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venerdì 1 novembre 2019

Noah, il diluvio fra le stelle.


Work in progress: Esperimento Fallito!

Ci occuperemo in questo post del Diluvio Universale e della vicenda di Noè, decimo discendente adamitico. Nonostante la complessità dell’argomento non impiegheremo più la sub-rubrica ‘Work in progress’, poiché l’utilizzo del mezzo come tavolo di lavoro ha causato problemi col medium Blogger, ma anche e soprattutto perché questa modalità operativa non ha incontrato il favore dei lettori provocando, all’opposto, diffidenze e incomprensioni. Dichiaro quindi, l’esperimento Work in progress ufficialmente chiuso!

Nel post "Confronto fra criteri differenti", ho considerato la possibilità di applicare tre diversi approcci d’indagine alle versioni canoniche dei testi:
  1. uno esegetico (religioso), 
  2. uno letterale e realistico, 
  3. uno simbolico matematico. 

L’ultimo dei tre criteri, quello denominato ‘simbolico matematico’, ha determinato una serie di fraintendimenti da parte di esegeti dell’area clericale ma anche degli analisti laici, mostratisi poco avvezzi a immaginare una lettura che si discostasse troppo dal conformismo teologico. E anche i matematici e i filosofi, quelli perlomeno che abbiamo cercato di coinvolgere nella nostra ricerca, hanno fornito sempre la stessa, deludente risposta: ‘…le sue osservazioni non rientrano nel bagaglio delle nostre competenze.’ Così Massimo Introvigne (editorialista e storico), Cardinale G. Ravasi, Corrado Augias, Alessandro Barbero (storico), tanto per citare alcuni fra i nomi più conosciuti di quelli che sono riuscito a contattare per via telematica.

Mi è sembrato dunque opportuno, vista tanta, dichiarata ‘supponenza’ degli studiosi di area umanistica (su questioni, in fondo rilevanti della filologia biblica), interpellare categorie di specialisti di estrazione opposta, matematici o scienziati i quali, ancora una volta, non mi hanno riservato migliori incoraggiamenti. Con un tantino di superbia mi son permesso allora di pensare che, forse, la novità non può rientrare nel periplo di competenze canoniche e conformi a tracce, o categorie preesistenti, proprio perché di ‘nuovo’ da dire, secondo certi superati approcci, nulla più rimane.

La gente (ignorante) prima nega una cosa; poi la minimizza; infine decide che la sapeva già da tempo

Alexander von Humboldt

Tornando all’oggetto di questo contributo su Noè, ho trovato particolarmente interessante studiare la struttura delle narrazioni bibliche per poi provare a formulare una rappresentazione astronomica, un po’ sulla falsariga delle belle clip a cui ci ha abituato l’autore di questo sito. Mi chiedevo se egli avesse già pensato di realizzare un video sulla vicenda di Noè, in caso di risposta negativa gli rivolgo un invito esplicito, nella certezza di trovare l’approvazione dei più assidui frequentatori di questo spazio. Nel caso di una risposta affermativa, ci prepareremo al confronto con gli altri criteri (1, 2), lasciando poi alla matematica il compito di suggellare eventuali conferme.

Fabio Painnet Blade





Noah, il diluvio fra le stelle
di Fabio Painnet Blade


   In piena sintonia con quanto argomentato da Giorgio de Santillana, evinciamo che anche la storia di Noè possa esser stata scritta secondo i canoni del linguaggio mitico, tipico delle culture arcaiche che hanno preceduto l’ebraismo. Se così fosse, dovremmo aspettarci di ritrovare robuste correlazioni cifrate riferite al contesto astronomico. Per quanto concerne, invece, il criterio teologico, bisogna osservare che la vicenda del celebre patriarca e del suo formidabile natante, sia stata sempre trattata in maniera ambivalente, a metà strada fra simbolismo spiritualistico e la raffigurazione realistica di un uomo in carne ed ossa, modello di devozione e tipo decisamente avverso a un mondo popolato da genti scellerate, inclini al peccato. 

   Nel primo caso le associazioni addotte dalla catechesi giudaico-cattolica ci risuonano abbastanza familiari: il diluvio ha sempre rappresentato il castigo divino, il patriarca il primo bacillo di una nuova colonizzazione degli umani, risorti dalle ceneri della corruzione, sotto nuovi e più rassicuranti auspici; nella colomba siamo invece stati abituati a identificare il simbolo della pace, nella montagna sacra (Ararat) il Tempio, e via dicendo. Tutti queste analogie sono state suffragate inoltre, da analoghi modelli orientali (Testi Veda, induismo) e mesopotamici, dai quali proviene l’epopea di Gilgamesh

  Fin qui, roba di tutto rispetto, siamo d’accordo, ma già sentita. Ciò che tuttavia può aver suscitato una logica ilarità è la faccia degli eminenti teologi, quando si son trovati a doversi confrontare con la spiccata immaginazione delle varianti classiche e delle loro colorate analogie che avevano sostituito il sacro Enoch (Colui che camminava fra gli dei) con un singolare folletto dai piedi alati. E non devono aver reagito tanto bene nemmeno dinanzi al soggetto ambiguo partorito in seno alla tradizione gnostica, quel tale detto Tre volte grande, che gli antichi faraoni veneravano altresì come il dio Tooth. Ma la loro indignazione deve aver toccato l’apice solo in tempi recenti, quando alcuni traduttori letterali hanno coniato un nuovo modo di intendere le venerabili scritture degli avi: un ‘nuovo sistema’ di traduzione, a loro dire. Sotto il gonfalone del prode sabaudo Mauro Biglino e del suo motto ‘facciam finta che tutto sia vero’, il buon vecchio che avevamo pensato nei panni di un cocciuto marinaio dai propositi umanitari, con la scusa della sua singolarità somatica (la tradizione descrive il piccolo Noè come un biondo fanciullo dalla pelle slavata, assai diverso dai suoi fratelli.), si è trasformato in un reietto alieno; chissà che botta per i rabbini quando hanno capito che l’origine divina del loro immortale patriarca la si era barattata con quella di strani tipetti verdi col naso a trombetta. Nessuno si scandalizzi dunque se, un domani neanche tanto lontano, un qualche genetista in cerca di fama, fosse pronto a giurare, con la puntuale benedizione della Harvard University, che la sporgenza malleolare ai lati del piede non foss’altro che il rimasuglio atrofizzato di una minuta articolazione in cui, al tempo in cui eravamo poco più che scimmie, avrebbero trovato innesto un bel paio di piccole ali. 

   Vabbè, bando alle spiritosaggini, ora credo sia meglio dedicare spazio a tematiche più serie. 

   Per non discostarci troppo dal campo delle più ardite raffigurazioni, vorrei oggi proporne una di sicuro effetto: il Grande Diluvio visto come la rappresentazione simbolica della fertilità. In virtù di questa immagine, credo non sia difficile pensare alla terra come un immenso utero cosmico, pronto ad essere fecondato. In questa metafora, l’arca biblica sarebbe potrebbe allora esser vista come il seme fecondante, immerso nel liquido seminale (l’acqua, l’inondazione), ricolmo dei suoi migliori cromosomi, capaci di replicare infinite copie della specie umana e solo animale. La Genesi, con la sua lista dei discendenti adamitici ci aveva fatto capire, assai esplicitamente, quale fosse il ruolo biologico dell’ultimo dei patriarchi antidiluviani, ed allora, gli esegeti non se la prendano se, per questa volta, la prospettiva dei traduttori letterali, dei quali si è abbondantemente parlato, ci è sembrata quella più vicina alla allegoria della Grande Inseminazione. I due passaggi della Genesi sembrano sotto questo profilo, concatenarsi perfettamente. Abbiamo più volte invocato la matematica per districare certi nodi, tuttavia ci sembra oggi opportuno soffermarci su un’altra suggestiva traduzione, quella del padre Fernand Crombette (che di numeri non tratta), non tanto per attribuirgli cieca fiducia, quanto per analizzare alcune sue traduzioni dal copto antico che, dato il periodo e la larga approssimazione documentale della sua opera, possiamo considerare immuni dagli specifici condizionamenti culturali delle successive epoche. 

  Egli insomma, non poteva saper nulla di ingegneria genetica, in un periodo in cui con tale appellativo venivano intese soprattutto le combinazioni coi piselli del dottor Mendel; eppure, alcuni vocaboli tradotti dal copto e poi sommate a straordinarie assonanze con la radice latina della parola ‘Dio’, ci hanno indotto a credere che le tracce documentali di un’antichissima sperimentazione di mescola genetica, possa esse davvero stata descritta nella Bibbia.

  Ovviamente, è possibile che ci si limitasse alla tecnica degli incroci generazionali, non essendo fruibile altro tipo di tecnologia. Sia chiaro che queste riflessioni, per quanto suggestive non hanno alcun carattere probatorio, possono casomai trasmettere indizi, sui quali ci è parso del tutto congruo riflettere meglio. Ad esempio, su certe assonanze fonetiche o su determinati parallelismi metaforici riguardo le analogie con la fertilità e la fecondazione: tutto insomma degno di esser meglio valutato, non ora però. Magari in un prossimo appuntamento.


L'Mda 45

  Mettendo da parte gli efficaci indizi delle metafore biologiche, abbiamo ritenuto di dover segnalare all’attenzione dei lettori anche la presenza di numerose tracce nell’etimologia del vocabolo ‘Dio’, al quale tutti noi, come latini, siamo particolarmente affezionati. Ancora una volta ci siamo ritrovati a dover confutare le tesi dei dotti, per i quali non vi sono, né mai vi son stati, dubbi sul termine ellenico da cui la radice del termine ‘Dio’ era stata tratta. Proprio per questo motivo, siamo dovuti ricorrere a testi alquanto discussi in seno all’esegesi rabbinica, quelli del monaco transalpino Fernand Crombette, senza tralasciare la formula ghematrica calcolata per l’Adam biblico la cui somma riporta al numero 45. Questi elementi ci permetteranno in seguito di descrivere i riscontri matematici ricavati dalle traduzioni dal copto antico. 

Fernand Crombette (1880 - 1970)
Foto del Marzo 1958


  Dalla "Genesi" di padre F. Crombette:

Saggiamente, Ehelohidjm chiamò questi spazi diversi, la grande parte dove faceva giorno: l'inno di gloria innalzato dagli angeli (o il giorno solenne), e la parte circostante rimasta nelle tenebre: la grande inoccupata (o la grande notte) che ha fine nel sistema consistente.
Ciò che, prima della Parola, era nascosto all'inizio, fu, dopo la Parola, ciò che era visto alla fine. La generazione così prodotta era la prima.

  Di questi versetti ci è sembrato corretto sottolineare il termine Ehelohidjm usato da padre Crombette per indicare ‘Dio’ . La parola Djiou, più familiare a noi latini, è stata tradotta con ‘generazione’, ‘seme’ o ‘germe’. Abbiamo invece osservato che Adam (o anche solo l’acronimo ADM), non sia stato tenuto in minima considerazione, avendo lo stesso Crombette preferito utilizzare il nome di Hahôdôm che vuol dire: colui che è stato generato dalla terra ‘rossa’ (argilla?).

  Nella tabella n° 1 abbiamo cercato di schematizzare l’ analisi di questi elementi linguistici.


Tab. 1 da "Rivelazione I", pag. 137
(Cliccare per Ingrandire)



  Diciamo subito che la parola Djoou è tradotta da padre Fernand Crombette come ‘generazione’. All'ultima lettera di questa parola, M, viene dato il significato di fare, nel senso di produrre.

  Pertanto, Djooum si può scomporre in lingua copta in due parti: Djôou M = generazione prodotta.

  Nel versetto 4 del capitolo II° del Libro della Genesi, che S. Girolamo ha tradotto: "Iste sunt generationes cæli e terræ", viene ribadito il precedente concetto, cioè: ‘Queste sono le generazioni/origini del cielo e della terra…’. La parola ebraica è qui Thooueldoouth, ma questo termine è composto da Thoou equivalente a Djoou, Generatio, e da El-Doouth, in copto el toot = (El-Toot) Facere, Manus = Creare. In definitiva, la locuzione "Generazione creata" non è poi tanto diverso da "Generazione prodotta"



Corrispondenze e Relazioni

  In fede al metodo che ci siamo imposti di osservare in questa serie di articoli, cercheremo ora di addentrarci nel mondo dei numeri veri e propri, mettendo da parte la rappresentazione ghematrica dalla quale tuttavia, abbiamo preso spunto per ricollegarci al numero dell’Adam.

  La sorprendente analogia fra racconto biblico del Diluvio Universale e dinamica dell’atto fecondativo (biologico), ci ha consentito di cogliere alcuni simbolismi numerici. Il numero 40, ad esempio, risulta in questo parallelo metaforico-biologico altamente significativo, poiché i quaranta giorni in cui l’arca vagava per mare, possono essere intesi come un tempo di grande incertezza dovuta al rischio che i flutti se l’ingoiassero con tutto il suo (eccezionale) contenuto. Se ci volgessimo ad osservare la dinamica del processo biologico potrebbero balzare all’occhio sorprendenti analogie: le adolescenti dei nostri tempi dopo un rapporto (completo, ma non calcolato) con un coetaneo non attendono con trepidazione il trascorrere dei fatidici quaranta giorni prima di tirare un sospiro di sollievo e certificare così di non aver innescato una gravidanza? Il differente atteggiamento epocale e generazionale, fa riflettere sul mutamento delle società e dei valori: quello che un tempo era un gioioso auspicio oggi è diventato un turbamento dai contorni drammatici, e traumatici in molti casi. Valutiamo inoltre un’altra analogia interessante nei quaranta giorni del Cristo nel deserto, luogo mistico per eccellenza in cui, ancora una volta, viene messa in gioco la possibilità che la tentazione satanica, rappresentazione eloquente della negazione salvifica, prenda il sopravvento sulla sua vittima, che poi è l’umanità intera. I quaranta giorni possono allora esser visti, in tutti i casi, come un intervallo di imprevedibilità rispetto al futuro.

  Venendo adesso a ciò che più si preme considerare, prenderemo in esame i tre numeri che corrispondono all’ acronimo Adam. Per meglio capire proveremo a schematizzare le tre lettere in senso inverso cosicché il nome Adm sia leggibile come Mda, in cui M (40) rappresenti il ciclo lunare, D(4) quello precessionale e A (1) il ciclo terrestre. Moltiplicheremo questi coefficienti per il corrispettivo trecentosessantesimo in relazione ad ogni specifico ciclo, cosicché il 40 sia relazionato, attraverso una moltiplicazione, a un 360° (1,8 ore solari) del ciclo lunare di 28 giorni, il 4 sia relazionato/moltiplicato per il valore di un 360° del ciclo precessionale (72 anni) e 1 per un 360° del ciclo terrestre intorno al sole (un giorno).

  In questa uguaglianza potremmo leggere così rispettivamente il risultato di 72 ore (40 x 1,8 ore) = 3 giorni, 280 anni (4 x 72 anni) e infine un giorno = 1 gravidanza. Le seguenti cifre potrebbero così essere interpretate come una scala di relazioni indicante tre giorni solari (luna) e 280 anni solari (ciclo precessionale). Su quest’ultimo dato forniremo il seguente approfondimento.

  Abbiamo visto che le smisurate età degli adamitici hanno portato alla rilevazione di un codice/coefficiente = 7,145 (ma sull’operazione ci dilungheremo con dovizia di particolari in un successivo articolo).. Ciò spiegherebbe inoltre perché gli autori biblici, assieme ad ogni discendente, avrebbero riportato anche l’età in cui ognuno di loro sarebbe diventato padre per la prima volta. Questo fattore aggiunto nel testo, faciliterebbe l’operazione di somma necessaria a conoscere il tempo trascorso fra il primo e l’ultimo discendente adamitico..



I riscontri numerici

  Luna. La cifra di 72 ore ci riporta immediatamente al significato dei tre giorni della resurrezione di Gesù, un lasso di tempo che può esser tranquillamente paragonato ad una gravidanza, sebbene non di tipo uterino. La nuova Vita di Gesù Risorto sarebbe perciò rimasta in gestazione tre giorni prima di ascendere ai Cieli. Il richiamo alla luna seguirebbe, entro quest’ottica interpretativa, i simboli di una tradizione arcaica proto-cristiana* dimenticata nel successivo Cristianesimo ed annichilita del tutto dal Cattolicesimo.

  Precessione degli Equinozi. A questo sistema cosmico si riferisce invece la cifra di 280 anni. Per concepire questa soluzione abbiamo inteso che il tempo fra il primo uomo (Adamo) e l’ultimo dei suoi discendenti (Noè) fosse la ovvia rappre-sentazione di un periodo di ‘gestazione’ precessionale, ovvero una gravidanza rapportata ai riferimenti temporali degli dèi, dato che i tempi degli déi si misurano in relazione all’anno perfetto (ciclo precessionale). Con una semplice addizione abbiamo pertanto potuto rilevare che questo periodo copre un arco di 2006 anni che, relazionato (divisione aritmetica) al coefficiente 7,145 (coefficiente cioè che potrebbe rivelare l’età effettiva di ogni patriarca) ci ha fornito il, quasi, coincidente, risultato di 280,75... anni.



Altre corrispondenze, indizialmente deboli.

  Ma le analogie non finiscono qui! Infatti se ponessimo come valore di riferimento (terrestre) la durata biologica di una gravidanza uterina, cioè 280 giorni solari, e stavolta la relazionassimo con una divisione, ai due numeri dell’acronimo ADM, ci troveremmo davanti a risultati altrettanto significativi, sia in relazione al ciclo lunare che a quello precessionale. In questo caso la cifra 280 dovrà essere divisa per i suoi due valori lunare e precessionale, cioè il 40 e il 4 da cui si otterranno le soluzioni 7 (280 giorni/40) e 70 (280 giorni/4) da intendersi inequivocabilmente come gradi angolari da valutare in relazione ai cicli di riferimento lunare e precessionale. Sul risultato di quest’ultima operazione 70 x 71 anni solari = 4970 anni solari (70 x 72 = 5040) ci sarebbe in realtà da discutere, preferiamo pertanto rimandare gli eventuali approfondimenti al commentario di questo post.

  Tuttavia, rispetto al ciclo lunare la soluzione ci è parsa molto più precisa ed altamente significativa:7 x 1,86 ore (13,02-06 ore). Ai lettori, adesso, il compito di scoprire questo riferimento alla luna. Per coloro che non dovessero riuscirci mettiamo a disposizione la successiva tabella. 

Durata della Luna nel Cielo
(cliccare per ingrandire)

42 commenti:

Ermy ha detto...

Ovviamente non è facile lo scritto e posso solo dare la buona fede che ciò che c è scritto sia corretto .
(non avendo strumenti per controbatterlo)
E penso pochi abbiano tutte quelle conoscenze
Ma
Quello che mi pare di aver capito è :
Ciò che scrivete avvalla le tesi di Biglino
Perché viene attaccato?
..lui in BUONA fede sta facendo una traduzione che serve solamente a far sì che la gente comune apra la mente al dubbio
Il suo “faccio finta che...” non ha la conclusione che hai dato..ma...semplicemente
..aprite la mente e leggete bene ciò che nella Bibbia c è scritto..
difficile capire tutto
Mi pare che abbiate valutato che c è un’età dei
Patriarchi che è calcolata in anni terrestri
molto lunghi.
Quindi molto simile a ciò che Biglino dice


fabio painnet blade ha detto...

Sì, dici bene: dobbiamo leggere la Bibbia. e dobbiamo pure farlo bene. Tuttavia per quanto ci sforzassimo di comprendere ogni suo passo, alla fine finiremmo per renderci conto che la Bibbia è un testo polisemico, aperto cioè a diverse chiavi di lettura. In effetti sfotto un po' il sabaudo scrittore, poi però gli riconosco di aver toccato un punto decisivo, quello che riguarda la possibilità che l'umanità sia il prodotto di una mescola genetica realizzata a fini ben precisi. Migliorare la razza? Renderla più malleabile a determinati compiti? le domande sono tante. Io per il momento mi limito a trovare correlazioni, correlazioni matematiche per il vero. E non sono le sole possibili. L'autore di questo spazio si affanna a relazionare le corrispondenze astronomiche con quelle spirituali. E' un bel lavoro il suo. personalmente sono rimasto affascinato dalla sue analisi. In quanto alla difficoltà di comprensione, credo sia necessario dedicarsi alla materia coi propri mezzi,non fermarsi al dubbio ma elaborare delle risposte. A me è venuto il dubbio che l'età dei patriarchi possa rappresentare qualcos'altro che l'effettiva durata delle loro vite terrene. Biglino dice invece di esser certo che quegli anni (il solo Adamo ne avrebbe vissuto 630) siano effettivamente anni solari e che i patriarchi abbiano vissuto davvero tanto tempo. Sono posizioni antitetiche, quali elementi portiamo a supporto delle rispettive tesi? Il gioco è dunque quello di abbinare a ogni soluzione la maggior parte di indizi possibili, per questo mi servo della matematica e dell'astronomia. Tu che pensi in proposito agli anni dei patriarchi antidiluviani? Sposi una delle due tesi o ne hai una tua?

fabio painnet blade ha detto...

Approfitto per segnalare un errore: il nome di padre Crombette è Fernand (e non Ferdinad, come da me riportato)

Donato ha detto...

Mi piace evidenziare il termine "polisemico" che Fabio ha adoperato riferendosi alla Bibbia. Detto in altre parole la Bibbia avrebbe la capacità di interagire con vari ambienti, sarebbe come una chiave che ci permette accedere ai misteri e ai principi della storia e della scienza. Quale è il concetto di umanità che si percepisce nella Bibbia: "uomo" in quanto "microcosmo", essere armonicamente incastonato nel tutto e capace, malgrado la propria piccolezza, di abbracciarlo, oppure l'uomo deve adeguarsi sia al ruolo marginale attribuito dall'astronomia moderna al pianeta in cui vive, sia all'idea della necessità ineluttabile e anonima che regola tutti gli eventi?

Arcana Ricordo ha detto...

Mi scuserete l'intrusione, solo per una breve risposta ad Ermy. Un tempo ero anche io della scuola "ma se tale ha detto che, allora perché tu dici ... ecc. ecc.". Col tempo, si impara ad accettare il fatto che l'uomo non può avere una visione completa ed assoluta del mondo. La ricerca della Legge Universale, che gli scienziati credono di intravedere nei modelli che descrivono gli scontri di particelle ad alta energia e i rabbini sostengono di scorgere nelle chiavi cabalistiche nascoste nel Pentateuco, non è alla nostra portata.

Siamo stati creati per poter scorgere soltanto una parte del tutto e nessuna parte può dirsi aprioristicamente fasulla. Ogni punto di vista apre una possibilità, una prospettiva interessante da esplorare, in cui scoprire una parte nuova - o magari antica e dimenticata - di noi stessi. Ma fermarsi a quel punto di vista e considerarlo "consolidato", ahimè costituisce un freno. Per questo apprezzo il tentativo di Fabio, che considera soltanto come degli spunti le idee contenute soprattutto nei miei video, ma prova ad elaborare e proporre - in maniera deliziosa - una sua visione. In Italia noi tutti abbiamo il seme creativo: è il motivo per cui esistono tanti che scrivono, ma in pochi leggono libri. Non a caso siamo il Paese dei mille campanili. Non è un caso se l'Europa, in cui abbiamo in passato riposto le nostre speranze (e che si è invece rivelata una cocente delusione fatta di sciocchezze elette a Legge) finge di svilire questa caratteristica, che ci rende invece unici e speciali.

Siamo e siamo sempre stati degli infaticabili creatori, dei pionieri e dei divulgatori di nuove conoscenze. Il motto "l'unione fa la forza" non fa per noi: noi troviamo la forza nella nostra personalissima visione. La visione del mondo che ognuno di noi ha, è un universo a sé stante, con regole proprie: creato dal nulla e donato al mondo. Sarà il mondo a decidere se trasformare o meno quella visione in qualcosa di reale.

Nella mia personalissima visione, Gesù è la personalizzazione della Coscienza, che ognuno di noi percepisce come "sensazione di esserci", ma che in realtà pervade lo spazio-tempo, e che è sensibile alla curvatura dell'universo. Il Sole, raccogliendo in sé la maggior parte della massa e dell'energia del Sistema Solare, risulta anche il più importante aggregato di coscienza nei paraggi. Questo è anche il motivo per cui per millenni il Sole è stato adorato come un Dio, finché il Cristianesimo non ha fatto implicitamente comprendere che "la Coscienza" e "la sede della Coscienza" sono due cose diverse. Il Sole come aggregato di materia, può separarsi dalla coscienza e trasformarsi da Gesù in Malco, smettendo di splendere ... in senso figurato, o forse anche in senso letterale.

Chiedete a Fabio cosa ne pensa di questa visione: inorridisce.

I libri di Biglino sono tradotti in molte lingue. E questo blog, il canale video associato, hanno visitatori da ogni parte del mondo, intenti ad usare Google per tradurre i contenuti che scriviamo. Ogni idea è un seme, che prima o poi germoglia. Che porta nuove domande e nuovi spunti.

Alla domanda "Ma tu, come ti collochi rispetto a ..." posso solo rispondere, "Io non mi colloco affatto: tu invece, come mi collochi rispetto a ..., nella tua visione del mondo, che è soltanto tua, e che quindi io non posso conoscere? Non dirmelo, a me non interessa."

fabio painnet blade ha detto...

@Donato il concetto di umanità percepito nella Bibbia, non è oggettivo, né monolitico (tu stesso parli di ‘percezione’) : c’è chi la Bibbia non l’ha mai sfiorata eppure ha maturato una percezione del suo significato attraverso la mediazione sacerdotale. C’è chi la Bibbia non solo l’ha letta ma l’ha perfino tradotta verso per verso, traendone una percezione realistica, c’è chi l’ha tradotta e rielaborata in senso allegorico, c’è chi l’ ha studiata intensamente ed ha maturato l’idea (altra percezione) che non sia altro che un guazzabuglio di emerite fesserie (P.Odifreddi et al.) Il tuo dubbio è limitato quindi a una percezione dei significati che pure posso condividere e sviluppare secondo la mia ottica. Nulla mi vieta allora di concepire il dio biblico come un’entità autoritaria e punitiva.
L’umanità quindi non può, nel relativo contesto epocale in cui è collocata dagli autori biblici, essere valutata attraverso un filtro etico in grado di caratterizzarne il livello di elevazione spirituale. Qualcuno ha parlato di ‘dio padre’/padrone e, secondo una certa prospettiva, tale qualifica non può essere facilmente contraddetta sulla traccia dei soli testi canonici. Diverso è l’approccio cristologico che inserisce l’umanità, nelle sue varianti meno nobili, al vertice del sacro 'pantheon' celeste (Dio è in colui che soffre, è perfino nel tuo nemico, sosteneva il Nazareno). Nella logica del Cristo terreno, l’uomo di carne e istintualità diventa oggetto sacro e da esaltare attraverso opportune pratiche sacrificali (fare sacro); ma si possono esprimere analoghe considerazioni nella cornice della tradizione mosaica? Il Dio della deportazione a Babilonia non puniva forse, attraverso lo strumento militare di una superpotenza, i costumi corrotti del ‘suo’ popolo? La Bibbia, quindi raccoglie entrambe le concezioni entro un unico filone narrativo, secondo alcuni fornendo un quadro in evoluzione dello spirito religioso e dell’emancipazione etica di un popolo ‘campione’ e quindi, per rapporto comparativo, dell’intera umanità.

Arcana Ricordo ha detto...

Caro Fabio, come avrai capito ho impiegato molto tempo, sia per pubblicare il tuo pezzo, sia per leggerlo con attenzione, perché avevo a cuore la pubblicazione del nuovo video "Il Presepe Celeste - Parte IV" in tempo utile per le feste. L'uscita la prima domenica di Avvento era condizione necessaria per consentire un tempo utile di assimilazione, in modo che le suggestioni che propongo nel video, possano aiutare i lettori più fortunati (quelli che riusciranno a rivolgere uno sguardo al cielo stellato nella Notte di Natale) a godersi pienamente lo splendore del Presepe Celeste: quello allestito da sempre sul palcoscenico della volta celeste ...

Ma veniamo a noi. No, non ho mai pensato di dedicare un video al Diluvio e alla vicenda di Noè, perché anche se non ho rinunciato a dedicare attenzione a tutta la letteratura sacra occidentale (sia quella ufficialmente riconosciuta, sia quella apocrifa), ho deciso di limitare la mia azione divulgativa all'ambito evangelico. Il motivo è semplice: il quadro simbolico offerto dai Vangeli è limpido e coerente. Raramente i simboli assumono un duplice significato (anche se a onor del vero, uno di questi viene presentato proprio nel video "Il Presepe Celeste - Parte IV"), pertanto è possibile definire dei "punti fermi", che aiutano il lavoro di decodifica di altri passi del testo. Viceversa, la Bibbia è più ostica da questo punto di vista. Forse soffre eccessivamente della redazione ad opera di un numero elevato di autori, ciascuno con il proprio bagaglio di chiavi simboliche. O forse, la simbologia biblica è talmente completa, da risultare troppo complessa per le mie capacità.

Ciononostante, mi sono già cimentato con la Bibbia quando ho affrontato il tema di Salomone (sul quale dovrei tornare, per fornire un nuovo indizio sul numero 666, di cui abbiamo già parlato), anche se a dirla tutta, non sarei riuscito a dire granché senza il puntello offerto dal Kebra Nagast e dalla letteratura ad esso connessa.

Per il Diluvio, potrei fare una eccezione, dal momento che l'episodio, preso come elemento a sé stante, ha una autoconsistenza propria, che non hai dimenticato di evidenziare. Per una volta sottoscrivo totalmente la tua visione: il Diluvio è la rappresentazione letteraria di un atto fecondativo e creativo, che ha consentito la nascita di quella che Gesù chiama questa generazione. Continua ...

Arcana Ricordo ha detto...

... continua dal precedente.

L'espressione "questa generazione" ha un significato nientemeno che triplice:

1) generazione del Nuovo Sole, inteso come attuale assetto planetario ed ordine cosmico, che comprende anche l'insieme dei moti della Terra, che determinano il moto percepito dei corpi celesti. Qui prendo in prestito le parole di Magatama Rosso, che mi perdonerà se cito una sua mail privata: [...] un autore tedesco, Julius Schwabe, che ha compiuto studi molto più approfonditi di Santillana e che racconta di come millenni fa, in Mesopotamia, fu necessaria una riforma del calendario precessionale, poiché il vecchio computo calcolava le ere in successione da est ad ovest!! quando sappiamo bene che lo zodiaco procede in direzione opposta a quella del sole; il che ci riporta alle parole di Platone, a quelle di Erodoto e degli ierofanti egizi che narrano di un lungo periodo di tempo in cui: "due volte il sole sorse dove ora tramonta e tre tramontò dove ora sorge" nonché alle parole dello stesso Santillana, che nel suo libro parla di due scuole di pensiero in relazione ai cicli precessionali. Detto in altri termini: periodicamente, uno sconvolgimento solare altera l'assetto del pianeta e - con ogni probabilità - porta all'inversione del senso di rotazione e di rotazione precessionale. Ogni sconvolgimento, viene celebrato come la nascita del "Nuovo Sole".

2) Il Nuovo Sole indica anche la Nuova Umanità, che al Sole è legata nel modo più totale ed assoluto, come ho scritto nel mio primo commento a questo post. La Coscienza, ciò che contempliamo quando ci accorgiamo di esistere, non è racchiusa all'interno del corpo, proprio come la luce non è racchiusa all'interno degli occhi: il corpo dispone bensì di organi di senso che ci permettono di percepire la coscienza, così come gli occhi percepiscono la luce. Poiché la maggior parte della coscienza (ammesso che il concetto di "coscienza" ammetta l'uso di espressioni quantitative) risiede nel Sole, pertanto la nascita del nuovo sole, determina la nascita di una nuova specie umana, dove il termine "specie" non può essere inteso in senso strettamente biologico.

3) Il terzo senso della "generazione" è letterario: al Nuovo Sole, corrisponde la vita del Cristo evangelico, che al termine del proprio periodo vitale, è soggetto ad una morte e rinascita iniziatica, per dare vita al nuovo ciclo. La durata del ciclo è pari a 6 Ere Astrologiche, perché ogni sei Ere, l'asse dei solstizi risulta allineato al Centro Galattico, che i Maya chiamavano Hunab Ku.

Continua ...

Arcana Ricordo ha detto...

... continua dal precedente.

Il numero 40 ha un significato molto preciso dal punto di vista astronomico: rappresenta il numero di anni necessario al Sole Precessionale per attraversare un qualsiasi punto dell'eclittica. Così, possiamo tranquillamente affermare che l'allineamento tra l'asse dei solstizi e il Centro Galattico, è durato 40 anni. Esiste una stretta corrispondenza anche tra i 40 anni del Diluvio e i 40 giorni di Gesù nel Deserto, dal momento che i giorni della vita del Dio Incarnato hanno durata pari ad un anno terrestre. Quindi il fatto che Gesù trascorra 40 giorni nel Deserto, indica che il Deserto è un punto preciso dell'eclittica: secondo me è la Fenditura del Cigno.

Ora mi preme che si capisca molto bene che il Diluvio non è un fenomeno isolato, ma è un fenomeno ciclico, anche se avviene con modalità differenti. Il Cristianesimo, l'Ebraismo ed in qualche misura anche l'Islam, sembrano proporre e riproporre, insistentemente, l'esistenza di cicli vitali del pianeta, periodici e regolari.

L'unità di tempo che il Cristianesimo sembra proporre è l'emi-ciclo precessionale: 13.000 anni. Ogni 13.000 anni, un casino "resetta" il Pianeta e si ricomincia da capo. Ma visto che l'evoluzione non procede in circolo, ma lungo una spirale ascensionale, il nuovo punto di partenza è "più in alto" del punto di arrivo precedente. La cifra di 13.000 anni è coerente con l'età del sito archeologico più antico del pianeta: Gobekli Tepe, in Turchia (11.000 A.C.). Prima di esso, con ogni probabilità, il Diluvio.

Nel Vangelo le "Apocalissi" sono chiamate "Battesimi". Il battesimo di Gesù, officiato da Giovanni Battista, è una completa abluzione, che avviene quando Gesù inizia il Suo ministero terreno. Nella proiezione astronomica, a questa abluzione corrisponde il Diluvio Universale, avvenuto - a mio avviso - 13.000 anni fa. Noi lo ricordiamo con un rito infantile, di cui il neonato non ha memoria, esattamente come la nostra civiltà non ricorda il Diluvio. Il Diluvio è la nostra stessa gestazione nel ventre materno: non ne abbiamo memoria, ma tutti siamo nati dall'acqua.

Ma presto ci toccherà rinascere col fuoco. I greci attendevano l'ecpirosi, Sant'Agostino lo chiamava "grande conflagrazione", Giovanni Battista lo chiama "un battesimo in Spirito Santo e fuoco". Gesù, non fa alcuno sconto e annuncia testualmente Poiché ognuno sarà salato con il fuoco.

Si tratta di un fuoco purificatore, che arde ogni ferita cicatrizzandola, ma non per questo è meno doloroso. Lo prova lo stesso Dante nel Purgatorio:

Poi dentro al foco innanzi mi si mise,
pregando Stazio che venisse retro,
che pria per lunga strada ci divise. 48

Sì com’fui dentro, in un bogliente vetro
gittato mi sarei per rinfrescarmi,
tant’era ivi lo ‘ncendio sanza metro. 51

Arcana Ricordo ha detto...

Alla fine ho deciso di dirvelo, il segreto del 666: andate a leggere la versione aggiornata del post: La Storia Araba della Santa Croce e dei Trenta Denari. E' un post molto importante, forse dovrei ripubblicarlo in copertina ...

fabio painnet blade ha detto...

molto, molto interessante. Riproporrei il post aggiornato, immediatamente. da parte mia gli dedicherò del tempo per trovare eventuali incongruenze. Ma per il momento mi sembra tutto estremamente degno di considerazione.
Un periodo di grande attività, eh?

Alfonso ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Alfonso ha detto...

Arcana Ricordo, scusa la mia scarsa intuizione, qual è il rito infantile che citi nel tuo commento?

fabio painnet blade ha detto...

@Alfonso , credo che la frase equivocata da Arryc debba essere così intesa : 'noi lo celebriamo con un rito dell'infanzia di cui non rimane memoria nel neonato'. ? l'attributo 'infantile' non credo sia stato usato in senso negativo, cioè per marginalizzare l'importanza del rito, tutt'altro. Almeno così l'ho inteso...

fabio painnet blade ha detto...

Ad @Ermy invece vorrei consigliare di prestare attenzione al bell'articolo nel link, quello della storia araba dei trenta denari. Ora, se andiamo a leggere le associazioni simboliche utilizzate da Arcana, possiamo rimanere colpiti dalla precisione del suo ingegno. Il pezzo di legno è l'eclittica, i piedi caprini richiamano la 'casa zdcl' dell'Ariete (ma anche il Capricorno , a mio avviso, con riferimento all'influsso 'negativo' del significato cristiano e perciò a Saturno). Ma in quanto a ciò, se l'autore si fosse limitato alle analogie simboliche, non mi stupirebbe se un sitchin qualsiasi, uno di quelli che vanta grosse tirature, saltasse fuori con la bislacca idea che la regina di Saba non fosse altro che un ibrido di natura aliena, il legno fosse una sorta di dispositivo usato in guisa di bacchetta magica in grado di operare mutazioni cromosomiche immediate e via dicendo, andasse avanti con fantasiose idee di questo tipo. Chi , di fronte alla portata dei suoi successi editoriali e alla sua fama, oserebbe dargli del fesso?

fabio painnet blade ha detto...

Ciò per dire che l'operazione tentata da Arcana riguarda un metodo analitico diverso da quello usato da Biglino & soci , il quale si limita a dire che ogni ipotesi ha pari dignità di tutte le altre. IO penso che non sia vero, le interpretazioni che poggiano su ancoraggi matematici godono di maggior rispetto e penso anche che le persone poco documentate tendano a condividere quelle che strizzano l'occhio alla loro ignoranza (in materia). I lavori seri dunque non possono godere del successo di altri che, nella loro disarmante incompiutezza, vengono più comodamente accettate dallo specifico livello culturale. Nel brano egli prende in considerazione anche i numeri e saranno questi, alla fine, a fornire la necessaria garanzia di attendibilità rispetto altre e perfino logiche, ipotesi. ma, come si sa, la logica non è che il parente povero della matematica. La strada dell'emancipazione, insomma è un po' più difficoltosa,e non è fatta di sola pedissequa acquisizione di informazioni, ma anche di ragionamento e comparazione.

Alfonso ha detto...

Fabio, ti ringrazio per la precisazione, probabilmente il mio precedente commento non è stato chiaro, la mia domanda è questa: quale nome ha, se ce l'ha, questo rito infantile o come dici tu "rito dell'infanzia", insomma questo rito come viene denominato?

Arcana Ricordo ha detto...

Ciao Alfonso, grazie per la domanda.

In effetti il mio commento è un taglia e cuci preso da alcuni appunti che avevo scritto tempo fa e può non essere espresso alla perfezione. Comunque mi riferivo al Battesimo: penso che l'acqua battesimale richiami non solo la provenienza del neonato dal grembo materno, ma anche la nascita di questa generazione dal Diluvio.

Grazie anche a Fabio, sia per la corretta precisazione relativa al senso del termine "infantile", sia per gli attestati di stima, che posso assicurare sono del tutto gratuiti!

Alfonso ha detto...

Ciao Arcana Ricordo ti ringrazio per la chiara precisazione.

fabio painnet blade ha detto...

Diavolo di un Arcana! Verrebbe da dire: l'Arcano del diavolo! tanto è stato il tuo ingegno in occasione della storia araba dei trenta danari. Ci ho lavorato un po' su e ho prodotto anch'io una chicca per appassionati. I trenta denari sono in bella mostra anche nella vicenda biblica di Salomone. L'avresti mai detto? Mi riservo di affrontare la questione dell'enigma nascosto nel relativo capitolo quando pubblicherai quel post (davvero importante) che purtroppo, a suo tempo (un anno fa) , sembra non aver riscosso il meritato tributo in guisa di commenti. Inviterei allora coloro che capitano su queste frequenze a partecipare attivamente all'indagine in corso, perché quanto sto per dire richiede la collaborazione di nuove energie per districare l'enigma che a questo punto appare evidente essere nascosto anche nella storia biblica riportata nei libri 1Re e 2 Cronache.

fabio painnet blade ha detto...

Per quanto riguarda i trenta denari, inviterei a leggere il passo di 1Re 10: 25-29. I capitoli 9 e 10 dell'omonimo libro avevano riportato una serie di cifre riferite a quantità ingenti di talenti in entrata e in uscita dalle casse del re. Somme rigorosamente conteggiate come quantità di oro. Nel passo sopracitato, invece, l'acquisto di 12.000 cavalli e di 1.400 carri è stato effettuato in sicli ma...d'argento. Ciò suggerisce qualcosa di importante, dato che per l'intero capitolo di trascrivono quantità di purissimo oro di Ofir. L'arcano è qui risolto. Mi premeva sottolinearlo in anteprima mondiale, per dettagliare i criteri del metodo adottato in precedenza per la soluzione degli altri computi, in parte pubblicati per la prima volta in questo sito,che hanno rivelato la presenza di misure perfettamente sovrapponibili a quelle precessionali, ben note agli astronomi di oggi e a quelli di ieri.
Il gioco è assolutamente matematico e non ha lasciato scampo ad eventuali interpretazioni alternative: il numero nascosto nell'acquisto di carri e cavalli, commutato in misure temporali ci ha fornito la cifra di 30 giorni solari (30,5 per l'esattezza). E, come si sa, quando la bibbia dice giorni, spesso intende giorni/trecentosessantesimi di un anno solare e contestualmente di uno precessionale (come già osservato nella questione dell'Adam, di cui abbiamo abbondantemente parlato in questo post). i trenta giorni del ciclo precessionale sono per l'appunto i trenta gradi su cui scorre una 'casa' zodiacale'
Dato il criterio essenzialmente aritmetico usato per la soluzione, ho creduto opportuno inviare titto il materiale, e pure qualche bel filmato prodotto dal nostro Arcana, al noto matematico Piergiorgio Odifreddi. Ho fatto bene?

Fabio Painnet Blade ha detto...

Buongiorno.Partendo dal presupposto che mi risulta difficile seguire ogni passaggio,mi interessa capire come siete arrivati alla soluzione dei 30 denari

fabio painnet blade ha detto...

@RossoTiziano , intendi dire nella Bibbia?

Fabio Painnet Blade ha detto...

Si si,nella Bibbia

Arcana Ricordo ha detto...

Sono contento di vedere che si procede con le ricerche e sono ansioso di venire a conoscenza delle scoperte di Fabio. Per rispondere a Rosso Tiziano, la soluzione che abbiamo proposto relativa all'enigma dei 30 denari è presentata nel video "Acquario: l'Era di Giuda - Parte III - la Profezia", che suggerisco di rivedere.

Il punto di partenza è stata una ricostruzione delle cognizioni astronomiche disponibili all'epoca della redazione dei Vangeli. Secondo gli storici della Scienza, la precessione degli equinozi è stata scoperta da Ipparco di Nicea nel II sec. D.C., tuttavia numerosi indizi portano a ritenere che in realtà Ipparco si sia basato su informazioni disponibili già in precedenza. La mancanza di documentazione più antica va ricollegata al rogo della Biblioteca di Alessandria, che custodiva documenti di valore inestimabile relativi all'intero scibile umano.

La comparazione tra la narrazione evangelica e le cognizioni astronomiche porta a scoprire sempre nuove sovrapposizioni, nuove correlazioni, che avvalorano l'ipotesi che le Scritture siano - oltre che un Libro Iniziatico - anche un compendio scientifico di assoluto rilievo. Come molti altri elementi del Vangelo che celano simbologia celeste, anche i 30 denari di Giuda non sono una novità introdotta dai Vangeli. In un passo del Vecchio Testamento si legge testualmente: "Io presi i trenta sicli d'argento e li gettai nella casa del SIGNORE per il vasaio". Chi mi sa dire il riferimento senza gugolare troppo?

Anche in questo passo, i trenta sicli sono forniti come "premio" per una certa prestazione, ma sotto consiglio del Signore, vengono ceduti ad un "vasellaio", in cui gli spettatori del canale video "arcanaricordo" hanno imparato a riconoscere l'Acquario e la relativa Era.

La Storia Araba della Santa Croce e dei Trenta Denari, disponibile per il download come ebook gratuito da questo sito, è quasi una prova del nove: una conferma precisa e circostanziata del fatto che queste deduzioni simboliche hanno una loro ragion d'essere.

Il Legno raccolto alle pendice del Paradiso, che il Re Salomone ha utilizzato come architrave della Porta del Tempio, e che lo stesso Salomone ed i successivi 30 Re d'Israele hanno provveduto a decorare con anelli d'argento, viene usato per costruire la Croce del Salvatore. Mentre gli anelli sono offerti a Giuda come premio.

"Non riflettete e non capite ancora? Avete il cuore indurito?"

Arcana Ricordo ha detto...

Fabio, passata l'anteprima de "Il Presepe Celeste - Parte IV", riprenderemo la Storia Araba della Santa Croce e dei 30 Denari e la riproporremo in due post: uno dedicato a Giuda, che ti proporrei, se ti aggrada, di scrivere a 4 mani, in modo da presentare in modo adeguato le scoperte che qui hai annunciato; il secondo dedicato al 666, in merito al quale stiamo iniziando a farci un'idea piuttosto precisa ... che ne pensi?

fabio painnet blade ha detto...

Grazie per la fiducia Arryc, non so se meritata. 'Scoperta' è una parola grossa, forse è meglio parlare di interessanti correlazioni. Quelle sì, ci sono e non si possono negare. Alla fine sai che mi ha risposto l'amico Piergi? Che quel 720 è effettivamente è una relazione mai individuata prima , ma..."a chi gliene può fregar di meno?" Sto cominciando a convincermi anch'io, perché quello di comunicazione se ne intende, coglie al volo il polso del mercato.

Vabbuò, vorrà dire che aspetteremo tempi migliori.

fabio painnet blade ha detto...

In quanto alla posizione ufficiale della scienza, posso dire che gli archeoastronomi (Codebò, Bianchi, Veneziano) attestano con sicurezza quanto ci comunichi rispetto la datazione della scoperta del ciclo degli equinozi. L'amico Piergi rimane invece fermo su Ipparco, non ammette nuovi sviluppi.

Il pezzo del vasai lo ricordavo tratto da un Vangelo. Se non sbaglio si parlava di sotterrare quei danari rifiutati da Giuda in un campo. Tu , forse saprai essere più preciso.

Rispondo infine al tuo 'che ne pensi' , aggiungendo solo che, quanto scritto finora, è maturato leggendo questo sito, in virtù dei tuoi interventi e di quelli dei commentatori. Mai affrontato prima d'ora i relativi passi testamentari. Sul 666 la vedo dura.

Volevo chiudere il commento fornendoti il link di un'altra prospettiva aperta sulla questione dei magi. I nomi che se ne sono occupati sono di gran levatura, si tratta degli archeoastronomi prima menzionati; Mario Codebò sottolinea molti dei punti da te indicati però, a mio modesto avviso, la sua costruzione (basata sul fenomeno osservabile dell’allineamento percepito della triade Giove, Saturno, Venere), molto suggestiva peraltro, trascura un elemento fondamentale da te puntualmente menzionato, cioè il ruolo del sole che, come sappiamo, rappresenta un'efficacissima rappresentazione dell’entità divina. Il passaggio del sole nelle ere che si alternano nel cielo (registrabile al momento del punto vernale), è un’immagine di gran forza simbolica. Vedi il contributo poi mi dirai se ti convince:
http://www.magicamentecolibri.it/wordpress/i-magi-e-la-stella-di-betlemme/

fabio painnet blade ha detto...

A Rosso Tiziano vorrei invece dire di eseguire la moltiplicazione (carri e cavalli per il rispettivo costo in sicli d'argento) , proprio come suggerirebbe la lettura del corrispondente passo tratto da 1Re: Le cifre ottenute sono in sicli, ma per arrivare a trenta 'giorni' dovremmo commutare il valore dei pesi in quantità temporali.
L'operazione ci riporterà a una misura, quella del giorno, che De Santillana suggerisce di stimare sempre in senso angolare (con riferimento al ciclo precessionale).E così abbiamo fatto! Se trovi ancora difficoltà, faccelo sapere.

Fabio Painnet Blade ha detto...

Se non erro si ottengono due somme: 840000 e 1800000 si tratta di sicli d argento
Ma le due somme in giorni anni minuti o secondi non mi dicono niente.

Fabio Painnet Blade ha detto...

Avevo già visto il video che mi è piaciuto molto e mi ha chiarito alcune cose.
Molto bello

fabio painnet blade ha detto...

@Rosso Tiziano
Se foSsero giorni indicherebbero (7333 anni)
Se fossero ore indicherebbero 305 anni ( 97 + 208).
Se fossero minuti indicherebbero 5 anni
ma solamente se fossero secondi, i sicli della spesa complessiva effettuata per acquistare carri e cavalli,indicherebbero 733 ore, ovvero 30,5 giorni o gradi angolari (con un anno di 360 giorni/gradi).
La commutazione in gradi precessionali deriva dal metodo suggerito da Giorgio Santillana e rispetta un criterio adottato in casi analoghi. Da 'Il Mulino di Amleto', ultima edizione pag 85:
<< I termini 'equinozio di primavera' e 'solstizio d'inverno', vengono usati intenzionalmente perché il mito tratta del tempo - cioè di periodi/intervalli di tempo che corrispondono a MISURE ANGOLARI e non a zone dello spazio >>.

Anche qui, come nel passo evangelico dei pani e dei pesci, l'autore suddivide in due parti la somma complessiva, probabilmente per occultare meglio la soluzione che a me pare verosimile in virtù delle indicazioni riportate sul testo canonico.

fabio painnet blade ha detto...

I secondi temporali hanno origine probabilmente da quelli angolari. La suddivisione dell'angolo in 60 primi e 3600 secondi è stata introdotta dai babilonesi.(Wiki)

Arcana Ricordo ha detto...

Rispondo a Fabio, che ha perlomeno tentato di rispondere al quesito che avevo posto poco sopra:

I 30 denari di Giuda non sono una novità introdotta dai Vangeli. In un passo del Vecchio Testamento si legge testualmente: "Io presi i trenta sicli d'argento e li gettai nella casa del SIGNORE per il vasaio". Chi mi sa dire il riferimento senza gugolare troppo?

In effetti il vasaio è citato in un Vangelo, precisamente Matteo 27,9-10, ma nella mia domanda facevo riferimento ad un brano molto più antico, appartenente al Vecchio Testamento: si tratta di Zaccaria 11:12-13. E' un riferimento fondamentale, perché testimonia che la correlazione tra i trenta denari ed il campo del Vasaio è molto più antica di Giuda e dei Vangeli.

Yesterday’s Man ha detto...

Sig Arcana,

Sono un ammiratore del Mulino d’Amleto e di conseguenza mi ha fatto molto piacere scoprire il suo blog e sapere che c’è ancora qualcuno che “prosegue ed amplia questo tipo di ricerche.

Anche se ammetto di non essere sempre d’accordo con le sue interpretazioni, in linea di massima concordo con le sue conclusioni.
Un esempio in cui non concordo pienamente con le sue conclusioni si trova nel primo significato qui sopra.
Il fatto che “il sole sorse due volte dove ora tramonta ecc.” non necessita obbligatoriamente situazioni catastrofiche (e bisognose di energie colossali) quali il ribaltamento dell’asse di rotazione.
Continuando a utilizzare la precessione degli equinozi il sole può benissimo sorgere due volte nello stesso punto dopo 25920 anni - necessitando appunto “di un lunghissimo periodo di tempo” come precisa Erodoto.

Con stima
Yman

fabio painnet blade ha detto...

Grazie Yman per il suo accorto commento. Mi fa piacere non essere l'unico (io sono painnet blade) che avalli posizioni anticatastrofiste. Le interpretazioni per definizione, consentono pari dignità, ma questo post presenta sviluppi che tendono a dimostrare elementi non -interpretabili, che spesso si trovano sparsi qua e là nei Testi. Sarei interessato a conoscere altre divergenze col contenuto dei nostri post, a me interessano soprattutto quelle.
Sul m'Mulino di Amleto et altri lavori di Santillana, si scrive poco perché poco ne hanno capito gli intellettuali di grido, ammantati di fulgida ed impertinente superbia. Ne abbiamo talvolta sottolineato gli eccessi, se ha notto. La situazione è più critica di quanto non sembri, ma qui abbiamo la schiena dritta e possiamo avallare molte giuste intuizioni dello storico romano. un saluto e si faccia sentire più spesso.

Yesterday’s Man ha detto...

Grazie Fabio,
Il vostro lavoro è impressionante perché andate in dettagli che non avrei neppure immaginato. E le vostre intuizioni sembrano incastrarsi le une nelle altre con una semplicità disarmante.
Ecco perché talvolta resto stupito quando sembrano poter esistere (forse, non ho la pretesa di aver ragione) spiegazioni più semplici di quelle che implicano una catastrofe cosmica, ma vengono ignorate.
Attenzione, non nego che una catastrofe possa avere avuto un posto di primo piano nella storia dell’umanità. Anzi la mia teoria è proprio che dovremmo guardare con attenzione quella che secondo gli ultimi studi geologici avrebbe interessato la terra nel Dryas recente.

http://www.geologypage.com/2019/10/archaeologist-finds-evidence-of-extinction-theory.html
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Impatto_cosmico_del_Dryas_recente

Controllando le date di questa catastrofe che pose fine all’era glaciale, esse paiono coincidere col periodo in cui i miti posizionano il Diluvio universale. Nello stesso periodo osserviamo il livello marino salire di 120m in circa 1000 anni: su piane marittime come l’antico Adriatico e l’attuale Camargue francese questo innalzamento rubava un po’ più di 1m di spiaggia all’anno!

Come voi, penso anch’io che questa catastrofe (descritta con dovizia di particolari nel mito di Fetonte ed ancor di più nell’apocalissi di Giovanni), segni un punto importante nel calcolo del ciclo precessionale. E proprio per questo, anche se non escludo che certi indizi precessionali “giochino a prevedere il futuro”, mi sembra che la maggior parte siano piuttosto studiati per ricordare all’uomo del futuro ciò che successe in quel lontano passato.

La mia ipotesi è che queste “profezie” servano a dimostrare il grado di conoscenza della meccanica celeste di queste culture arcaiche, e non a prevedere un non identificato cataclisma prossimo venturo.

Prendiamo l’apocalisse per esempio.
“E i re sono sette: i primi cinque sono caduti; uno è ancora in vita, l’altro non è ancora venuto e, quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco. La bestia, che era e non è più, è l’ottavo re e anche uno dei sette, ma va verso la rovina.”

Se ho ben capito la vostra teoria il testo descriverebbe una durata temporale ridotta del passaggio del sole nella casa dell’Acquario a causa di una catastrofe. Anche questa volta siamo quasi completamente d’accordo ;-)

In effetti, mi trovate d’accordo con quasi tutta l’interpretazione : i primi cinque sono i cicli precessionali passati in cui ciascuna costellazione è “re”, il re in vita è il ciclo precessionale in corso, quello che durerà poco invece non penso sia l’Acquario.
Posso sbagliare, ma sono convinto che occorra guardare da un’altra parte della croce precessionale: non una parte a caso, ma quella che si trova a 90 gradi a nord rispetto al percorso odierno del sole: il re del ciclo attuale allora è il Sagittario e non i Pesci.
Dopo il Sagittario c’è una costellazione che nessuno vuol vedere perché sarebbe la tredicesima: l’Ofiuco.
https://www.google.fr/amp/s/cultura.biografieonline.it/tredicesima-costellazione-zodiaco-ofiuco/amp/

Questa costellazione è più piccola della altre e di conseguenza durerà meno.
Solo in questo modo l’ottavo Re (lo Scorpione) può essere nello stesso tempo la ottavo e uno dei sette.

Avrei voluto fare corto, ma non ci sono riuscito.
Scusate

Yman

Yesterday’s Man ha detto...

Provando a riassumere:
più di 8000 anni fa c’è stato un impatto cometario che ha messo fine all’ultima glaciazione e dato origine al mito/realtà del diluvio universale.
Questa catastrofe è stata registrata per i posteri grazie al computo dei cicli precessionali da una società arcaica che ne ha voluto mantenerne il ricordo.
Ogni ciclo precessionale è formato da una croce processionale est-ovest e nord-sud. La stessa su cui è stato e resta inchiodato Gesù/sole per 2160 anni.
La narrativa cristiana ha messo in avanti soprattutto l’asse est-ovest di un Gesù che nasce dalla Vergine (casa del pane; spica/spiga) all’alba e giunge in terra come pesce/pescatore (simbolo delle catacombe) al tramonto.
L’iconografia cristiana invece ha mantenuto entrambi gli assi della croce, ma per indicare il ritorno di Cristo nella prossima croce precessionale: Leone-Acquario, Toro-Scorpione (*)
La prossima era precessionale dell’Acquario non può esistere pienamente prima che sia passata l’era dell’Ofiuco: il tredicesimo incomodo che avrà però “breve” durata.

(*) in moltissime chiese e altari Gesù è raffigurato in compagnia dei 4 evangelisti rappresentati simbolicamente da un:
Leone
Toro
Aquila (la coda dello Scorpione era anche raffigurata come la testa di un’aquila)
Angelo o uomo (l’uomo con la brocca, l’Acquario)

Sono gli stessi quattro personaggi che aprono il libro di Ezechiele e che gli ufologi confondono con gli alieni.
Eppure Ezechiele mette ben in chiaro che essi appaiono quando si aprono i cieli, hanno gambe dritte di bronzo (spade), procedono insieme in avanti senza mai tornare indietro, le ruote che li muovono (meccanismo celeste) sono tappezzate di occhi/stelle, e tutti e quattro si stagliano su un firmamento di cristallo...

Buona giornata
Yman

fabio painnet blade ha detto...

Bravo Yman! Vedo che hai i ferri a posto. POni dei grandi e belli edifici da valutare, ma io che non sono così preparato (mi occupo prevalentemente di correlazioni matematiche) ho bisogno di tempo per analizzare il dettaglio. Diciamo che fra oggi e domani cercherò di starti dietro. Per il momento ti faccio i complimenti,sono sicuro che il buon Arcana sta preparando una replica degna. Ora devo andare a produrre per il 'sistema'.
A presto

fabio painnet blade ha detto...

@Yman
In questo post il paragrafo delle 'correlazioni' relativo all'acronimo di Adam, più che trovare soluzioni (che pure ci sarebbero) intende proporre un criterio che si rifà ai tre livelli di lettura possibili nei testi sacri, così come in quelli più recenti. Penso a tal proposito alla Divina Commedia ed alle interessanti considerazioni del prof De benedetti Giuliano (facile trovarlo in rete). In pratica noi postuliamo che ogni numero dell'acronimo corrisponda ad un livello fra i tre disponibili, cielo, biologia (terra) e luna (nel caso dell'ADM). Ovviamente al cielo si rifanno le misure del ciclo precessionale, alla terra quelle del moto terrestre intorno al sole e in molti casi ci è capitato di trovare cifre attinenti perfino ai cicli lunari. In questi tre sistemi il giorno non avrebbe significato di giorno solare ma di 360°, cosicché quello che nel moto di rivoluzione terrestre sarebbe un giorno di circa 24 ore, sulla luna sarebbe un intervallo di 1,86 ore solari e nel ciclo precessionale sarebbero circa 72 anni solari. Ecco perché io credo che alla rottura dell'ordine precedente, che noi spesso interpretiamo come catastrofi, potrebbero corrispondere effettivi cataclismi (di portata locale). Il caso della catastrofe locale di 7500/8000 anni fa, rispetto la regione del Mar Nero, indica una qualche attinenza col diluvio universale, e chissà che gli antichi abitanti di quelle regioni non l'abbiano inteso come premonizione divina.

http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2000/09/13/Cultura/ARCHEOLOGIA-IN-FONDO-AL-MAR-NERO-UNA-CASA-DI-7500-ANNI-FA_144800.php

fabio painnet blade ha detto...

Errata corrige: la frase del precedente commento “In questi tre sistemi il giorno non avrebbe significato di giorno solare ma di 360°,
è da intendersi : In questi tre sistemi il 'giorno' non avrebbe significato il giorno solare ma un lasso temporale relativo al sistema di riferimento e uguale a 1/360°,

continua dalla precedente:

…benché la figura delle acque in cui si immergono mitiche costellazioni possa anche indicare fenomeni di rotazione delle stelle che scendono sotto l'orizzonte acqueo. Interessante la versione che ci dà Arcana sulla questione della barca/nave/costellazione in preda ai marosi, nell'episodio evangelico del Cristo e della tempesta. Quindi sotto la stessa descrizione potrebbero essere elencati fenomeni planetari così come eventi riferiti alla biologia terrestre (si pensi alla fecondazione e al racconto del Grande Diluvio). Ne sappiamo troppo poco per farci un'idea più precisa. Tentare correlazioni, tuttavia è un esercizio gratuito. Ricordo che l'antico segno del Capricorno veniva rappresentato con la coda di pesce e di recente ho individuato in alcune catacombe romane varie figure di animali, leoni, capre o cavalli curiosamente raffigurati con due teste e relativa coda di pesce. Nessuno ha però saputo spiegarmi nulla in merito a tali bassorilievi.

Arcana Ricordo ha detto...

Caspita! Mi ero perso le interessantissime osservazioni di Yesterday's Man e mi scuso: complimenti e grazie per aver avuto il coraggio di esporre una teoria alternativa. In effetti, confesso di essere alla ricerca di una teoria soddisfacente, che sia più "conservativa" rispetto all'ipotesi di una alterazione "traumatica" ed improvvisa del ciclo precessionale. Oppure che mi consenta di pervenire ad una collocazione temporalmente differente di questa alterazione. Si noti che non sto usando il termine "catastrofe": il motivo è che questa parola implica l'espressione di un giudizio negativo, che secondo me dovremmo essere tanto lucidi da non esprimere.

Finora, se devo essere sincero, non sono riuscito a trovare spiegazioni soddisfacenti alla simbologia evangelica, che non prevedano un cambiamento epocale e piuttosto improvviso. Ho cercato esporre nel modo migliore possibile la natura di quel cambiamento, soltanto per non dovermi rimproverare un giorno di aver avuto "paura" di quell'eventualità. Del resto, il Cristo stesso è piuttosto severo quando annuncia il tempo messianico, ad esempio in Lc. 21, 20-33. Sono il primo a proporre una interpretazione "simbolica" dei passi più difficili da digerire, come l'ormai noto "chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una". Ma siamo sicuri di poter applicare lo stesso criterio ovunque?

D'altra parte, sono convinto che in ognuno di noi esista anche una sottile, inconfessabile voglia di auto-distruzione, di farla finita, di smettere di combattere. Per la maggior parte delle persone è un desiderio inconscio, che nasce dalla paura della vita: una paura ancora più subdola della paura della morte, che porta a desiderare il cataclisma. La soluzione al problema è al di là delle paure, nella lucida aggregazione degli elementi più disparati e nella serena accettazione di ogni eventualità.

Investigherò attentamente le proposte interpretative di Yman (mi piace la "crasi" del nick proposta da FPB) e non escludo di arrivare ad un capovolgimento del mio punto di vista. Ma attenzione, vi invito a mia volta a capovolgere la prospettiva di una "catastrofe", perché è assolutamente possibile che il cambiamento - se mai dovesse esserci - possa avere soltanto effetti positivi. Il nostro è il punto di vista dei bruchi, che intravedono nella propria metamorfosi il termine della propria esistenza. Ma dobbiamo imparare ad anticipare il punto di vista delle farfalle.