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A differenza di quanto accade nei blog di news in tempo reale, dove il rapido invecchiamento delle notizie fa sì che l'argomento del giorno sia destinato ad essere ben presto archiviato, qui ci muoviamo in maniera differente: i post trattano "argomenti" su cui è possibile riflettere e di cui è possibile discutere: per questo motivo non è raro che un post venga aggiornato, o venga integrato attraverso i commenti degli autori o dei visitatori. L'obiettivo è arrivare alla costruzione di un quadro generale sempre più accurato e sempre più preciso. Un grazie a chi vorrà partecipare con commenti ed osservazioni.

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venerdì 7 dicembre 2012

L'Ultima Cena

L'ultima cena è un passo tra i più ricchi di significato del Vangelo. E' il momento in cui Gesù rivela il futuro agli apostoli, svelando loro la loro stessa natura. E in questa rivelazione traspare lo stesso senso di ineluttabilità, di predestinazione che abbiamo visto nel racconto della Domenica delle Palme.

Giuda sarà il prescelto per il tradimento; Pietro il prescelto per disconoscere Gesù nel momento più buio. Ma non si tratta solo di uomini, di persone afflitte da debolezze, da "traumi" o se si preferisce, "peccati". Nel tentativo di vedere oltre, di trovare il senso di tale predestinazione, chiediamo aiuto ad un grandissimo Maestro: Leonardo.

L'ultima cena è una delle rappresentazioni più discusse del mondo moderno. In molti si sono espressi cercando di trovarne il senso nascosto, e spesso prendendo sonore cantonate. Proviamo ad osservarlo.

Leonardo da Vinci - L'Ultima Cena

Cristo e i discepoli sono riuniti nella stanza al "piano di sopra". Il soffitto è a cassettoni, in una configurazione 6x6. Alle pareti ci sono otto porte chiuse o false porte, dalle quali non entra luce. Sullo sfondo tre finestre che si aprono su una bella giornata di sole. In primo piano la tavola. Tutti i commensali sono seduti su un solo lato della tavola, raccolti in gruppi di tre. Gesù siede al centro.

Alcune domande: come mai la luce illumina i commensali di fronte, nonostante le aperture siano sul fondo? Come mai una simile disposizione? Se chiedessimo a chiunque di organizzare una cena per 13 persone, penso che nessuno farebbe sedere tutti i commensali su un solo lato del tavolo: sarebbero invece seduti l'uno di fronte all'altro, per poter conversare. Tutto cambia se ipotizziamo che la scena ripresa da Leonardo non sia un fatto storico, ma una specie di rappresentazione teatrale. Il lato libero del tavolo è quello destinato al pubblico, e le figure ritratte stanno interpretando un ruolo: sono dei personaggi.

Abbiamo già detto che i commensali sono illuminati di fronte. Come mai non prendono luce dalle finestre sullo sfondo? Nemmeno Gesù sembra essere una fonte di luce, come invece accade in molti dipinti. Insomma: da dove viene la luce? La risposta non può che essere una: la luce viene esattamente dal punto in cui sta il pubblico che assiste alla rappresentazione. Di più: la luce è proprio l'uomo che osserva, in assenza del quale il senso del dipinto si perde. Quindi il dipinto è "sacro": un termine che deriva dalla radice sanscrita "sak": aderire. Aderente a che? All'uomo stesso. Il dipinto parla all'uomo di sè stesso.

Continuiamo. Nella convenzione Cristiana, nel Cenacolo i personaggi rappresentati nel dipinto sono nell'ordine (da sinistra a destra): Bartolomeo, Giacomo, Andrea, Giuda, Pietro, Giovanni, Gesù, Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo, Matteo, Giuda Taddeo e Simone.

Tommaso punta l'indice verso l'alto, suggerendo all'osservatore di trovare nelle stelle il senso della scena. Il riferimento porta la mente immediatamente allo zodiaco, con le costellazioni, i segni zodiacali, riuniti in gruppi di tre, e gli spazi tra i diversi gruppi corrispondenti a solstizi ed equinozi. E' quindi possibile costruire una corrispondenza tra gli apostoli e le 12 costellazioni zodiacali. Il tavolo rappresenta quindi l'eclittica su cui il sole si muove. D'altra parte il sole è anche rappresentato dal volto di Gesù, al centro della prospettiva.

Occorre quindi trovare una corrispondenza tra le costellazioni e gli apostoli, seguendo le indicazioni che ci ha lasciato Leonardo. 

Sulla tavola due soli piatti di portata: uno è un piatto di pesce, l'altro contiene il pane. I pesci sono posti di fronte a Pietro, mentre il pane è posto di fronte a Matteo. Notare anche il pugnale che compare accanto a Pietro, tenuto da una mano misteriosa.

Se gli apostoli corrispondono allo zodiaco, i pesci devono simboleggiare l'omonima costellazione. Ne consegue che Pietro corrisponde ai Pesci: il che ha senso se pensiamo che Pietro è il padre della Chiesa, che rappresenta la massima istituzione spirituale odierna, ed i pesci sono l'Era Astrologica, l'Eone attualmente in corso.

Matteo corrisponde invece alla vergine, chiamata anticamente "Casa del Pane", in ebraico "Bethlem", proprio come il luogo dove nasce Gesù.

Ecco quindi quale dovrebbe essere la corrispondenza tra apostoli e zodiaco.

Apostoli e Zodiaco
(Cliccare per Ingrandire)

Ma non è tutto. Mi pare infatti, ma è una osservazione del tutto personale, che Leonardo abbia dipinto di apostoli cercando di far assumere loro delle posture che ricordassero le costellazioni zodiacali. L'intento dell'artista non era riportare sull'affresco i segni dello zodiaco, una scelta che avrebbe svelato il segreto del dipinto ad osservatori non pronti per comprenderne il senso. Era semplicemente far assumere agli apostoli posture che fossero concordi con le linee che uniscono le stelle appartenenti alle costellazioni zodiacali. Ripostando queste linee proprio sopra il dipinto, osserviamo delle curiose corrispondenze. In altre parole, Leonardo ha dipinto gli apostoli come se fossero essi stessi le costellazioni. L'ordine degli apostoli sembra coerente con le attribuzioni appena fatte.


Corrispondenza tra Apostoli e Costellazioni. Cliccare sull'immagine per ingrandire.
Per trovare queste corrispondenze abbiamo dovuto ricorrere a due espedienti. Primo disegnare le costellazioni evidenziate in blu, ossia Capricorno, Scorpione e Bilancia, come se fossero viste allo specchio. Secondo, abbiamo dovuto cancellare alcuni rami che fuoriuscivano troppo, come la linea che connette il muso del Toro, Giacomo, al suo corpo, le Pleiadi.

Per il resto vediamo che è come se Leonardo avesse voluto ridisegnare le costellazioni nel suo dipinto, o meglio: come se avesse usato le costellazioni come guida per ritrarre gli apostoli. Alcune corrispondenze sono sorprendenti, come la mano di Bartolomeo appoggiata sul tavolo, che riprende il piede di uno dei gemelli, o il braccio allungato di Filippo, che ben riprende le proporzioni della Vergine.

Curioso invece che le costellazioni meglio ritratte sono quelle "rovesciate". Presumo che anche questo avesse un senso, ma al momento non ne ho trovato alcuno.

Come dicevamo, il dipinto ci mostra, elencati da destra a sinistra, gli Eoni, le Ere Astrologiche. La nostra, quella corrente, è quella dei Pesci, rappresentata da Pietro, ossia la Chiesa Cattolica. La prossima era è quella dell'Acquario, rappresentata da Giuda. Il fatto che il traditore sia il simbolo dell'Era Messianica può apparire anacronistico, ma solo se ci limitiamo a considerare Giuda solamente come colui che vendette Cristo per trenta denari. In realtà abbiamo già visto che nella cultura gnostica Giuda è considerato non solo il più significativo aiutante del Cristo, ma l'unico che riesce davvero a comprenderne il messaggio. Nel già citato Vangelo di Giuda, l'apostolo è l'unico al quale vengano svelati i "misteri del Regno" e, attenzione, "l'errore delle stelle".

Probabilmente proprio a tale "errore delle stelle" voleva fare riferimento Leonardo inserendo il pugnale alle spalle di Giuda, impugnato da una mano che non si capisce di chi sia: di sicuro non è quella di Giuda, che ha le mani in vista, e in una stringe il denaro. Ma non può essere nemmeno la mano di Pietro, dato che per tenerla in quella posizione, il suo braccio dovrebbe essere contorto in maniera del tutto innaturale. 

Leonardo scagiona quindi tutti i personaggi ritratti nel quadro: proprio come Gesù nel Vangelo di Giovanni, Leonardo considera gli apostoli/eoni come strumenti del destino, ciascuno dei quali ha un preciso ruolo, che deve essere svolto fino in fondo:

Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. 
Per cui Gesù gli disse: "Quel che fai, fallo presto".

[Gv. 13, 27]

Il coltello rappresenta evidentemente soltanto un evento naturale, legato al passaggio dall'era dei Pesci all'era dell'Acquario. Il pugnale è quindi una indicazione significativa, che ci offre un ulteriore riscontro del pericolo di cui anche i Maya hanno cercato di parlarci. E' un avvertimento offerto all'umanità, e un invito, del tutto evangelico, a pregare e vegliare.

mercoledì 28 novembre 2012

La Croce, i ladroni, il Golgota

Osservando la prima immagine mostrata nel post precedente, in cui la "luce del mondo", cioè il sole, è ritratta sulla santa croce, viene subito in mente la crocifissione di Cristo, morto come da tradizione sulla croce a 33 anni.

Il Vangelo riporta:

"Poi crocifissero insieme a lui due ladroni, uno a destra, l'altro a sinistra"

[Mt. 27,38]

Se Cristo è il Sole, nella nostra analogia i ladroni dovrebbero essere i pianeti, che "rubano" al sole la luce, non disponendone di propria. Nell'immagine della Santa Croce sono visibili tre pianeti: Mercurio e Venere a destra e Marte a sinistra. Mercurio è normalmente poco visibile, quindi i candidati al ruolo di ladroni potrebbero essere Marte e Venere.

Il Vangelo ci offre qualche informazione anche sul luogo in cui la croce fu deposta:


"Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio

[Mt. 27,33]

La denominazione sembra legata alla curvatura, particolarmente regolare, del colle che lo rendeva simile ad un teschio. Nella nostra similitudine, quindi, potremmo assimilare il Golgota all'eclittica, che al solstizio di inverno disegna un colle molto regolare nel cielo. A questo proposito è utile osservare che, osservata dall'emisfero boreale, l'eclittica assume la forma di un colle solamente in inverno. Nel solstizio d'estate è alta nel cielo, mentre negli equinozi è una linea che taglia l'orizzonte in diagonale.

Resta da verificare se l'idea di correlare le vicende evangeliche alla astronomia sia sensata. La conoscenza del cielo è propria delle culture più antiche, e vedremo che in effetti il Vangelo presenta molti spunti di riflessione in tal senso.

La Santa Croce

Solstizio d'inverno 2012.


Si tratta di uno screen capture del programma free "Stellarium": un software di osservazione del cielo. L'immagine rappresenta il cielo visibile a Sud dal nord Italia.

La data è il 21 Dicembre 2012, l'orario le 12.21, ora italiana, corrispondente alle 11.21 GMT. Nell'immagine, l'atmosfera è stata rimossa, quindi sono visibili sia il sole, sia le stelle e i pianeti.

Sono visibili l'eclittica, la curva in rosso che attraversa da parte a parte l'immagine e l'equatore galattico, inclinato di 60° circa rispetto ad essa. L'eclittica è il piano su cui ruotano i pianeti nel loro percorso attorno al sole; l'equatore galattico è il piano su cui è possibile proiettare il disco della Via Lattea e che ne attraversa il centro. 

Le linee colorate rappresentano l'intersezione di questi due piani con la sfera della volta celeste: tali linee formano due cerchi che si intersecano sulla volta celeste in due punti, conosciuti sin dall'antichità e citati anche da Platone nel "Timeo". Uno dei due punti, quello rappresentato in figura, indica la direzione di quello che viene ritenuto il centro galattico, dove si pensa si trovi un buco nero super-massiccio, ed è spesso chiamato la "santa croce".

Come si vede nell'immagine, in quel giorno e a quell'ora, il sole si troverà in corrispondenza del punto di incrocio tra le due linee. La particolarità dell'evento non sta nel fatto che il sole attraversi il punto di incrocio, dal momento che questo avviene tutti gli anni, ma nel fatto che quest'anno il punto di incrocio sia molto vicino alla posizione del solstizio d'inverno: i due punti coincidevano esattamente nel 1998.

Occorre infatti ricordare che per effetto del movimento di precessione degli equinozi, i solstizi si muovono circolarmente sull'eclittica compiendo un giro completo in 26.000 anni circa, il che significa che il movimento apparente di questi punti sull'eclittica è di un grado d'arco ogni 72 anni.

Il sole visto dalla Terra ha una ampiezza apparente di 0,5 gradi circa. Il che significa che se il centro del sole si trova in un punto dell'eclittica, il suo diametro individua sull'eclittica altri due punti, corrispondenti alle posizioni che il centro del sole assumerà 18 anni prima e 18 anni dopo. La posizione che il sole aveva nel 1998, ossia quando c'era la piena coincidenza di solstizio invernale e centro galattico, individua sull'eclittica due posizioni limite, corrispondenti alle posizioni del solstizio nel 1980 e nel 2016. Nel periodo compreso tra questi due anni, il disco solare al solstizio "copre" il centro galattico

Il 1980 può quindi essere considerato il primo anno di allineamento del sole col centro della galassia, allineamento che terminerà nel 2016.

Ora vale la pena considerare attentamente che il 1980 coincide con l'anno di apparizione dei cerchi nel grano e che il 2012 è il 33° anno dell'allineamento.

Come ben sappiamo, la tradizione vuole che Gesù sia morto sulla croce a 33 anni: il dato è calcolato a partire dall'indicazione di Luca:

"Gesù aveva circa trent'anni quando iniziò il suo ministero"

[Lc. 3, 23]

A questa indicazione, è possibile che i sapienti primi cristiani abbiano aggiunto tre anni, compatibili con le vicende narrate nei testi sacri, con l'obiettivo raggiungere il numero sacro 33.

E' comunque un fatto che quest'anno il sole trascorrerà il solstizio d'inverno sulla "santa croce" per la 33esima volta.