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A differenza di quanto accade nei blog di news in tempo reale, dove il rapido invecchiamento delle notizie fa sì che l'argomento del giorno sia destinato ad essere ben presto archiviato, qui ci muoviamo in maniera differente: i post trattano "argomenti" su cui è possibile riflettere e di cui è possibile discutere: per questo motivo non è raro che un post venga aggiornato, o venga integrato attraverso i commenti degli autori o dei visitatori. L'obiettivo è arrivare alla costruzione di un quadro generale sempre più accurato e sempre più preciso. Un grazie a chi vorrà partecipare con commenti ed osservazioni.

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lunedì 19 agosto 2019

Il Portale Sud del Duomo di Prato


Pubblico con grande piacere il contributo ricevuto da "Magatama Rosso", persona degna di grande stima, che ringrazio e che spero sia anche disponibile a rispondere ai commenti dei lettori.

Anticamente le cattedrali venivano chiamate "libri di pietra", per la loro capacità di trasmettere i principi spirituali attraverso precise simbologie, inserite in dettagli architettonici, dipinti e sculture. In passato abbiamo già affrontato il tema della via Crucis introdotta nell'anno 2011 nel Tempio del Pantheon di Roma. Oggi ci rechiamo a Prato, a visitare la Cattedrale di Santo Stefano, o più semplicemente il Duomo, dove si trova un misterioso portale.

NOTA: Con un po' certo ritardo, di cui mi scuso, segnalo che questo interessante post è stato incluso dall'autrice Eliana Sarti nel proprio libro d'esordio "Magatama Rosso", edizioni Gruppo Albatross, 2020. Nel libro, il post è stato rivisto ed ampliato, quindi consiglio l'acquisto del libro. Qui il LINK.

Arcana Ricordo



Duomo di Prato - Il Portale Sud
di Magatama Rosso (pseudonimo di Eliana Sarti)


Duomo di Prato - il Portale Sud
(Cliccando sull'Immagine si apre Google Street View)


I simboli in questa foto appartengono al portale sud del duomo di Prato, non è chiara l’epoca a cui risalgano, ma di certo è anteriore al 1200.


Il primo indizio per la decodifica di questo enigma è il marmo verde su cui essi sono ritratti, questo colore è connesso alla conoscenza ermetica, verde è la tavola smeraldina di Ermete, verde la “visione di smeraldo” e ancora: l’uovo di giada, l’isola verde, e l’aurora boreale. La via dell’iniziato polare e l’ascesa ermetica dell’anima, si snodano lungo le sfere dei pianeti salendo verso l’alto e scendendo verso il basso in un sentiero tortuoso di morte e rinascita volto al superamento delle tendenze negative, per questo la traiettoria non è rettilinea ma serpentina (Poimandres, Ermete Trismegisto). Impossibile non citare il mito di Er che nell’aldilà giunse nei pressi di un arcobaleno dove pendeva il fuso di Ananke, questo aveva come contrappeso otto vasi concentrici roteanti disposti uno dentro l’altro, su ogni cerchio vi era una sirena che emetteva una nota formando così un’armonia, ovvero un’ottava e quindi la cosiddetta musica delle sfere.


Questa prima osservazione è già sufficiente a far emergere il tema dei simboli in oggetto, notiamo la loro disposizione su due colonne in conformità con la duplicità del cosmo, il principio maschile e femminile, la via della mano destra e quella della mano sinistra. Ermete è associato a Thot, dio delle lettere, dei numeri e della geometria, il suo nome latino è Mercurius ter Maximus e significa “Ermete il tre volte grandissimo”, poiché come egli stesso afferma, possiede le tre parti della filosofia di tutto il mondo, Sole, Luna e Terra; è emblema di sapienza e ciò suggerisce che il punto di partenza per la lettura dei simboli sia da destra, poiché è la via della mano destra quella della purezza della conoscenza e della rettitudine e naturalmente partendo dal basso verso l’alto, ma anche dall’alto verso il basso come ricordato poco sopra.


Materia e Spirito

Anziché procedere in ordine però, vorrei partire dai due simboli che per primi saltano all’occhio, quello dei 15 “birilli” e quello della “croce templare”.







La Croce rappresenta i quattro elementi, ovvero la tetrade ermetica e a sua volta il pianeta Terra, secondo la tradizione alchemica; sotto la croce vi sono 8 rombi (evidenziati in rosso) posti tra una sfera identificabile con il Sole e un triangolo ad indicare la falce di Luna.
L’altro simbolo è caratterizzato da tre righe di elementi fallici coerentemente collocati nella colonna sinistra del portale, sono 15 elementi in totale, riconducibili al quadrato magico del pensiero magico-ermetico; Lucio Cornelio Agrippa nella sua opera De Occulta Philosophia, dedicava un capitolo alla magia celeste e descriveva ogni quadrato magico in chiave planetaria, Saturno era il pianeta associato al quadrato di ordine 3. Altra particolarità di questo simbolo è la disposizione dei “birilli”, 10 hanno una testa sferica e 5 sono sormontati da un rombo, questo è un richiamo alla cabala, la posizione ricorda l’albero della vita, le sfere le 10 Sefirot e i rombi i 5 mondi, che si collegano anche ai 5 metalli imperfetti dell’alchimia, associabili ognuno a un pianeta/rombo.


Sole (Marte) e Luna (Mercurio)





Tornando ora al primo glifo in basso a destra del portale, possiamo individuare il pianeta Mercurio, il suo simbolo alchemico unisce la falce di luna, la croce terrestre e il cerchio solare; in questo disegno però notiamo 4 triangoli, ovvero i quattro quarti di Luna e questo perché tutta la serie di 8 simboli evoca le nozze alchemiche e il percorso d’evoluzione dell’anima. La luna simboleggia l’argento, l’acqua e il principio femminile.
Nella colonna di sinistra invece, in alto, possiamo chiaramente notare una riproduzione del Sole, simbolo maschile, dell’oro e del fuoco; il fatto che si trovino in posizione speculare ricorda il principio alchemico del “solve e coagula”, lo scopo dell’alchimia infatti era quello di sciogliere i quattro elementi portandoli ai loro ingredienti originari per poi ricombinarli in una forma più pura e nobile: mercurio, zolfo e sale, ovvero anima, spirito e materia.


Il Caduceo

Portale Sud - il Caduceo


Osservando la posizione di questi primi tre simboli presi in esame, possiamo intravedere il percorso da seguire, la serpentina già menzionata e che ricorda il caduceo, il bastone della sapienza attribuito ad Hermes/Mercurio.


Sulle orme di Ermete



















Mercurio, in basso a destra, è il primo simbolo della sequenza.

Andando per ordine quindi, è il momento di parlare del secondo simbolo dal basso a sinistra (il primo della sequenza): il cerchio con inscritto un pentacolo. Immediata è l’associazione con il pianeta Venere, poiché con il suo ciclo, il cosiddetto “bacio di Venere”, esso disegna in 8 anni una stella a cinque punte nel cielo; il suo metallo è il rame.
Abbiamo già parlato del simbolo rappresentante la Terra...
... per cui procediamo menzionando Marte, associato al ferro, al sesso maschile e per questo sovrapponibile al simbolismo alchemico solare, inoltre come ultimo pianeta presente all’interno del primo anello celeste, esso segna l’inizio del movimento discendente nella lettura dei glifi.
Scavalchiamo quindi le spire del serpente a guardia alle terre di mezzo e giungiamo al simbolo del pianeta Giove, il cui metallo è lo stagno. Estremamente interessante è il fatto che in questo simbolo siano presenti due cerchi concentrici, ad indicare che ci troviamo nel secondo anello delle acque celesti; il disegno costruito all’interno di queste due circonferenze è molto simile a quello solare, ma caratterizzato da una diversa posizione dei raggi e da colori opposti. Giove infatti è legato alla manifestazione dell’energia solare, ma poiché il Sole lo irradia, esso irraggia indirettamente i quattro pianeti che lo seguono (Saturno/Urano/Nettuno/Plutone) e lo precedono (Mercurio/Venere/Terra/Marte), questa posizione centrale d’equilibrio fa di lui il perno e il fulcro del sistema solare. Debbo aggiungere in proposito una nota relativamente a Plutone, che non fa parte delle 8 sfere concentriche qui prese in esame, ma che nei miti assurge al ruolo di dio/pianeta in quanto alle origini risiedeva nella parte interna del sistema solare, ai piedi di Ymir, come narra ad esempio la Gylfaginning, poi dopo l’uccisione del gigante primordiale, Bergelmir si salvò salendo con sua moglie su un tronco cavo usandolo come canoa.
Anche il simbolo di Saturno, legato al piombo, è stato descritto ...
... per cui passiamo a quello che forse è il più interessante di tutta l’iscrizione: Urano. Questo pianeta ha un periodo orbitale di 84 anni, un intero ciclo di vita umano, per questa ragione il suo segno è composto da 12 raggi, come le 12 fatiche di Ercole e le 12 fasi alchemiche minori, un intero ciclo evolutivo umano. Come Giove si trova nelle acque superiori, richiamate dai due cerchi concentrici, ma la posizione del rombo all’interno del cerchio inferiore ha un’inclinazione diversa, questo dettaglio è davvero enigmatico soprattutto se si pensa che Urano è l’unico pianeta del sistema solare che ruota con un asse di rotazione parallelo al piano orbitale.
Concludiamo la serpentina approdando al simbolo di Nettuno, guardiano delle profondità dei mari; il suo segno ricorda un po' il tridente del dio, è formato da due colonne di tre cerchi ciascuna e un totale di 8 rombi considerando i due centrali. Il disegno riprende tutta la numerologia alchemica riassumendola: 2 metalli perfetti, oro e argento, 3 principi, mercurio, sale e zolfo, 2+3=5 metalli imperfetti e 8 sfere evolutive, l’ottava musicale è costituita dalle sette note più la ripetizione del DO, i cicli indù infatti si basano sul numero 7, corrispondente anche ai sette colori dell’arcobaleno, i 7 chakra...


Solve et Coagula


Attraverso i significati del simbolo di partenza abbiamo già individuato il principio alchemico del mercurio, il sale evoca la fissità della materia che deve essere sciolta per diventare spirito, quindi corrisponde alla Terra e lo zolfo ad Urano, il pianeta che oggi associamo allo sgradevole odore d’uovo marcio a causa della forte presenza di acido solfidrico in atmosfera.


A questo punto è doveroso soffermarsi sul significato profondo nascosto in tale percorso di evoluzione e trasformazione; l’universo è un frattale il grande si riflette nel piccolo e l’opera alchemica non è semplicemente un esperimento chimico di trasformazione del metallo in oro, ma una grande opera di elevazione universale. Quattro sono le razze umane, le stagioni e gli elementi, 4 i colori delle 4 fasi alchemiche:

  • Combustione, dissoluzione, disseccamento, evaporazione;
  • Nigredo (nero), Albedo (bianco), Citrinitas (giallo), Rubedo (rosso);
  • Primavera, estate, autunno, inverno;
  • Acqua, aria, terra, fuoco.

Come un alchimista che lavora nel suo laboratorio, il demiurgo, tredicesima entità raffigurata sopra le 12 fasi nella simbologia alchemica, compie la Magnum Opus, un ciclo di morte e rinascita, di caduta e risalita che sulla terra è compiuta dai quattro elementi che ciclicamente “purificano” l’umanità.


Il portale in esame è posto nel lato sud del duomo, come narra sempre la Gylfaginning, Surtr è il gigante di fuoco figlio di Muspell che arderà il mondo alla fine dei tempi giungendo da sud. Egli è il fuoco necessario ai fini dell’opera alchemica, poiché come scriveva Tommaso d’Aquino:

Senza alcuna operazione manuale,
ma solo con la regolazione del fuoco,
ciò che era manifesto sarà nascosto;
ciò che era nascosto sarà manifesto
.”


venerdì 2 agosto 2019

Heliofant - I, Pet Goat II


In più occasioni ho illustrato in questo blog, come gli anni dal 1980 al 2020 siano caratterizzati da un assetto planetario del tutto particolare e come l'evento astronomico che concluderà idealmente questo ciclo - l'eclissi del 21 Giugno 2020 - sia talmente raro da ritenere improbabile una sua ripetizione per diverse centinaia di migliaia di anni. Un evento che non solo ha ripercussioni sui a livello psichico, che si ripercuotono su cambiamenti sociali e culturali.

E' possibile che le Grandi Religioni siano addirittura state elaborate per portare a conoscenza i popoli di ogni tempo dei cambiamenti che stiamo sperimentando. Per questo motivo, in futuro parleremo anche di temi che sul web sono ormai inflazionati, come il Nuovo Ordine Mondiale, anche se lo faremo in un'ottica del tutto particolare.




http://www.heliofant.com/


Questo video risale al 2012. L'ho scoperto con un certo ritardo, ma credo valga la pena dargli più di una occhiata superficiale. Si tratta di un'opera in grado di concentrare in 7 minuti una notevole mole di informazioni, espresse soprattutto in forma simbolica. Racconta come gli anni che stiamo vivendo sembrino celare la trama di un piano che ha avuto inizio molto tempo fa e che ha come fine ultimo il raggiungimento di un nuovo livello evolutivo.

Il titolo "I, Pet Goat II" (Il fatto che non esista un capitolo "I", porta ad ipotizzare che il "II", vada letto come "too"), che significa "Anche io, cucciolo di capra", fa riferimento al Vangelo di Matteo:



Quando il Figlio dell'uomo 
verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, 
prenderà posto sul suo trono glorioso. 

E tutte le genti saranno riunite davanti a lui 
ed egli separerà gli uni dagli altri, 
come il pastore separa le pecore dai capri

[Mt. 25, 31-32]

Come Neo in Matrix, il cui passaporto scade l'11 Settembre 2001 (il film è del 1999!) il capro rappresenta l'uomo inconsapevole, prigioniero di se stesso, che vive in costante ipnosi. Il Risveglio diventa essenziale per l'accesso alla nuova forma di esistenza, che si manifesta con l'arrivo del paraclito celeste, che non mancherete di notare nel video.



Per aiutare il riconoscimento e l'assimilazione dei numerosi simboli presenti nel video (evitando così che abbiano effetto soltanto sull'inconscio) rimando ai laconici  commenti presenti sul sito Heliofant e soprattutto al grazioso blog "Di Neve e di Luna", che propone una analisi molto approfondita e ricca di spunti.

Ecco il link: 


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Aggiornamento 12/02/2020

Essere il curatore del blog ha l'indubbio vantaggio di poter lavorare direttamente sui post, modificando o integrando i contenuti. Mi spiace che il confronto coi lettori, che possono soltanto proporre commenti, risulti impari ... a mia discolpa posso affermare che mi avvalgo di questo vantaggio competitivo soltanto per avere maggior libertà espressiva: in questo caso la possibilità di pubblicare immagini che confortino i concetti che intendo esporre e ne agevolino la comprensione.

Il tema è la acuta osservazione di Yman, che ha intravisto nelle immagini finali del video "I, Pet Goat II", riferimenti piuttosto precisi alla costellazione dello Scorpione. Per essere precisi, una apparentemente innocua nuvola, richiama la forma dell'aculeo del temibile aracnide:

I, Pet Goat II - Scena Finale

L'aculeo è rivolto verso la sorgente di luce da cui provengono le meteore che si abbattono sul suolo terrestre polverizzando le piramidi egizie. Mi sono concesso una verifica ed il risultato, esemplificato nell'immagine che segue, è abbastanza sorprendente:

Cielo Stellato - 21/12/2020

Per prima cosa, ho eseguito uno screenshot di stellarium, che ritrae la porzione di cielo che comprende la costellazione dello scorpione, il giorno 21 Dicembre 2020. Quindi ho ruotato l'immagine, in modo che l'aculeo dello scorpione risultasse orientato nello stesso modo in cui compare nel filmato.

Il primo risultato interessante è che questa operazione mette in evidenza come la linea dell'orizzonte nel filmato venga in questo modo a coincidere con l'equatore galattico. Si tratta di una rappresentazione molto particolare, dal momento che normalmente, l'orizzonte celeste coincide con l'eclittica.

In secondo luogo, un confronto tra le proporzioni delle due immagini evidenzia come la fonte di luce potrebbe non essere il Sole: nel giorno del solstizio d'inverno, la distanza apparente tra il Sole e la coda dello scorpione risulta infatti troppo elevata. E' invece possibile che la fonte di luce si trovi in corrispondenza del centro galattico, la cui posizione nell'immagine qui sopra è indicata dal cerchio rosso.

Comprendere la natura di questa fonte luminosa è tutt'altro che semplice. La gentile Anna, in un commento al post "Chiarimenti", segnala una affermazione comparsa in un articolo di Giuliana Conforto:
"Nel maggio 2019 il buco nero al centro della nostra galassia Sagittarius A* è improvvisamente divenuto 75 volte più brillante del solito"

In effetti, l'oggetto identificato come Sagittarius A è esattamente il buco nero presente al centro della nostra Galassia, che le antiche popolazioni Maya chiamavano Hunab Ku

A parte questo, non saprei come interpretare l'affermazione della Conforto. La scienza, di sicuro non ci viene in aiuto: pur non essendo io un astrofisico, so che in condizioni normali i buchi neri non emettono luce, tranne che nel caso dei quasar. Si pensa che i quasar siano un fenomeno che si verifica in presenza dei più grandi buchi neri conosciuti. La materia attratta da questi oggetti, tende a creare attorno ad essi immensi dischi di accrescimento, i quali, oltre a generare fortissimi campi magnetici, emettono getti di materia e di luce intensissimi ed estremamente focalizzati. Il problema è che il fascio di luce e di particelle che sembra originarsi dal centro del buco nero, è rivolto in direzione perpendicolare al disco di accrescimento.

Di conseguenza, anche ammesso (e non concesso) che il centro della nostra galassia possa celare un quasar, la luce da esso prodotta non sarebbe visibile dalla Terra, dal momento che il nostro pianeta si trova all'interno del disco di accrescimento (la Galassia, appunto).

Tempo fa, mi è capitato di pensare che forse la teoria classica dell'evoluzione delle stelle potrebbe non essere esatta. Forse, le fasi vitali che scandiscono la vita di una stella sono definite da una intelligenza, posta al centro della Galassia, che organizza e coordina l'esistenza di tutti i sistemi stellari. E le stelle, a loro volta, sono intimamente legate alla vita che popola i mondi che orbitano attorno ad esse ...