La notizia assurda della correzione della data della fine del mondo secondo i Maya fa acqua da tutte le parti e non si riesce a comprendere il motivo per cui nessuno, all'interno dei media, abbia voluto mantenere una posizione critica al riguardo, limitandosi a riportare gli errori pubblicati da altri ... Questa vicenda è emblematica del sempre più preoccupante modo di operare dei media, che perseguono precisi scopi, non sempre immediatamente comprensibili. Ma anche della scarsità di idee di blogger e youtuber che pubblicano sul web non per mestiere, ma perché un mestiere non ce l'hanno, e sono quindi più interessati ad ottenere click fondamentali per monetizzare i propri canali, piuttosto che a fare informazione indipendente.
Arcana Ricordo
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I "giornaloni" si sa, non vanno mai troppo per il sottile: verificare le notizie costa, ragionare su di esse anche di più. Se poi la notizia può suscitare scalpore e spingere qualcuno a sopportare un po' di pubblicità, allora si decide di pubblicarla, attribuendo alla fonte della notizia la responsabilità della sua esattezza.
Innanzitutto, i fatti. Nei giorni scorsi, il Sun ha pubblicato i risultati delle scoperte di un sedicente "scienziato", tale "Paolo Tagaloguin" (curioso: un nome italiano ed un cognome che deriva da "Tagalog", la lingua parlata nelle Filippine), che in una serie di tweet, ha affermato di aver trovato un errore di calcolo nella data di termine del ciclo Baktun del calendario Maya. Applicando la correzione, lo "scienziato" ha scoperto che il termine del ciclo non era il 21 Dicembre 2012, bensì il 21 Giugno 2020.
Poco dopo aver divulgato il risultato dello studio, l'account twitter del Sig. Tagaloguin è stato cancellato; ragion per cui il Sun ha pensato bene di ritirare la notizia, ma non abbastanza rapidamente da impedire ad agenzie di stampa, giornali e telegiornali di tutto il mondo di riportarla: cavolo, l'aveva detto il Sun! I nostri scadenti quotidiani hanno ovviamente pubblicato senza filtro e senza commento: scatenando una mini psicosi di massa. Ecco cosa intendo:
Traduzione: "ci è arrivata questa notizia, noi non ci abbiamo capito niente, ma la fonte è autorevole, quindi la riportiamo senza porci domande e senza dare spiegazioni; se fosse una scemenza, la colpa non è nostra". Già: come mai i "giornaloni" hanno omesso di pubblicare integralmente il calcolo che porta alla scoperta dell'"errore di lettura del calendario Gregoriano"?
Il testo del tweet di Tagaloguin spiega come lo scarto di otto anni derivi dalla mancata applicazione di una correzione di 11 giorni all'anno, che avrebbe dovuto essere adottata dall'anno di adozione del nuovo calendario ai giorni nostri. Riportiamo per completezza il testo originale del tweet:
“Following the Julian Calendar, we are technically in 2012. The number of days lost in a year due to the shift into Gregorian Calendar is 11 days. For 268 years using the Gregorian Calendar (1752-2020) times 11 days = 2,948 days. 2,948 days / 365 days (per year) = 8 years”.
Per essere uno scienziato, il ragazzo commette una nutrita serie di errori, decisamente grossolani. Il calendario Gregoriano è stato introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582. L'aggiustamento del calendario ha richiesto un salto di 11 giorni, che sono stati cancellati dal calendario, per riportare la datazione al corretto allineamento con equinozi e solstizi. Lo "scienziato" invece parla di una correzione di 11 giorni all'anno: quando ho letto il tweet, mi sono chiesto se si trattasse di una svista o se il Tagaloguin avesse scoperto qualcosa di interessante. Ma ragionandoci, appare evidente che i conti non tornano:
- 2.948 giorni corrispondono ad 8.076 anni, cioè 8 anni e 28 giorni: come si giustifica dunque il salto di 8 anni e mezzo che separano il 21/12/2012 dal 21/06/2020?
- se davvero il ragionamento di Tagaloguin fosse stato esatto, per molti anni avremmo avuto equinozi e solstizi in date "errate", anche in tempi relativamente recenti: negli anni '70 lo scostamento avrebbe dovuto essere pari a circa 40 giorni
- la bolla papale di Papa Gregorio XIII è datata 1582, mentre Tagaloguin considera la correzione a partire dal 1752, apparentemente senza dare alcuna spiegazione: distrazione?
Insomma, un vero colabrodo. Ma se i primi due punti potevano derivare da una errata comprensione del meccanismo di correzione, non riuscivo a spiegarmi da dove saltasse fuori l'anno 1752, usato come base del calcolo al posto del 1582. La risposta, di carattere storico, mi è parsa piuttosto interessante e mi ha portato a scrivere questo post di chiarimento.
Il fatto è che nel 1582 non c'era internet, e nemmeno il telefono. L'allineamento di calendario non è avvenuto allo stesso tempo in tutti i Paesi, ma è stato applicato progressivamente a tutte le nazioni del mondo. Il processo ha richiesto un tempo decisamente lungo. Ecco la tabella che riporta la data di applicazione della correzione del calendario in diverse aree geografiche del mondo:
Year | Country/-ies/Areas |
---|---|
1582 | Spain, Portugal, France, Poland, Italy, Catholic Low Countries, Luxemburg, and colonies |
1584 | Kingdom of Bohemia |
1610 | Prussia |
1648 | Alsace |
1682 | Strasbourg |
1700 | 'Germany',[Note 8] Swiss Cantons, Protestant Low Countries, Norway, Denmark |
1752 | Great Britain and colonies |
1753 | Sweden and Finland |
1873 | Japan |
1875 | Egypt |
1896 | Korea |
1912 | China, Albania |
1915 | Latvia, Lithuania |
1916 | Bulgaria |
1918 | Russia, Estonia |
1919 | Romania, Yugoslavia[Note 9] |
1923 | Greece |
1926 | Turkey |
2016 | Saudi Arabia |
L'aggiustamento del calendario è stato eseguito immediatamente nell'avanzato mondo cattolico, ancora sufficientemente attento al rispetto dei cicli naturali, mentre nell'arretrato mondo anglosassone, più pragmatico, ma meno sensibile a certe tematiche, è arrivato con più di due secoli di ritardo, quando l'adattamento del calendario era diventata anche una esigenza di carattere economico: negli Stati Uniti, all'epoca colonie, l'adeguamento è stato eseguito nel 1752, che è proprio l'anno considerato da Tagaloguin.
In altre parole, la correzione secondo cui il 21/12/2012 sarebbe in realtà il 21/06/2020, dovrebbe valere soltanto per i Paesi Anglosassoni! Perché seguendo il medesimo ragionamento, il mondo cattolico si dovrebbe trovare adesso all'anno 2007 (= 2020 - (2020 - 1582) x 11 / 365).
Insomma, un calcolo completamente inconsistente, derivante da una sequenza di errori che ha dell'incredibile. Viene da chiedersi come mai i media abbiano spinto a tal punto la notizia. Una nota frase di un politico per cui nutro una sincera e profonda ammirazione, recita "se qualcosa non serve a niente, allora serve a qualcos'altro": non è detto che questo sia il miglior caso di applicazione di questa massima, ma è pur vero che la bufera mediatica ha scatenato orde di lettori suggestionati a digitare sul web "fine del mondo 21 giugno 2020" (scoprendo così il mio canale youtube, che di fine del mondo il 21 Giugno NON parlava ...) e scambiarsi commenti preoccupatissimi, poi rimossi per la vergogna quando la data in questione è stata superata.
Nota a margine: a mio avviso, il 21 giugno 2020 è stato un marcatore temporale di importanza fondamentale; l'eclissi a cui il mondo ha assistito è stata davvero unica ed irripetibile, a dispetto delle orde di involucri gongolanti che ripetono a pappagallo "non è successo niente".
Ed eccola l'eclissi, ripresa la mattina del 21 Giugno a Lalibela, dal Dr. Rhodes del canale etiope "Andromeda". Il Dr. Rhodes ha confermato che durante l'evento erano chiaramente visibili i pianeti Venere e Mercurio che nella scenografia celeste della Passione intepretano i "ladroni". Purtroppo questo dettaglio non è visibile nel video, a causa della scarsa luminosità dei due corpi celesti e della loro distanza dalla corona solare:
Per chiudere, ho detto che l'eclissi è stato un importante marcatore temporale, ma non è chiaro di che cosa: è presto per dirlo. Intanto fa pensare la notizia di Papa Benedetto XVI, che all'età di 93 anni, abbia voluto trascorrere il solstizio lontano da Roma, in Germania ... mah!