Anno Platonico prendono il nome di Ere Astrologiche e vengono generalmente messi in relazione con i segni zodiacali. Il segno zodiacale in corrispondenza del quale viene a trovarsi il Punto Vernale dà il nome all'Era Astrologica corrente. Attualmente, il Punto Vernale si trova in corrispondenza della costellazione dei Pesci: ci troviamo pertanto nell'Era dei Pesci. Poichè lo scostamento del Punto Vernale è retrogrado, ossia rivolto in direzione contraria al moto convenzionale del Sole nel corso dell'anno, l'Era precedente a quella dei Pesci è stata quella dell'Ariete, mentre la prossima dovrebbe essere quella dell'Acquario (l'uso del condizionale si riferisce alla possibilità, evinta dalle Sacre Scritture, ed esplorata su questo Blog, che nella transizione dall'Era dei Pesci a quella dell'Acquario si potrebbe verificare una significativa alterazione del moto precessionale ordinario).

Nel Vangelo sono presenti numerosi riferimenti all'Era Astrologica corrente: il termine greco usato da Gesù per indicare questo periodo di tempo è "αἰῶν" (Aeon, "Eone"), spesso tradotto con "mondo".
καὶ ἰδοὺ ἐγὼ μεθ' ὑμῶν εἰμι πάσας τὰς
ἡμέρας ἕως τῆς συντελείας τοῦ αἰῶνος
Ecco, io sono con voi tutti i giorni, 
fino alla fine dell'Era
[Mt. 28, 20]

Uno dei problemi che la moderna astrologia non è ormai più in grado di risolvere è determinare esattamente i confini di ciascuna Era Astrologica. Gli astrologi moderni non sono nemmeno concordi in merito alla durata delle Ere: alcuni sostengono che tutte abbiano uguale durata; altri invece sostengono che la durata di ciascuna Era sia proporzionale all'estensione della proiezione sulle eclittica della corrispondente costellazione zodiacale. Secondo quest'ultima ipotesi, l'Era della Vergine, la più estesa costellazione zodiacale, avrebbe una durata significativamente maggiore rispetto all'Era della piccola costellazione della Bilancia.

L'ipotesi sostenuta in questo blog è che tutte le ere astrologiche abbiano uguale durata, e possano quindi essere rappresentate come altrettante porzioni di eclittica, ciascuna delle quali ha una estensione di 30° gradi angolari (360° / 12). Nella figura seguente, l'eclittica ed i dodici segmenti sono rappresentati in giallo. Il cerchio lilla rappresenta l'Equatore Celeste, ossia la proiezione sulla sfera celeste dell'equatore terrestre. L'intersezione di questa linea con l'eclittica individua i punti equinoziali: in rosso è evidenziato il Punto Vernale, ossia il punto corrispondente all'equinozio di primavera. Il cerchio azzurro rappresenta invece la Via Lattea, definita da Cicerone (102 - 49 A.C.) "Orbis Lacteus", ossia l'intersezione del Piano Galattico con sfera celeste.

Assetto del Sistema Solare

Secondo il modello appena esposto, ciascuna Era Astrologica ha una durata di circa 2.160 anni (25.920 anni / 12) ed è sufficiente sapere quale sia il punto di congiunzione tra due qualsiasi Ere consecutive, per conoscere gli esatti punti di inizio e di fine di ciascuna di esse. Fra i dodici punti di separazione fra le Ere che questa configurazione consente di individuare, se ne può identificare uno particolare, che prende il nome di Punto Zero, e che definisce il punto di inizio dello Zodiaco precessionale.

L'uomo conosce ed utilizza lo Zodiaco da millenni, per scopi molto differenti fra loro: la misura del tempo, l'orientamento, la divinazione. Le prove archeologiche dimostrano che lo zodiaco conosciuto dagli Egizi fosse sostanzialmente identico a quello moderno. Non è tuttavia irragionevole pensare che lo Zodiaco non sia nato in Egitto, ma risalga ad un'epoca molto anteriore, e che fosse conosciuto anche dalle civiltà Babilonese e Sumera. Lo studioso Zecharia Sitchin sostiene esattamente questa ipotesi, asserendo che il meccanismo delle Ere Astrologiche trovi precisi riscontri nelle tavolette Sumere del V millennio A.C.

La definizione di un Punto Zero capace di resistere alla prova del tempo non è una impresa da poco: il punto zero ideale deve rispettare tre condizioni essenziali:
  • deve trovarsi sull'eclittica;
  • deve essere facilmente identificabile, e quindi essere possibilmente un oggetto luminoso;
  • deve muoversi il meno possibile, anche nel corso dei millenni.
Delle tre condizioni l'ultima è la più difficile da soddisfare, poichè nel corso dei millenni, le distanze reciproche tra le stelle variano sensibilmente. Le stelle sono infatti contraddistinte da un "moto proprio", dovuto all'effettivo spostamento della stella rispetto al centro di massa solare. L'effetto del moto proprio è tutt'altro che trascurabile: se da un lato, l'esigenza di rendere il Punto Zero facilmente identificabile porterebbe a porlo in corrispondenza delle stelle più brillanti, il requisito di inamovibilità porta ad escludere innanzitutto proprio quelle stelle, dal momento che la luminosità apparente di una stella è fortemente influenzata dalla sua vicinanza e le stelle più vicine sono contraddistinte da un moto proprio più evidente.

La soluzione che personalmente ritengo che gli antichi devano aver adottato, dopo aver sperimentato numerosi tentativi, è utilizzare come Punto Zero il punto di intersezione tra l'eclittica e la Via Lattea. La Via Lattea è infatti costituita da milioni di stelle molto lontane: la loro luminosità è dovuta non alla loro distanza, che è decisamente elevata, ma al loro numero. La distanza elevata fa sì che gli effetti del moto proprio siano sostanzialmente trascurabili.

La Via Lattea interseca l'eclittica in due punti: tra le costellazioni del Sagittario e dello Scorpione, e tra le costellazioni dei Gemelli e del Toro. Il primo di questi due punti identifica grosso modo la direzione in cui si trova, secondo i modelli astronomici moderni, il Centro Galattico. 

 
Il Punto Zero precessionale, tra le costellazioni dei Gemelli e del Toro
Il secondo punto è quello precessionalmente più prossimo alla nostra epoca, ed è il miglior candidato a fungere da Punto Zero zodiacale. Ciascuno dei due punti di intersezione forma una Croce Celeste, su cui il Sole viene ogni anno a trovarsi. Nel periodo compreso tra il 1980 ed il 2016, i due punti vengono a coincidere con i Solstizi invernale ed estivo, facendo apparire l'eclittica come un monte molto regolare, del tutto simile al Calvario.