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A differenza di quanto accade nei blog di news in tempo reale, dove il rapido invecchiamento delle notizie fa sì che l'argomento del giorno sia destinato ad essere ben presto archiviato, qui ci muoviamo in maniera differente: i post trattano "argomenti" su cui è possibile riflettere e di cui è possibile discutere: per questo motivo non è raro che un post venga aggiornato, o venga integrato attraverso i commenti degli autori o dei visitatori. L'obiettivo è arrivare alla costruzione di un quadro generale sempre più accurato e sempre più preciso. Un grazie a chi vorrà partecipare con commenti ed osservazioni.

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sabato 31 ottobre 2020

Il "Great Reset"

Ha suscitato in certo scalpore la lettera aperta di Mons. Carlo Maria Viganò al Presidente Trump: nel documento, l'ex Nunzio Apostolico degli Stati Uniti d'America, paventa l'avvento del Nuovo Ordine Mondiale, attraverso un piano che ha nella pandemia il proprio punto d'inizio. Per chi segue i temi profetici con sufficiente attenzione e da tempo, la lettera non costituisce una vera e propria novità: l'unica reale novità è la fonte da cui proviene, dal momento che mai, in passato, abbiamo assistito a fonti tanto autorevoli prendere posizioni così esplicite.


Ad alcuni lettori attenti alle dinamiche del web, la lettera potrebbe riportare alla mente il caso "Q", che non a caso ha recentemente inviato ai suoi seguaci, i "Q-Anons", espliciti appelli a monitorare con attenzione i progetti sociali, culturali ed economici che nascono sotto l'egida del "Great Reset":



Personalmente, nutro un certo scetticismo nei confronti di "Q" e dei Q-Anons, ma non allontaniamoci dal tema: penso che valga comune la pena lettere il testo di Mons. Viganò e su quella aprire eventualmente un confronto coi lettori.


Arcana Ricordo


Lettera aperta al presidente degli Stati Uniti d’America Donald J. Trump

Signor Presidente, mi consenta di rivolgermi a Lei, in quest’ora in cui le sorti del mondo intero sono minacciate da una cospirazione globale contro Dio e contro l’umanità. Le scrivo come Arcivescovo, come Successore degli Apostoli, come ex-Nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America. Le scrivo nel silenzio delle autorità civili e religiose: voglia accogliere queste mie parole come la «voce di uno che grida nel deserto» (Gv 1, 23).

Come ho avuto modo di scriverLe nella mia Lettera dello scorso giugno [a cui il Presidente Trump fece apertamente riferimento - N.D.R.], questo momento storico vede schierate le forze del Male in una battaglia senza quartiere contro le forze del Bene; forze del Male che sembrano potenti e organizzate dinanzi ai figli della Luce, disorientati e disorganizzati, abbandonati dai loro capi temporali e spirituali.

Sentiamo moltiplicarsi gli attacchi di chi vuole demolire le basi stesse della società: la famiglia naturale, il rispetto per la vita umana, l’amore per la Patria, la libertà di educazione e di impresa. Vediamo i capi delle Nazioni e i leader religiosi assecondare questo suicidio della cultura occidentale e della sua anima cristiana, mentre ai cittadini e ai credenti sono negati i diritti fondamentali, in nome di un’emergenza sanitaria che sempre più si rivela come strumentale all’instaurazione di una disumana tirannide senza volto.

Un piano globale, denominato Great Reset, è in via di realizzazione. Ne è artefice un’élite che vuole sottomettere l’umanità intera, imponendo misure coercitive con cui limitare drasticamente le libertà delle persone e dei popoli. In alcune nazioni questo progetto è già stato approvato e finanziato; in altre è ancora in uno stadio iniziale. Dietro i leader mondiali, complici ed esecutori di questo progetto infernale, si celano personaggi senza scrupoli che finanziano il World Economic Forum e l’Event 201, promuovendone l’agenda.

Scopo del Great Reset è l’imposizione di una dittatura sanitaria finalizzata all’imposizione di misure liberticide, nascoste dietro allettanti promesse di assicurare un reddito universale e di cancellare il debito dei singoli. Prezzo di queste concessioni del Fondo Monetario Internazionale dovrebbe essere la rinuncia alla proprietà privata e l’adesione ad un programma di vaccinazione Covid-19 e Covid-21 promosso da Bill Gates con la collaborazione dei principali gruppi farmaceutici. Aldilà degli enormi interessi economici che muovono i promotori del Great Reset, l’imposizione della vaccinazione si accompagnerà all’obbligo di un passaporto sanitario e di un ID digitale, con il conseguente tracciamento dei contatti di tutta la popolazione mondiale. Chi non accetterà di sottoporsi a queste misure verrà confinato in campi di detenzione o agli arresti domiciliari, e gli verranno confiscati tutti i beni.

Signor Presidente, immagino che questa notizia Le sia già nota: in alcuni Paesi il Great Reset dovrebbe essere attivato tra la fine di quest’anno e il primo trimestre del 2021. A tal scopo, sono previsti ulteriori lockdown, ufficialmente giustificati da una presunta seconda e terza ondata della pandemia. Ella sa bene quali mezzi siano stati dispiegati per seminare il panico e legittimare draconiane limitazioni delle libertà individuali, provocando ad arte una crisi economica mondiale. Questa crisi serve per rendere irreversibile, nelle intenzioni dei suoi artefici, il ricorso degli Stati al Great Reset, dando il colpo di grazia a un mondo di cui si vuole cancellare completamente l’esistenza e lo stesso ricordo. Ma questo mondo, Signor Presidente, porta con sé persone, affetti, istituzioni, fede, cultura, tradizioni, ideali: persone e valori che non agiscono come automi, che non obbediscono come macchine, perché dotate di un’anima e di un cuore, perché legate tra loro da un vincolo spirituale che trae la propria forza dall’alto, da quel Dio che i nostri avversari vogliono sfidare, come all’inizio dei tempi fece Lucifero con il suo «non serviam».

Molti – lo sappiamo bene – considerano con fastidio questo richiamo allo scontro tra Bene e Male, l’uso di toni “apocalittici”, che secondo loro esasperano gli animi e acuiscono le divisioni. Non c’è da stupirsi che il nemico si senta scoperto proprio quando crede di aver raggiunto indisturbato la cittadella da espugnare. C’è da stupirsi invece che non vi sia nessuno a lanciare l’allarme. La reazione del deep state a chi denuncia il suo piano è scomposta e incoerente, ma comprensibile. Proprio quando la complicità dei media mainstream era riuscita a rendere quasi indolore e inosservato il passaggio al Nuovo Ordine Mondiale, vengono alla luce inganni, scandali e crimini.

Fino a qualche mese fa, sminuire come «complottisti» coloro che denunciavano quei piani terribili, che ora vediamo compiersi fin nei minimi dettagli, era cosa facile. Nessuno, fino allo scorso febbraio, avrebbe mai pensato che si sarebbe giunti, in tutte le nostre città, ad arrestare i cittadini per il solo fatto di voler camminare per strada, di respirare, di voler tenere aperto il proprio negozio, di andare a Messa la domenica. Eppure avviene in tutto il mondo, anche in quell’Italia da cartolina che molti Americani considerano come un piccolo paese incantato, con i suoi antichi monumenti, le sue chiese, le sue incantevoli città, i suoi caratteristici villaggi. E mentre i politici se ne stanno asserragliati nei loro palazzi a promulgare decreti come dei satrapi persiani, le attività falliscono, chiudono i negozi, si impedisce alla popolazione di vivere, di muoversi, di lavorare, di pregare. Le disastrose conseguenze psicologiche di questa operazione si stanno già vedendo, ad iniziare dai suicidi di imprenditori disperati, e dai nostri figli, segregati dagli amici e dai compagni per seguire le lezioni davanti a un computer.

Nella Sacra Scrittura, San Paolo ci parla di «colui che si oppone» alla manifestazione del mistero dell’iniquità, il kathèkon (2Tess 2, 6-7). In ambito religioso, questo ostacolo è la Chiesa e in particolare il Papato; in ambito politico, è chi impedisce l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale.

Come ormai è evidente, colui che occupa la Sede di Pietro fin dall’inizio ha tradito il proprio ruolo, per difendere e promuovere l’ideologia globalista, assecondando l’agenda della deep church, che lo ha scelto dal suo gremio.

Signor Presidente, Ella ha chiaramente affermato di voler difendere la Nazione, One Nation under God, le libertà fondamentali, i valori non negoziabili oggi negati e combattuti. È Lei, Caro Presidente, «colui che si oppone» al deep state, all’assalto finale dei figli delle tenebre.

Per questo occorre che tutte le persone di buona volontà si persuadano dell’importanza epocale delle imminenti elezioni: non tanto per questo o quel punto del programma politico, quanto piuttosto perché è l’ispirazione generale della Sua azione che meglio incarna – in questo particolare contesto storico – quel mondo, quel nostro mondo, che si vorrebbe cancellare a colpi di lockdown. Il Suo avversario è anche il nostro: è il Nemico del genere umano, colui che è «omicida sin dal principio» (Gv 8, 44).

Attorno a Lei si riuniscono con fiducia e coraggio coloro che La considerano l’ultimo presidio contro la dittatura mondiale. L’alternativa è votare un personaggio manovrato dal deep state, gravemente compromesso in scandali e corruzione, che farà agli Stati Uniti ciò che Jorge Mario Bergoglio sta facendo alla Chiesa, il Primo Ministro Conte all’Italia, il Presidente Macron alla Francia, il Primo Ministro Sanchez alla Spagna, e via dicendo. La ricattabilità di Joe Biden – al pari di quella dei Prelati del “cerchio magico” vaticano – consentirà di usarlo spregiudicatamente, consentendo a poteri illegittimi di interferire nella politica interna e negli equilibri internazionali. È evidente che chi lo manovra ha già pronto uno peggiore di lui con cui sostituirlo non appena se ne presenterà l’occasione.

Eppure, in questo quadro desolante, in questa avanzata apparentemente inesorabile del «Nemico invisibile», emerge un elemento di speranza. L’avversario non sa amare, e non comprende che non basta assicurare un reddito universale o cancellare i mutui per soggiogare le masse e convincerle a farsi marchiare come capi di bestiame. Questo popolo, che per troppo tempo ha sopportato i soprusi di un potere odioso e tirannico, sta riscoprendo di avere un’anima; sta comprendendo di non esser disposto a barattare la propria libertà con l’omologazione e la cancellazione della propria identità; sta iniziando a capire il valore dei legami familiari e sociali, dei vincoli di fede e di cultura che uniscono le persone oneste. Questo Great Reset è destinato a fallire perché chi lo ha pianificato non capisce che ci sono persone ancora disposte a scendere nelle strade per difendere i propri diritti, per proteggere i propri cari, per dare un futuro ai propri figli. L’inumanità livellatrice del progetto mondialista si infrangerà miseramente dinanzi all’opposizione ferma e coraggiosa dei figli della Luce. Il nemico ha dalla sua parte Satana, che non sa che odiare. Noi abbiamo dalla nostra parte il Signore Onnipotente, il Dio degli eserciti schierati in battaglia, e la Santissima Vergine, che schiaccerà il capo dell’antico Serpente. «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8, 31).

Signor Presidente, Ella sa bene quanto gli Stati Uniti d’America, in quest’ora cruciale, siano considerati l’antemurale contro cui si è scatenata la guerra dichiarata dai fautori del globalismo. Riponga la Sua fiducia nel Signore, forte delle parole dell’Apostolo: «Posso tutto in Colui che mi dà forza» (Fil 4, 13). Essere strumento della divina Provvidenza è una grande responsabilità, alla quale corrisponderanno certamente le grazie di stato necessarie, ardentemente implorate dai tanti che La sostengono con le loro preghiere.

Con questo celeste auspicio e l’assicurazione della mia preghiera per Lei, per la First Lady, e per i Suoi collaboratori, di tutto cuore Le giunga la mia Benedizione.

God bless the United States of America!

+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo Titolare di Ulpiana
già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America

Domenica 25 ottobre 2020
Solennità di Cristo Re


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Primo punto da chiarire: non metto in dubbio le buone intenzioni di Mons. Viganò. I movimenti che stanno sconvolgendo l'America ed il mondo intero lasciano senza parole, per l'ostentazione con cui vengono apertamente messe in discussione i valori fondanti della società; quelli che hanno sostenuto l'evoluzione umana fino ad oggi: salute, famiglia, occupazione, economia, diritto.

Sicuramente, il senso di stabilità e sicurezza che quei valori hanno contribuito a creare, è stata la base sulla quale le civiltà si sono consolidate, generando prosperità, cultura, bellezza ed arte. E' evidente, è sotto gli occhi di noi tutti che la bellezza non può nascere se non da una educazione all'osservazione e una attenzione al dettaglio che non possono nascere in un contesto di miseria e di sussistenza. In un contesto di pace duratura, di stabilità e prosperità si sono potute generare le condizioni per la coltivazione dell'armonia e dell'amore. Ecco perché siamo così spaventati dalle prospettive di cambiamento che minano alla base quei valori sociali a cui tanto diamo importanza.

Ma fin qui non ho detto nulla di nuovo ... mi sono limitato a dare ragione a Mons. Viganò. Il punto su cui però vorrei stimolare la riflessione, è che nei Vangeli, Gesù non si esprime mai in difesa di quei "valori fondanti" che ho elencato poco sopra! I Cristiani, purtroppo, leggono troppo poco i Vangeli, forse perché percepiscono quei testi come manifesto di una visione del mondo antiquata e bigotta che certa Chiesa ha finito suo malgrado per rappresentare. Se quei testi venissero semplicemente letti, senza l'aspettativa di doverci trovare dentro concetti già noti, e senza il pregiudizio che anima le nostre posizioni nei confronti della religione, scorpriemmo qualcosa di più sul giudizio di Cristo nei confronti della nostra Società e in ultima analisi di noi stessi. Come ho più volte avuto modo di spiegare, il Vangelo è un testo in cui la nostra parte più profonda trova modo di esprimersi e a guardare dentro noi stessi.



Il primo aspetto che vorrei sottolineare è che la società odierna, l'attuale "ordine mondiale", non ha nulla di affascinante per Gesù:


Gesù rispose:

«O generazione incredula e perversa
Fino a quando sarò con voi?
Fino a quando vi sopporterò?
Portatelo qui da me».



Mi dicano, i lettori, chi sono coloro che appartengono alla "generazione incredula e perversa"? Gli antichi Romani? I Farisei? O forse i suoi stolti discepoli, che continuano a non credere alla Sua potenza e alla Sua venuta? La risposta è molto più vicina di quanto non tendiamo a credere: per vedere un magnifico esemplare di appartenente a quella generazione infausta, ognuno di noi non ha che da guardarsi allo specchio ... Il termine "Generazione" è un termine tecnico: non qualifica coloro che tra una quarantina d'anni saranno morti e che avranno dato alla luce un certo numero di eredi; identifica coloro che appartengono ad un determinato stadio evolutivo.

In uno dei suoi seminari, Salvatore Brizzi parla più propriamente di "generazione animica", riferendosi a quelle anime che hanno raggiunto un determinato livello evolutivo e si sono incarnate in un determinato periodo storico. L'analisi della simbologia celeste presente nei Vangeli porta ad identificare la "Generazione" come l'insieme di coloro che si trovano nello stato evolutivo proprio di un particolare emiciclo precessionale. Nel Vangelo di Giuda, alla "Generazione Malvagia e Perversa", Gesù contrappone la "Generazione Grande e Santa", quella - intendiamo - a cui appartiene il "Figlio dell'Uomo", espressione che Gesù attribuisce a Se Stesso, in quanto incarnazione dello stato evolutivo a cui l'Umanità è destinata:


Essi gli dissero:
“Maestro, dove sei andato e
che cosa hai fatto quando ci hai lasciati?”

Gesù disse loro:
“Sono andato da un’altra generazione grande e santa”.



Gesù non perde occasione per smontare i "valori" che costituiscono il fondamento su cui si ergono le Cività costituitesi in seno a questa "Generazione" ... solo che non diamo mai importanza alle Sue parole! Vediamoli uno per uno.



E uno gli disse:
«Tua madre e i tuoi fratelli
sono là fuori che cercano di parlarti».

Ma egli rispose a colui che gli parlava:
«Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?»

E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse:
«Ecco mia madre e i miei fratelli!
Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli,
mi è fratello e sorella e madre».


La Società contemporanea attribuisce la cura della prole principalmente ai genitori biologici, spesso senza curarsi dei sacrifici che due persone devono sostenere per poter affrontare un simile compito. A ragione, la cultura conservatrice risconosce nella Famiglia il nocciolo sacro entro cui può svilupparsi la crescita interiore ed esteriore dell'individuo; tuttavia, Gesù propone un evidente ampliamento del concetto di Famiglia, fino a far raggiungere al ristretto nucleo degli affetti sostenuti da legami biologici una dimensione universale. Il punto è che il motore che consente la crescita dell'individuo non può che essere l'amore incondizionato: se tutti noi fossimo in grado di ricevere l'altro, chiunque egli sia, accogliendolo ed amandolo esattamente per quello che è, in ogni situazione, non avremmo più bisogno della "famiglia" biologica. L'individuo disporrebbe in ogni istante di tutte le sicurezze necessarie per crescere in armonia con se stesso e col proprio prossimo. Gesù non sembra riconoscere particolare valore al legame biologico, ma anzi, anziché ricondurre i figli verso i genitori, esorta questi ultimi a concedere ai piccoli un inatteso livello di libertà: "Lasciate che i bimbi vengano a me". In questo senso, lasciano sbigottiti gli egoismi di chi, al giorno d'oggi, pur riscoprendosi nella condizione di chi non può avere un figlio, escogita sistemi più o meno complessi per diventare genitore ... L'universalità proposta da Gesù annulla la necessità di espressioni come "famiglia allargata", "famiglia lgbt", ecc. ... semplicemente inglobandole nella meravigliosa armonia di un amore che trascende qualsiasi classificazione.



Guardate gli uccelli del cielo:
non seminano, non mietono, non raccolgono in granai,
e il Padre vostro celeste li nutre.
Non valete voi molto più di loro?

E chi di voi può, con la sua preoccupazione,
aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita?

E perché siete così ansiosi per il vestire?
Osservate come crescono i gigli della campagna:
essi non faticano e non filano;
eppure io vi dico che neanche Salomone,
con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro..


Fin da bambini veniamo abituati ad espressioni come "il lavoro nobilita l'uomo", l'educazione famigliare e scolastica portano ad attribuire la massima importanza alla realizzazione di una attività, addirittura la Costituzione Italiana, ritenuta una delle più belle del mondo, inizia dicendo: "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro". Siamo talmente legati a questo concetto del lavoro che spesso utilizziamo il lavoro per qualificare interamente noi stessi: quanti dicono "mi chiamo Mario, sono un ingegnere", anziché un più onesto: "Mi chiamo Mario e faccio l'ingegnere"? Com'è possibile quindi che Gesù sembri non riservare quasi la minima importanza ad un elemento che nelle nostre vite risulta tanto pervasivo? Il Signore arriva addirittura a dire - questo mi pare il senso della Sua affermazione - che ciò che una persona ottiene, lo ottiene non in virtù degli sforzi che ha fatto per arrivare ad un determinato risultato, ma per Volere del Padre. Questo significa che la Grazia del Signore potrebbe essere altrettanto generosa se lasciassimo le nostre attività? Nì ... come al solito, Gesù è infinitamente più rivoluzionario. Il lavoro, per il Signore, non ha valore in quanto strumento finalizzato all'ottenimento di un compenso necessario al sostentamento, ma come esperienza in cui l'individuo è portato ad esprimersi e contestualmente ad imparare. Tuttavia, l'esperienza, non di per sé legata al concetto di lavoro, ma al concetto di esistenza. Il lavoro altro non è che il contesto in cui può svilupparsi la nostra esistenza. La chiave di volta per colmare il divario tra il brano di Matteo e l'Art. 1 della Costituzione non è eliminare il "lavoro", ma sublimarlo al concetto di "strumento utile all'espressione di sè". Ebbene, l'unico modo certo per assicurarsi che questa sublimazione avvenga è assicurare che il lavoro avvenga in modo del tutto gratuito. Immaginiamo - ci suggerisce il Signore - un mondo in cui ognuno produce a titolo completamente grautito per gli altri. Chi costruisce case, chi oggetti utili, chi offre servizi, semplicemente per il piacere di farlo e di crescere. La gratuità di ciascun servizio potrerebbe inevitabilmente i fruitori di beni e servizi a goderne a titolo completamente gratuito. Questo sarebbe possibile soltanto in un contesto sociale di assoluta armonia, come quello illustrato alla voce "famiglia", ma è altrettanto vero che la disponibilità di amore incondizionato, offerto a chiunque, in qualsiasi istante della vita, preverrebbe la genesi dei traumi, che portano adesso un individuo a rinunciare a fornire volontariamente il proprio contributo al mondo, in assenza di un compenso ...

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Ho intenzione di estendere questo elenco, magari riportandolo ad uno o nuovi post appositamente dedicati ... ma la domanda di fondo è: siamo proprio sicuri di voler difendere a spada tratta il nostro mondo ed il nostro modo di vivere?

sabato 24 ottobre 2020

Il tempo dei Crop Circles

In questo post illustro una scoperta fatta diverso tempo fa, che non ho mai reso evidente, se non in alcune chiacchierate informali. Per carità, nulla di rivoluzionario, ma sicuramente si tratta di qualcosa di curioso, in merito ad un tema che a me ha sempre affascinato: quello dei "cerchi nel grano".


Arcana Ricordo


Già li vedo, quelli che storcono in naso ... i cerchi nel grano, la bufala degli anni '90! Personalmente, ho una certa avversità a chi utilizza i termini "bufala" o "fake news", o tutte le amenità del genere vomitate dai TG addosso agli spettatori. La verità ha sempre molte sfaccettature e nessuno ha gli elementi per poterle cogliere tutte. Non sto dicendo che non esistano le "fake news", ossia che non esistano figure che in buona o cattiva fede, divulgano notizie false o errate.


Il problema è che troppo spesso, chi utilizza i termini "fake news" o "bufala", lo fa in maniera superficiale, senza davvero verificare la rispondenza al vero delle argomentazioni che qualifica come false. La verifica delle affermazioni dovrebbe sempre avvenire, in qualunque contesto. I crop circles sono stati oggetto di aspri dibattiti tra chi sosteneva una loro origine "anomala" e chi invece li qualificava come opere realizzate da personaggi un po' estrosi, ma assolutamente umani.


Il mio personale parere è che l'argomento non è mai stato affrontato in maniera seria: numerose testimonianze in tutto il mondo hanno associato il fenomeno dei crop circles alla presenza di "bowls", le sfere luminose; in alcuni casi, sono stati prelevati campioni di spighe recanti segni di bruciatura in corrispondenza dei punti di piegatura; in parecchi casi, testimoni oculari hanno affermato di aver trovato nei crop circles resti di insetti carbonizzati; in una elevata percentuale di casi, le spighe a terra sono risultate intrecciate, rivelando una tecnica di allettamento tutt'altro che scontata. Tutte queste evidenze sono state semplicemente derubricate a suggestioni e l'evidente riduzione del fenomeno nel corso degli anni, in termini qualitativi e quantitativi, ha consentito la diffusione delle più confortevoli e tranquillizzanti posizioni "ortodosse".


In vita mia, mi è capitato una sola volta di addentrarmi all'interno di una formazione: era il 20 Giugno 2015. Durante la visita, non ho avuto particolari sensazioni, non ho visto segni di bruciatura su spighe o insetti, non ho provato sensazioni particolari o giramenti di testa. Ma ho potuto constatare la cura con cui era stato realizzato il disegno, il fatto che nessuna delle spighe a terra era stata spezzata (almeno fino all'arrivo dei visitatori come me): erano state tutte garbatamente piegate e intrecciate, in maniera più o meno regolare.


Bordi del disegno piuttosto precisi
(cliccare per ingrandire)


Spiche Intrecciate
(cliccare per ingrandire)


Spiche piegate e non spezzate
(cliccare per ingrandire)


La qualità dell'opera non era tale da escludere una fattura umana, tuttavia mi pareva che la teoria delle "corde e assi" fosse poco convincente: mi sembrava improbabile - non significa impossibile - che un simile risultato potesse essere ottenuto con semplici metodi meccanici. Lo ammetto, questa visita non ha risolto nessuno dei miei interrogativi; semmai, ne ha creati di nuovi. Faccio i più vivi complimenti a chi nel corso degli anni si è prodigato per dimostrare che un crop circle può essere realizzato da esseri umani, attraverso strumenti più o meno complessi, ma contesto la posizione di chi utilizza questa dimostrazione per asserire che nessuna formazione può aver avuto una origine anomala. Ogni caso è un caso a sé e va esaminato senza pregiudizio.


Ma alla fine, che cosa c'entra tutto questo discorso con i temi di cui ci occupiamo solitamente? Che c'entrano i cerchi nel grano con i moti celesti, i Vangeli e la precessione degli equinozi? Il punto di congiunzione viene osservando un dato statistico, generato da chi nel corso degli anni ha tenuto conto del numero di formazioni apparse in tutto il mondo e le ha pazientemente catalogate: il sito web www.cropcirclecenter.com. Secondo questa fonte, primario riferimento degli appassionati del settore, i cerchi nel grano sono un fenomeno piuttosto antico, tuttavia il loro numero ha subìto una evidente intensificazione tra gli anni '80 e '90, per poi iniziare a ridursi sensibilmente. Mi sono preoccupato di prelevare dal sito il numero totale di crop circles apparsi durante gli anni e ho ottenuto il grafico seguente:


fonte: www.cropcirclecenter.com


L'anno in cui è stato registrato il maggior numero di formazioni è senz'altro il 1991, quando il fenomeno era diventato di costume ed imperversava il dibattito sulle origini delle formazioni. Tuttavia la curva tendenziale in rosso, che esclude i massimi e i minimi locali, evidenzia come la diffusione del fenomeno abbia raggiunto il proprio apice nell'anno 1998. A mio avviso, il 1998 è stato - più o meno - anche l'anno in cui le formazioni hanno raggiunto la loro massima complessità ed estensione.


E' possibile che il numero di formazioni rilevate che superano la soglia indicata dalla curva di andamento tendenziale sia costituito da quelle generate sicuramente da esseri umani (considerati quindi "non autentici")? Potrebbe essere, considerato che negli anni '90 molti si divertivano a creare formazioni assolutamente sgraziate, rendendo evidente una fattura con metodi molto rozzi. I dati relativi agli anni '80 invece potrebbero essere incompleti, dal momento che il fenomeno, benché conosciuto, era ritenuto poco interessante (consultando l'archivio di Crop Circle Center ci si accorge che le formazioni di quegli anni erano estremamente semplici: per la maggior parte costituite da un semplice cerchio) e non veniva ancora attuata una raccolta sistematica delle segnalazioni.


La curva tendenziale rivela una correlazione con l'altro fenomeno di cui abbiamo ampiamente parlato in questa sede: l'allineamento solstiziale degli anni 1980-2020. I lettori ricorderanno come nel 1997, l'astronomo belga Jean Meeus, abbia raccolto nel volume "mathematical astronomy morsels" una serie di studi, fra i quali compariva il seguente "Ecliptic and galactic equator", che riporto in forma integrale.






Il calcolo mette in evidenza come il punto solstiziale si sia perfettamente allineato con l'equatore galattico nell'anno 1998. Questo significa che se noi avessimo proiettato il disco solare in corrispondenza della "croce celeste" formata da eclittica ed equatore galattico, il sole equinoziale avrebbe iniziato a sovrapporsi al disco nel 1980 e avrebbe terminato nel 2016.


Nel 1998 il sole solstiziale ha raggiunto
il massimo allineamento con la croce celeste





Il disco grigio (A) rappresenta la proiezione del disco solare, centrata sul punto di intersezione tra eclittica ed equatore galattico. Il disco giallo (B) rappresenta la posizione del Sole nel giorno del solstizio. Nel corso degli anni, il punto solstiziale si è mosso lungo l'eclittica, raggiungendo e superando il punto di intersezione. La curva in figura, descritta dalle due funzioni sulla destra, rappresenta l'area dell'intersezione tra il disco (A) ed il disco (B) in funzione della posizione x del disco B. Per semplificazione di calcolo, si è assunto che i dischi (A) e (B) abbiano raggio unitario. Il punto di coordinata zero corrisponde all'anno 1998.



La curva di sovrapposizione solstiziale e la statistica di comparizione dei crop circle hanno alcune caratteristiche in comune. Entrambi i fenomeni hanno raggiunto il proprio apice nel 1998 e le loro code si propagano in un intervallo temporale di più di 40 anni. Questo lungo periodo di tempo è stato contrassegnato da cambiamenti importanti, che hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere, come mai era accaduto in precedenza. I cerchi nel grano hanno sottolineato questi cambiamenti, entrando nell'immaginario collettivo e generando una risposta spontanea dai "crop creators", che hanno arricchito la collezione delle formazioni autentiche con altre altrettanto affascinanti. A questo punto, a me la domanda sorge spontanea: esiste una relazione tra il fenomeno dei cerchi nel grano e l'allineamento solstiziale col centro galattico?


La domanda è destinata a restare senza risposta ancora per parecchio tempo, ma apre prospettive assolutamente affascinanti: siamo proprio sicuri di voler categoricamente escludere la possibilità che i cerchi nel grano, i loro splendidi disegni, che fanno sempre riferimento all'armonia delle forme, siano messaggi generati da una intelligenza superiore a noi? Intendiamoci, non sto necessariamente parlando di alieni qui ... ma di una forma di intelligenza che potrebbe aver sede nei fenomeni naturali che diamo per scontati: il Cielo e la Terra. Sappiamo già che l'interazione del vento solare con il campo magnetico terrestre è in grado di generare quel fenomeno così raro quanto meraviglioso che è l'aurora boreale. Siamo così certi di aver maturato conoscenze scientifiche tali da poter ragionevolmente escludere la possibilità che alterazioni locali del campo magnetico non possano generare queste forme, tanto armoniose e complesse? E nel caso, saremmo disposti ad ammettere che con ogni probabilità, quegli astri che tendiamo a ritenere corpi inerti non possono invece non avere una intelligenza e forse ... un'anima?

lunedì 6 luglio 2020

La Creazione del Cielo


In attesa di riuscire a pubblicare i nuovi contenuti, propongo un approfondimento scritto diverso tempo fa, incentrato sul tema della moltiplicazione dei pani e dei pesci, a cui si accenna all'inizio del video "La Passione - Parte II".


Arcana Ricordo





La Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci

La "moltiplicazione dei pani e dei pesci" è uno dei passi evangelici che mi hanno sempre affascinato. Il Vangelo di Marco ritiene questo "miracolo" talmente importante, da riportarlo ben due volte. In entrambi i casi, la narrazione è talmente essenziale che si potrebbe pensare ad una manomissione del testo .. purtroppo in assenza di riferimenti, il lettore comune si scoraggia e rinuncia a comprendere. Ma occorre ricordare che il Vangelo è anche un testo esoterico: ogni mancanza è assolutamente calibrata, dosata, con grande sapienza, per far emergere una domanda che nasce nei piani sottili. La risposta a quella domanda può essere soltanto interiore. Tuttavia, molto spesso anche il cielo si rivela spesso in grado di fornire risposte sorprendenti agli enigmi del Vangelo: questo è ciò che avviene anche in questo caso. Ma andiamo con ordine, partendo da una lettura del testo di Marco, capitolo 6:


Come Gesù fu sbarcato, vide una gran folla e ne ebbe compassione,
perché erano come pecore che non hanno pastore;
e si mise a insegnare loro molte cose.

Essendo già tardi, i discepoli gli si accostarono e gli dissero:
«Questo luogo è deserto ed è già tardi;
lasciali andare, affinché vadano per le campagne
e per i villaggi dei dintorni e si comprino qualcosa da mangiare».
Ma egli rispose: «Date loro voi da mangiare».

Ed essi a lui: «Andremo noi a comprare del pane
per duecento denari e daremo loro da mangiare?»

Egli domandò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere».
Essi si accertarono e risposero: «Cinque, e due pesci».
Allora egli comandò loro di farli accomodare a gruppi sull'erba verde;
e si sedettero per gruppi di cento e di cinquanta.

Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, e,
alzati gli occhi verso il cielo, benedisse e spezzò i pani,
e li dava ai discepoli, affinché li distribuissero alla gente;
e divise pure i due pesci fra tutti.

Tutti mangiarono e furono sazi,
e si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane,
ed anche i resti dei pesci.

Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.


[Mc. 6, 34-44]


Gli Ordini di Gesù

Gli “ordini” di Gesù sono alcuni tra i passi evangelici che meglio si prestano a sperimentare la chiave di interpretazione astronomica / astrologica. Con l’espressione “ordini di Gesù”, indico alcune, precise istruzioni, con le quali il Maestro indica ai discepoli i preparativi che devono essere predisposti in determinate occasioni, o i compiti che devono essere svolti per affrontare situazioni difficoltose. Dal punto di vista narrativo, gli ordini di Gesù sono preceduti soltanto dalla descrizione della situazione in cui essi vengono impartiti, e seguiti unicamente dal resoconto degli effetti che questi hanno.


In tutti i casi, Gesù impartisce i propri comandi senza alcun preavviso, senza che sia stata creata quella “suspense” narrativa che precede, in ogni buon romanzo, l’istante in cui il personaggio chiave prenderà la parola. Il lettore sensibile, nella lettura dei passi, potrebbe provare un leggero senso di sorpresa, come se si trovasse di fronte ad uno stacco narrativo, ad un cambio di registro. Gesù si esprime con decisione ed autorevolezza, ma allo stesso tempo con grande semplicità; usa un linguaggio senza sottintesi e senza sbavature.


Addirittura, arriva ad assumere un tono leggermente sbrigativo, come se ritenesse di fornire informazioni che non necessitano di particolari spiegazioni. Del resto, le Sue aspettative sono pienamente soddisfatte: l’esecuzione dei suoi comandi è sempre eseguita con la massima tempestività e senza discutere, anzi, i discepoli seguono con grande naturalezza le istruzioni ricevute, come se nell’obbedienza a Gesù stessero rispondendo alla propria indole e alla propria volontà.


Ne è un primo esempio l’ordine che precede la famosa moltiplicazione dei pani e dei pesci, che consente di sfamare la numerosissima folla di fedeli, che lo raggiunge in aperta campagna per ascoltarlo. Appena prima del pasto, Gesù fornisce loro istruzioni precise per la distribuzione del cibo:


Allora egli comandò loro
di farli accomodare […] sull'erba verde […]
a gruppi di cento o cinquanta


[Mc. 6, 39]


Si potrebbe essere tentati di non dar peso alla richiesta, ma questo atteggiamento porta a non cogliere alcuni dettagli importanti. Il primo sforzo che occorre fare è contestualizzare la richiesta, analizzando i fatti così come vengono riportati. L’episodio inizia quando il Maestro, di ritorno da una uscita in mare, viene in contatto con una folla di pellegrini, giunti da ogni parte del mondo per ascoltare la sua parola ed i suoi insegnamenti:


Il passo è evidentemente criptico e suscita diversi, importanti interrogativi, molti dei quali emergono a causa della mancanza di alcuni elementi significativi: come spesso accade, occorre prestare attenzione più che agli elementi che mancano che non a quelli presenti.


Domande

La prima domanda riguarda l’argomento dell’insegnamento di Gesù, che non è riportato. Il passo riferisce come il Maestro, commosso dalla vista della folla di pellegrini, decida di accorrere in loro soccorso:


e si mise a insegnare loro molte cose.


[Mc. 6, 34]


L’argomento di cui il Maestro decide di parlare, scaturito dal profondo sentimento che la loro vista suscita in Lui, non può che essere di grande interesse: in un passo del Vangelo di Matteo, che presenta numerose analogie con quello in esame, Gesù elenca le “beatitudini” riservate a coloro che accedono al Regno dei Cieli. L’evangelista Marco sceglie di non riferire il tema dell’insegnamento di Gesù, limitandosi ad esporre ciò che accade a fine giornata. Come si spiega questa scelta?


Un’altra sorprendente omissione concerne il miracolo in sé, di cui il testo non fa menzione, limitandosi a riferire come il Signore:


alzati gli occhi verso il cielo, benedisse e spezzò i pani,
e li dava ai discepoli, affinché li distribuissero alla gente;
e divise pure i due pesci fra tutti.


[Mc. 6, 41]


Come mai un prodigio tanto importante, come la moltiplicazione di una risorsa alimentare, non viene espressamente riportato, ma viene sottinteso, e lasciato all’immaginazione del lettore?


Ammettendo poi che Gesù desiderasse distribuire alla folla la moltitudine di pani e di pesci ottenuti mediante “moltiplicazione” delle poche risorse alimentari disponibili, ci si sarebbe aspettati che il Maestro richiedesse a ciascuno dei pellegrini di avvicinarsi a lui, per ritirare la propria porzione, in maniera analoga a quanto accade durante il rito eucaristico cristiano. Al contrario, Gesù richiede espressamente alle persone di sedersi, ossia di non muoversi: il che, porta a ipotizzare che il Maestro desideri incaricare i suoi fedelissimi della distribuzione del cibo, o che devano essere organizzate lunghe catene di persone, per passare le razioni di mano in mano. Non è strano che il Vangelo trascuri di descrivere gesti, a cui sarebbe inevitabile attribuire un elevatissimo significato simbolico?


Ma non è finita: Gesù comanda anche ai convenuti di formare gruppi piuttosto numerosi, obbligando i pellegrini a consumare il pasto anche in compagnia di persone che non conoscono. Che senso ha questo ordine? Perché non è consentito, a chi lo desiderasse, di appartarsi, per poter meditare, durante il pasto, sugli insegnamenti appena ricevuti?


Nonostante le numerose lacune, il Vangelo non trascura di fornire un particolare decisamente curioso, indicando come l’auditorio del Maestro fosse costituito da 5.000 persone. Che senso ha riferire il numero di persone che ascoltavano Gesù? Fornire una testimonianza della notorietà del Maestro? O forse fornire un resoconto del potere dei Suoi miracoli? Tra l’altro, un pubblico tanto numeroso, pone anche un non trascurabile problema di natura acustica. Una folla di 5.000 persone occupa circa 1.200 metri quadri: se Gesù avesse richiesto ai pellegrini di disporsi attorno a lui formando semicerchi concentrici, i più lontani si sarebbero trovati ad almeno 25 metri di distanza. In aperta campagna, senza vincoli architettonici o naturali, le onde sonore si disperdono con facilità, ed ascoltare una persona che parla a 25 metri di distanza è letteralmente un’impresa.


Per avere una idea delle difficoltà insite nel parlare ad una simile folla, si consideri che in epoca romana, l’obiettivo di rendere una voce intellegibile ad un pubblico di 5.000 persone, veniva raggiunto costruendo strutture apposite, caratterizzate da una forma ad imbuto, in grado di concentrare le onde sonore. Il Teatro di Taormina, risalente probabilmente al II sec. a.C., disponeva al momento della sua inaugurazione di poco più di 5.000 posti.


Il Teatro di Taormina


Ritengo che non sia impossibile dare una risposta alle domande appena esposte, ma occorre un cambiamento radicale del punto di vista. Occorre osservare con attenzione gli eventi, a partire dalla moltitudine di individui, che suscita in Gesù una grande compassione. Il Maestro dedica loro l’intera giornata, catturando l’attenzione dei presenti, al punto tale che nessuno sembra avvertire lo scorrere del tempo: tutti sono completamente assorti dalla dottrina di quell’uomo sapiente, che non si accorgono dell’approssimarsi del tramonto. Constatato che l’ora tarda impedirebbe ai pellegrini di raggiungere per tempo un luogo dove rifocillarsi, prima che l’oscurità avvolga ogni cosa, Gesù decide di dare loro nutrimento, ed opera il "miracolo della moltiplicazione" dei pani e dei pesci.


Le Stelle

L’ordine di far sedere le persone sull’erba viene impartito appena prima della cena. Il riferimento all’erba verde indica innanzitutto che la scena si svolge in un prato, probabilmente posto a breve distanza dalla riva del mare, tant’è vero che Gesù poteva vedere la folla “sbarcando”. Il luogo è “isolato”, quindi dobbiamo desumere che non ci siano case nei paraggi. Né viene riportata la presenza di alberi: forse qualche albero ci sarà stato, ma di sicuro la scena non si svolge in una foresta. L’ora è quella del crepuscolo, ed in assenza di indicazioni specifiche, possiamo ipotizzare che il tempo meteorologico sia buono:


Essendo già tardi, i discepoli gli si accostarono e gli dissero:
«Questo luogo è deserto ed è già tardi;


[Mc. 6, 35]


Quindi è possibile concludere con ragionevole certezza che non appena il sole sarà tramontato, i pellegrini potranno ammirare il cielo notturno in tutta la sua maestosità. L’apparizione delle stelle non viene ignorata da Gesù, che anzi indica esplicitamente il punto verso cui orientare lo sguardo, per comprendere il senso dell’episodio:


alzati gli occhi verso il cielo […]


[Mc. 6, 41]


Il fatto che si stia parlando di stelle, viene confermato alla fine dell’episodio, dove viene fornita una informazione apparentemente inutile:


Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.


[Mc. 6, 44]


Secondo gli antichi, 5.000 è proprio il numero di stelle visibili ad occhio nudo, in una notte tersa e senza luna piena. Nell’oscurità della notte, il blu del cielo si confonde con il verde del prato, ed i 5.000 pellegrini, alzando lo sguardo verso il cielo, si riflettono nelle 5.000 stelle visibili. Le stelle, come sappiamo, occupano posizioni fisse sulla sfera celeste, e non a caso i pellegrini sono seduti sull’erba, cioè immobili l’uno rispetto all’altro. Il prato è quindi una immagine speculare del cielo notturno, dove ciascuno dei convenuti interpreta il ruolo di una stella. In questo senso, diventa evidente il fatto che il comando del Signore è una semplice e diretta espressione dell’ordine naturale delle cose, e come tale non può essere in alcun modo trasgredito:


Allora egli comandò loro di farli accomodare a gruppi sull'erba verde;


[Mc. 6, 39]


Anzi, l’ordine naturale e la Volontà di Gesù sono la stessa cosa: nessuno dei due può cambiare senza che anche l’altro cambi. Così, il Signore ordina ai pellegrini di disporsi “a gruppi”, e questi, intendendo perfettamente la Sua Volontà, imitano esattamente la distribuzione delle stelle sulla volta celeste:


e si sedettero per gruppi di cento e di cinquanta.


[Mc. 6, 40]


In effetti, le stelle appaiono più dense in alcuni punti del cielo, e meno in altri: sembrano formare aggregati che comprendono un numero compreso tra 50 e 100 elementi.


L’identificazione dei cinquemila pellegrini con le stelle, consente di formulare una nuova ipotesi circa il ruolo interpretato da Gesù nel passo in esame. Nel Vangelo, il Maestro simboleggia spesso l’insieme delle più alte facoltà umane, a cui possono essere ascritte sia le virtù dell’anima, sia quelle dell’intelletto. A mio avviso, nel passo in esame Gesù rappresenta la capacità cognitiva dell’essere umano, ossia quella facoltà che consente ad ogni individuo che percepisce un fenomeno naturale, di associare a quel fenomeno un concetto, e quindi un significato, che gli consente, per esempio, di correlarlo ad altri concetti.


Il Significato

Le discipline esoteriche, solite a ricercare corrispondenze tra la realtà materiale e quella interiore, vanno oltre, stimolando l’individuo a chiedersi quale sia il significato dei fenomeni naturali, ossia il motivo per cui esistono. L’individuo che riesce a considerare la realtà materiale uno specchio del proprio mondo interiore, può trovare in essa tutti gli stimoli necessari a conoscere il più difficile oggetto d’indagine con cui egli può entrare in contatto: se stesso.


Così, la commozione che Gesù prova alla vista dei pellegrini è proprio lo sgomento che l’animo umano sperimenta, constatando che le sue facoltà cognitive sono inadeguate a trovare un senso alla magnificenza e alla maestosità del cielo stellato. Lo spettacolo delle stelle, sparse sulla volta celeste in maniera casuale, che si muovono seguendo i movimenti del cielo notturno, come pecore senza pastore, ricordano all’uomo la sua fragilità e la sua piccolezza di fronte alla vastità del cosmo. E non sto qui parlando degli spazi interstellari, dei miliardi di anni-luce che secondo la scienza ci separano dall'estremo limite dell'universo percepibile, ma della semplice immensità della volta celeste, resa tanto più evidente dalla presenza e dal numero delle stelle.


Gesù intraprende l’unica via d’uscita percorribile, contribuendo a restituire all’uomo la sua originaria grandezza: cerca di dare un senso alla visione del cielo, riconducendo l’infinità del cosmo e la lucentezza delle stelle a idee, che l’uomo può creare, o ritrovare, in sé stesso. Come ogni altro aspetto della realtà, l’universo intero trova un proprio corrispondente all’interno dell’individuo: in questo senso, l’uomo racchiude in sé, letteralmente, l’intero universo.


Il primo passo che Gesù compie è cercare di mettere ordine nel caos della natura. L’identificazione degli aggregati stellari costituì nell’antichità un primo tentativo di classificazione degli astri, intrapreso da tutte le popolazioni del mondo antico. In ogni gruppo era possibile individuare da 5 a 20 stelle circa, che erano mediamente più luminose delle altre, e queste venivano utilizzate come “guida” per il riconoscimento delle diverse porzioni di cielo.


Tuttavia, assimilare e memorizzare forme e dimensioni dei diversi aggregati stellari richiedeva comunque un sforzo non indifferente: i moderni studiosi di scienze cognitive hanno mostrato come la memoria umana non sia progettata per ricordare informazioni casuali; ricordare la distribuzione casuale di in gran numero di palline su una superficie piana, o una lunga sequenza casuale di numeri, presenta parecchie difficoltà. Al contrario, i concetti più facilmente memorizzabili sono quelli in cui è possibile organizzare le informazioni secondo logiche associative e gerarchiche: la memoria tende infatti a richiamare le informazioni per analogia.


I partecipanti ai campionati di memoria, abituati a ricordare lunghe sequenze di numeri non ordinati, cercano in molti casi di sfruttare le capacità associative della mente umana, anche per memorizzare informazioni casuali. L’espediente mnemonico che utilizzano consiste nel creare associazioni mentali tra ciascun elemento della sequenza e significati scelti arbitrariamente, che offrono un ampio spettro di possibili correlazioni. Gli elementi della sequenza vengono quindi a corrispondere a sequenze di significati, facilmente memorizzabili.


I significati che vengono associati agli elementi della sequenza possono essere luoghi e personaggi di storie immaginarie, che in qualche modo consentono al partecipante alla gara di ricostruire mentalmente la sequenza originaria. La creazione di queste storie è un atto creativo, di pura immaginazione: gli antichi davano enorme importanza a questa facoltà umana, che consideravano una delle più preziose virtù umane. Nel Vangelo, l’unico personaggio in grado di esprimere queste facoltà è sempre e solo Gesù.


Gli antichi impararono ad utilizzare l’immaginazione, unita ad opportuni espedienti mnemonici, per facilitare il riconoscimento delle migliaia di puntini luminosi disposti casualmente sulla superficie buia del cielo notturno. Gesù ripercorre le tappe che portarono a questo straordinario traguardo umano, allestendo sul prato un complesso rituale insieme ai pellegrini. Il primo gesto che il Signore compie è destinato a diventare uno dei simboli più forti della cristianità:


alzati gli occhi verso il cielo, benedisse e spezzò i pani,


[Mc. 6, 41]


Questo gesto, ricordato ancora oggi nel rituale eucaristico, ha anche un preciso corrispondente astronomico: come i pellegrini, anche il Signore si riflette infatti nel cielo stellato, identificandosi con il proprio alter ego celeste, cioè il Sole precessionale. I “pani” corrispondono invece alla costellazione della Vergine, dove il “punto vernale” si trovava al momento della nascita del Sole-Bambino.


Nei primi secoli di vita, il meccanismo precessionale si mise in moto, spostando lentamente il punto vernale lungo l’eclittica, ed il Sole-Bambino percorse una traiettoria in grado di dividere in due porzioni la costellazione della Vergine, spezzando letteralmente, i pani. Lo stesso avvenne con la costellazione che si trova in posizione diametralmente opposta rispetto a questa, cioè i Pesci:


[…] καὶ τοὺς δύο ἰχθύας ἐμέρισεν πᾶσιν.

[…] e divise interamente i due pesci.


[Mc. 6, 41]


Riporto anche la frase originale in greco perché a mio avviso, la traduzione usata nelle versioni consuete, “e divise i pesci fra tutti”, non è corretta. I due pesci non furono spezzati in porzioni, che vennero poi distribuite a tutti i presenti: il Sole divise in due la costellazione dei Pesci, percorrendola “per intero”, ossia “da parte a parte”.


Il Sole fu l’artefice della prima linea mai tracciata nel cielo notturno. Questa linea costituì una straordinaria fonte di ispirazione: la possibilità di tracciare linee nel cielo apriva nuove vie di conoscenza, facendo comprendere agli uomini che gli spazi interstellari potevano essere “disegnati”. Unendo i puntini luminosi che apparivano di notte con linee immaginarie, gli antichi ottennero dapprima glifi, quindi vere e proprie figure, che un minimo sforzo di fantasia consentiva di “vedere”, osservando il cielo notturno.


Le immagini celesti erano facilmente memorizzabili, e si ripresentavano ogni notte esattamente dove ci si aspettava che fossero. Il cielo appariva in una veste totalmente diversa: da malinconica distesa di anonimi corpuscoli luminosi, si era trasformato in un vero e proprio libro naturale, in grado di raccontare le storie di guerrieri, fanciulle, mostri e animali. Le storie della mitologia, altamente evocative, e ricche di significato, potevano essere trascritte sull’immutabile sfera celeste, assegnando alle stelle il gravoso compito di raccontare agli uomini quale fosse la loro reale natura.


Le 5000 stelle-pellegrini, diventando parte di un disegno avente uno specifico scopo, ricevettero nutrimento, ossia assunsero un significato, cessando di essere dei semplici puntini luminosi:


Tutti mangiarono e furono sazi,


[Mc. 6, 42]


Erano nate le costellazioni.


Gesù, che all'inizio del racconto prova compassione per gli uomini che riescono a vedere nelle stelle soltanto lontanissime sorgenti di luce, si precipita in loro soccorso, intervenendo su due livelli differenti. Sul piano materiale, il Sole Precessionale fornisce agli uomini i rudimenti necessari a far nascere l’arte del disegno astronomico; sul piano spirituale, il Maestro, ossia l’immaginazione umana, riempie di significato i glifi astronomici, trasferendovi l’essenza dell’essere umano.






La Creazione

La prima linea, tracciata dal Sole, assunse anche un importante ruolo di riferimento astronomico, dividendo la sfera celeste in due metà, una superiore e l’altra inferiore. Questa suddivisione risale nientemeno che al primo giorno della Genesi:


Poi DIO disse:
Vi sia un firmamento tra le acque
che separi le acque dalle acque.

E DIO fece il firmamento
e separò le acque che erano sotto il firmamento
dalle acque che erano sopra il firmamento.

E così fu.

E DIO chiamò il firmamento "cielo".

Così fu sera, poi fu mattina:
il secondo giorno.


[Genesi 1, 6-8]


Se il termine “acque” richiama i movimenti vorticosi della volta celeste, il termine “firmamento” sembra proprio indicare l’eclittica: una linea, che Dio chiama “cielo”, che separa le “acque superiori” da quelle “inferiori”. Sull’eclittica-firmamento, il Sole resta “fermo”, immobile nel corso dei millenni, nonostante soffi una forte corrente – il movimento precessionale – che obbliga tutta la sfera celeste a muoversi incessantemente da occidente ad oriente. Forse potrebbe spiacere come questa spiegazione rischi di smontare il più importante cavallo di battaglia dei terrapiattisti ...


Le dodici costellazioni zodiacali, che vengono tagliate a metà dall’eclittica, costituiscono i “resti” di questa opera creativa:


e si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane,
ed anche i resti dei pesci.


[Mc. 6, 43]


Occorre notare che il fatto che il cielo venga chiamato con il termine “acque”, spiega anche il motivo per cui Gesù nel Vangelo si muova spesso in barca, o cammini sul mare. Gesù che cammina sul mare è una poetica immagine del Sole, che attraversa quotidianamente il cielo. In questo senso va interpretato il gesto che Gesù compie nel passo in esame:


Sbarcando […]


[Mc. 6, 34]


Il Sole “sbarca”, ossia lascia la distesa del cielo per approdare sulla terra, nel momento del tramonto: nell’ora terminale del giorno, il Sole ha l’occasione di vedere i primi pellegrini, ossia le prime stelle che timidamente si affacciano dalla volta celeste.


A mio avviso, l'evangelista Marco non ha affatto trascurato di riportare quale fosse l’insegnamento di Gesù: esso era proprio l’atto di spezzare il pane. Nella breve, ma intensissima ora del tramonto, in cui il cuore dell’uomo è solito porsi le più profonde domande sull’esistenza, il Sole funge da elemento ispiratore per la creazione delle costellazioni, prima della sua definiva partenza oltre l’orizzonte.


Conclusioni

L’interpretazione astronomica appena fornita non è esente da pecche, tuttavia sembra in grado di dare una risposta a gran parte delle domande poste all’inizio del paragrafo. L’ ipotesi appena esposta non deve togliere, a chi vuole coltivarla, la romantica idea che Gesù fosse un uomo in grado di interagire con la materia, e quindi capace di ricavare da qualche panino il necessario per sfamare una folla. Né deve o può essere utilizzata strumentalmente da chi intende svilire il senso della Religione Cristiana, dei suoi riti e delle sue tradizioni.


Chi lo desidera, può tuttavia ricordare che l’episodio universalmente noto come “la moltiplicazione dei pani e dei pesci” può assumere anche un titolo differente: “la creazione del cielo”, tenendo presente che l’atto creativo non si riferisce in questo caso alla generazione dal nulla di materia ed energia, ma alla più fine opera di “dare un senso” alla realtà percepita. L’attribuzione di un certo significato alla realtà costituisce un atto creativo nel senso più letterale del termine: da quel momento, quella parte di realtà entra nella sfera conoscitiva dell’individuo ed inizia ad interpretare un preciso ruolo, che verrà mantenuto fino al momento in cui un altro atto creativo uguale al primo, genererà un nuovo significato.


Questo tipo di creazione, che proviene dalle componenti più elevate ed ignote dell’Io, può costituire uno strumento potentissimo di autoconoscenza: l’uomo che ha il coraggio di osservare il proprio modo di classificare la realtà può trarre preziose informazioni per esplorare quelle componenti e comprendere come funzionano. Gesù, nel “creare” il cielo, compie uno degli atti più straordinari di sempre: le stelle si trasformano in glifi, i glifi in figure, le figure in storie, e le storie in emozioni. Non è avvincente, nelle fredde notti invernali, scorgere il gigante Orione, nell’atto di affrontare il poderoso Toro celeste? Che malinconia si prova nel ricordare la difficile storia della regina Cassiopea, nelle calde notti d’estate? Ogni emozione diventa essa stessa creazione, nel momento in cui viene provata, estendendo all’infinito la consapevolezza umana, ben oltre gli angusti vincoli della realtà materiale.


Il nostro Gesù non è soltanto un Dio diventato uomo 2.000 anni fa, in Israele, ma un’energia, che si incarna ogni volta che un essere umano viene al mondo, e che lo accompagna in ogni istante della sua esistenza. È l’insieme delle più elevate facoltà umane, delle ispirazioni più belle, il traguardo di tutti i percorsi.


lunedì 22 giugno 2020

La Profezia Maya e le Assurdità dei Media


La notizia assurda della correzione della data della fine del mondo secondo i Maya fa acqua da tutte le parti e non si riesce a comprendere il motivo per cui nessuno, all'interno dei media, abbia voluto mantenere una posizione critica al riguardo, limitandosi a riportare gli errori pubblicati da altri ... 

Questa vicenda è emblematica del sempre più preoccupante modo di operare dei media, che perseguono precisi scopi, non sempre immediatamente comprensibili.

Ma anche della scarsità di idee di blogger e youtuber che pubblicano sul web non per mestiere, ma perché un mestiere non ce l'hanno, e sono quindi più interessati ad ottenere click fondamentali per monetizzare i propri canali, piuttosto che a fare informazione indipendente.


Arcana Ricordo



I "giornaloni" si sa, non vanno mai troppo per il sottile: verificare le notizie costa, ragionare su di esse anche di più. Se poi la notizia può suscitare scalpore e spingere qualcuno a sopportare un po' di pubblicità, allora si decide di pubblicarla, attribuendo alla fonte della notizia la responsabilità della sua esattezza.

Innanzitutto, i fatti. Nei giorni scorsi, il Sun ha pubblicato i risultati delle scoperte di un sedicente "scienziato", tale "Paolo Tagaloguin" (curioso: un nome italiano ed un cognome che deriva da "Tagalog", la lingua parlata nelle Filippine), che in una serie di tweet, ha affermato di aver trovato un errore di calcolo nella data di termine del ciclo Baktun del calendario Maya. Applicando la correzione, lo "scienziato" ha scoperto che il termine del ciclo non era il 21 Dicembre 2012, bensì il 21 Giugno 2020. 

Poco dopo aver divulgato il risultato dello studio, l'account twitter del Sig. Tagaloguin è stato cancellato; ragion per cui il Sun ha pensato bene di ritirare la notizia, ma non abbastanza rapidamente da impedire ad agenzie di stampa, giornali e telegiornali di tutto il mondo di riportarla: cavolo, l'aveva detto il Sun! I nostri scadenti quotidiani hanno ovviamente pubblicato senza filtro e senza commento: scatenando una mini psicosi di massa. Ecco cosa intendo:




Traduzione: "ci è arrivata questa notizia, noi non ci abbiamo capito niente, ma la fonte è autorevole, quindi la riportiamo senza porci domande e senza dare spiegazioni; se fosse una scemenza, la colpa non è nostra". Già: come mai i "giornaloni" hanno omesso di pubblicare integralmente il calcolo che porta alla scoperta dell'"errore di lettura del calendario Gregoriano"?

Il testo del tweet di Tagaloguin spiega come lo scarto di otto anni derivi dalla mancata applicazione di una correzione di 11 giorni all'anno, che avrebbe dovuto essere adottata dall'anno di adozione del nuovo calendario ai giorni nostri. Riportiamo per completezza il testo originale del tweet:

Following the Julian Calendar, we are technically in 2012. The number of days lost in a year due to the shift into Gregorian Calendar is 11 days. For 268 years using the Gregorian Calendar (1752-2020) times 11 days = 2,948 days. 2,948 days / 365 days (per year) = 8 years”.


Per essere uno scienziato, il ragazzo commette una nutrita serie di errori, decisamente grossolani. Il calendario Gregoriano è stato introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582. L'aggiustamento del calendario ha richiesto un salto di 11 giorni, che sono stati cancellati dal calendario, per riportare la datazione al corretto allineamento con equinozi e solstizi. Lo "scienziato" invece parla di una correzione di 11 giorni all'anno: quando ho letto il tweet, mi sono chiesto se si trattasse di una svista o se il Tagaloguin avesse scoperto qualcosa di interessante. Ma ragionandoci, appare evidente che i conti non tornano:

  • 2.948 giorni corrispondono ad 8.076 anni, cioè 8 anni e 28 giorni: come si giustifica dunque il salto di 8 anni e mezzo che separano il 21/12/2012 dal 21/06/2020?
  • se davvero il ragionamento di Tagaloguin fosse stato esatto, per molti anni avremmo avuto equinozi e solstizi in date "errate", anche in tempi relativamente recenti: negli anni '70 lo scostamento avrebbe dovuto essere pari a circa 40 giorni
  • la bolla papale di Papa Gregorio XIII è datata 1582, mentre Tagaloguin considera la correzione a partire dal 1752, apparentemente senza dare alcuna spiegazione: distrazione?

Insomma, un vero colabrodo. Ma se i primi due punti potevano derivare da una errata comprensione del meccanismo di correzione, non riuscivo a spiegarmi da dove saltasse fuori l'anno 1752, usato come base del calcolo al posto del 1582. La risposta, di carattere storico, mi è parsa piuttosto interessante e mi ha portato a scrivere questo post di chiarimento.

Il fatto è che nel 1582 non c'era internet, e nemmeno il telefono. L'allineamento di calendario non è avvenuto allo stesso tempo in tutti i Paesi, ma è stato applicato progressivamente a tutte le nazioni del mondo. Il processo ha richiesto un tempo decisamente lungo. Ecco la tabella che riporta la data di applicazione della correzione del calendario in diverse aree geografiche del mondo:


L'aggiustamento del calendario è stato eseguito immediatamente nell'avanzato mondo cattolico, ancora sufficientemente attento al rispetto dei cicli naturali, mentre nell'arretrato mondo anglosassone, più pragmatico, ma meno sensibile a certe tematiche, è arrivato con più di due secoli di ritardo, quando l'adattamento del calendario era diventata anche una esigenza di carattere economico: negli Stati Uniti, all'epoca colonie, l'adeguamento è stato eseguito nel 1752, che è proprio l'anno considerato da Tagaloguin.

In altre parole, la correzione secondo cui il 21/12/2012 sarebbe in realtà il 21/06/2020, dovrebbe valere soltanto per i Paesi Anglosassoni! Perché seguendo il medesimo ragionamento, il mondo cattolico si dovrebbe trovare adesso all'anno 2007 (= 2020 - (2020 - 1582) x 11 / 365).

Insomma, un calcolo completamente inconsistente, derivante da una sequenza di errori che ha dell'incredibile. Viene da chiedersi come mai i media abbiano spinto a tal punto la notizia. Una nota frase di un politico per cui nutro una sincera e profonda ammirazione, recita "se qualcosa non serve a niente, allora serve a qualcos'altro": non è detto che questo sia il miglior caso di applicazione di questa massima, ma è pur vero che la bufera mediatica ha scatenato orde di lettori suggestionati a digitare sul web "fine del mondo 21 giugno 2020" (scoprendo così il mio canale youtube, che di fine del mondo il 21 Giugno NON parlava ...) e scambiarsi commenti preoccupatissimi, poi rimossi per la vergogna quando la data in questione è stata superata.

Nota a margine: a mio avviso, il 21 giugno 2020 è stato un marcatore temporale di importanza fondamentale; l'eclissi a cui il mondo ha assistito è stata davvero unica ed irripetibile, a dispetto delle orde di involucri gongolanti che ripetono a pappagallo "non è successo niente".






Ed eccola l'eclissi, ripresa la mattina del 21 Giugno a Lalibela, dal Dr. Rhodes del canale etiope "Andromeda". Il Dr. Rhodes ha confermato che durante l'evento erano chiaramente visibili i pianeti Venere e Mercurio che nella scenografia celeste della Passione intepretano i "ladroni". Purtroppo questo dettaglio non è visibile nel video, a causa della scarsa luminosità dei due corpi celesti e della loro distanza dalla corona solare:




Per chiudere, ho detto che l'eclissi è stato un importante marcatore temporale, ma non è chiaro di che cosa: è presto per dirlo. Intanto fa pensare la notizia di Papa Benedetto XVI, che all'età di 93 anni, abbia voluto trascorrere il solstizio lontano da Roma, in Germania ... mah!