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sabato 20 agosto 2016

Lo Zodiaco, le Ere, Pietro e Giuda

Nell'allegoria celeste presente nel Vangelo, gli Apostoli (dal greco απόστολος, 'inviato', 'messo') rappresentano le Ere Astrologiche, o Eoni: 12 periodi di tempo, aventi ciascuno durata di 2.160 anni circa, che scandiscono le diverse fasi del ciclo precessionale.
Per effetto della rotazione precessionale, l'asse terrestre cambia il proprio orientamento, puntando via via ad un diverso punto della Sfera Celeste. Il piano equatoriale, perpendicolare all'asse terrestre, varia conseguentemente la propria inclinazione, causando uno spostamento lungo l'eclittica dei punti equinoziali (collocati nell'intersezione tra il piano equatoriale e l'eclittica) e solstiziali (collocati nell'intersezione tra l'eclittica ed il piano perpendicolare alla retta che congiunge i punti equinoziali). La moderna astronomia riferisce che, nel corso dei circa 25.920 anni che formano un ciclo precessionale completo, ciascuno di questi punti traccia sull'eclittica un arco di 360°: la percorre cioè interamente, ritornando al punto di partenza.

La suddivisione del ciclo precessionale in 12 parti, consente di individuare altrettanti periodi - le Ere Astrologiche appunto - in cui il "Punto Vernale" si sposta di 30° circa lungo l'eclittica. E' pertanto possibile suddividere l'Eclittica in 12 frammenti, di uguale estensione, entro i quali il Punto Vernale viene a trovarsi nel corso di ciascuna Era. Le 12 Ere ed i 12 framemnti eclittici corrispondenti, possono essere messe in diretta corrispondenza con i 12 segni zodiacali: ciascuna prende il nome del segno zodiacale più prossimo.


Le 12 Ere Astrologiche
(cliccare per ingrandire)


Il frammento eclittico in cui si trova il Punto Vernale definisce l'Era Astrologica attuale: per determinarla con certezza, è sufficiente misurare l'ampiezza in gradi dell'arco eclittico che separa il Punto Vernale dal Punto Zero precessionale.


Ai tempi in cui i testi del Vangelo furono scritti, l'Era Astrologica in corso era l'Era dei Pesci. Questa informazione può essere desunta direttamente dal testo, dove viene espressa in maniera simbolica:


Il primo giorno degli Azzimi, 
quando si sacrificava la Pasqua
i suoi discepoli gli dissero: 

«Dove vuoi che andiamo a preparare 
perché tu possa mangiare la Pasqua?» 

Egli mandò due dei suoi discepoli e 
disse loro: «Andate in città, 
e vi verrà incontro un uomo 
che porta una brocca d'acqua

seguitelo.


[Mc. 14,12-13]

Il passo del Vangelo di Marco è uno dei pochissimi in cui si trova una indicazione di carattere cronologico. Il testo indica che l'evento si svolge nel "primo giorno degli Azzimi". La festa degli Azzimi, che si tiene durante il tempo Pasquale, è vicina all'equinozio di primavera, quando il Sole viene a trovarsi in prossimità del Punto Vernale. In questi giorni, osservando la posizione del Sole rispetto allo Zodiaco, è possibile verificare quale sia l'Era Corrente.


L'invito ad "andare in Città", che Gesù rivolge ai discepoli, va inteso come una esortazione a portare l'attenzione al cielo: spesso, nel Vangelo, la città di Gerusalemme rappresenta la realtà, l'orizzonte percettivo del discepolo, e quindi del lettore. Di tutti gli elementi presenti in tale orizzonte percettivo, a Gesù interessa ovviamente il cielo, in quanto simbolo di ciò che è divino.

"Osservando la posizione del Sole durante il tempo pasquale", dice Gesù, vi accorgerete di trovarvi di anno in anno più vicini all'Era dell'"uomo che porta una brocca d'acqua", ossia dell'Acquario. L'ordine di "seguire" l'uomo con la brocca, e dunque di entrare prima o poi, nell'Era dell'Acquario, rappresenta, come tutte le istruzioni e tutti i comandi impartiti da Gesù, una azione a cui è del tutto impossibile trasgredire, perchè determinata dalle Leggi universali, in questo caso dalle leggi del moto celeste, che obbligano le Ere a susseguirsi in un ordine stabilito. Il fatto che l'Era dell'Acquario si stia avvicinando, ma non sia ancora iniziata porta a concludere che l'Era attuale - quella in cui vivono i destinatari del messaggio evangelico - sia quella dei Pesci

L'Era dei Pesci è associata a Simone, detto Pietro. Uomo pragmatico e di buona volontà, Pietro sembra adatto ad incarnare l’Era contemporanea: ben sviluppata dal punto di vista della dell’esperienza materiale, ma scarsamente attenta ai sottili percorsi dello spirito. A lui, Gesù si rivolge con queste parole:

tu sei Pietro, e su questa pietra 
edificherò la mia Chiesa, 
e le porte dell'Ades non la potranno vincere 


[Mt. 16,18]

Nell'originale greco, la parola utilizzata al posto del nome Pietro è Πέτρος, che significa "roccia", "sasso": espressioni che ribadiscono la natura grezza e materiale della generazione attuale, che costituirà tuttavia, il fondamento per la costituzione della nuova Chiesa, l'"assemblea". Da sempre, la Chiesa utilizza il Pesce come simbolo dello stesso Gesù, rafforzando l'idea di una correlazione tra Pietro e l'Era dei Pesci:
ησοῦς Χριστός Θεoῦ Υιός Σωτήρ: Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore

Pietro non ha una importanza superiore agli altri Apostoli. Anzi, in numerose occasioni, Gesù esorta espressamente ciascuno degli Apostoli a non considerare sè stesso più grande o più importante degli altri:

chi è il più grande tra voi 
diventi come il più piccolo 

[Lc. 22, 26]


Ciononostante, gli elenchi degli Apostoli presenti nei Vangeli di Matteo, Luca e Marco, sono concordi nel nominare Pietro per primo e Giuda per ultimo: un fatto che potrebbe erroneamente indurre ad attribuire una diversa importanza ai dodici. A mio avviso, la Pole Position di Pietro negli elenchi evangelici può essere spiegata soltanto trasponendo l'elenco fra le stelle, dove a ciascun Apostolo corrisponde un segno zodiacale. 

Anticamente, il segno associato all'Era Precessionale corrente assumeva il ruolo di primo segno dello Zodiaco: al tempo dei Sumeri, vissuti in piena Era del Toro (III millennio A. C.), il primo segno dello Zodiaco (o segno guida) era il Toro(1), l'ultimo era l'Ariete. Nell'Impero Babilonese (600 A.C.), durante l'Era dell'Ariete, il Toro passò in seconda posizione, cedendo il ruolo di primo segno all'Ariete. Se le antiche tradizioni fossero state mantenute anche in epoca Romana, al tempo di Gesù i Pesci avrebbero dovuto assumere il ruolo di segno guida dello Zodiaco, facendo scalare Ariete e Toro rispettivamente in seconda e terza posizione. 

Nonostante questa variazione non sia stata introdotta dagli astrologi del tempo, il Vangelo sembra rispettare la tradizione antica. Considerare Pietro "primo tra gli Apostoli" equivale esattamente a considerare i Pesci l'attuale segno guida. E' possibile che il mancato aggiornamento del segno guida ed i mancati adeguamenti asstrologici che avrebbero dovuto discenderne, siano alla base delle numerose incompatibilità esistenti tra l'astronomia e l'astrologia moderne: sarebbe interessante approfondire, ma non è questa la sede

Ciò che è interessante è invece notare come il ruolo di segno guida venga sempre assunto dal segno che fino all'Era precedente chiudeva lo Zodiaco. Questo fatto sembra essere una applicazione pratica della Legge espressa da Gesù secondo cui:

gli ultimi saranno primi e i primi ultimi

[Mt. 20,16]

Partendo da Pietro, è possibile individuare delle corrispondenze tra i segni zodiacali e gli Apostoli, seguendo le indicazioni del Vangelo di Marco, quello che maggiormente, tra i Sinottici, contiene riferimenti di carattere astronomico ed astrologico:
Costituì dunque i dodici, cioè: 
Simone, al quale mise nome Pietro; 
Giacomo, figlio di Zebedeo e 
Giovanni, fratello di Giacomo, 
ai quali pose nome Boanerges, che vuol dire figli del tuono; 
Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, 
Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, 
Simone il Cananeo 
e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì. 


[Mc. 3,16-19]

L'elenco dei dodici va letto tenendo presente che l'ordine di lettura è quello corrispondente al ciclo ordinario di percorrenza dello Zodiaco da parte del Sole. Quindi se Pietro corrisponde ai Pesci, Giacomo è l'Ariete e Giovanni il Toro. Questi primi tre discepoli, che comprendono un quarto di Zodiaco, sono coloro che vengono ammessi ad assistere alla trasfigurazione di Gesù sul monte e che "regnano" per un periodo di 6.480 anni circa: dall'apparizione biblica di Adamo sulla Terra ai giorni nostri

Giuda, che chiude l'elenco dei dodici, è evidentemente l'Acquario. Nell'Ultima Cena, Leonardo da Vinci coglie il senso allegorico dell'elenco degli Apostoli, accostando le figure di Pietro e di Giuda, e mostrando così che se gli estremi dell'elenco si toccano, è proprio perchè l'elenco è circolare:

L'ultima Cena: Pietro siede accanto a Giuda
(cliccare per ingrandire)

Nel Cenacolo, Leonardo rappresenta lo Zodiaco come se fosse una pergamena "srotolata", in modo da poter rappresentare la rotazione precessionale come un moto lineare. Il piano del tavolo rappresenta l'Eclittica, sulla quale il Punto Vernale si sposta da sinistra verso destra. Due soli vassoi contenenti pietanze sono visibili sulla tavola: un piatto di pani, sulla destra, posizionato di fronte a Matteo (Era della Vergine) ed un piatto di pesci, posto proprio davanti a Pietro (Era dei Pesci).

Torneremo in futuro sul significato dei molti dettagli che Leonardo include nel dipinto, spiegando come mai Giuda è parzialmente voltato di spalle, come mai Pietro lo scavalca per parlare con Giovanni, perchè Pietro tiene in mano un coltello e perchè Giacomo alza le mani, in apparente segno di resa ...

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(1): cfr. Alfred Jeremias, "The Old Testament in the Light of the Ancient East - VOL I", pag. 73, "Age of Taurus" - Williams & Norgate, 1911.

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