Video

Ultimi Commenti

A differenza di quanto accade nei blog di news in tempo reale, dove il rapido invecchiamento delle notizie fa sì che l'argomento del giorno sia destinato ad essere ben presto archiviato, qui ci muoviamo in maniera differente: i post trattano "argomenti" su cui è possibile riflettere e di cui è possibile discutere: per questo motivo non è raro che un post venga aggiornato, o venga integrato attraverso i commenti degli autori o dei visitatori. L'obiettivo è arrivare alla costruzione di un quadro generale sempre più accurato e sempre più preciso. Un grazie a chi vorrà partecipare con commenti ed osservazioni.

ULTIMI COMMENTI APPARSI SUL BLOG:

sabato 21 marzo 2020

Salmo 90: Il Salmo dei Misteri (Parte 1/3)


Siamo in un momento storico decisamente intenso, complesso, sicuramente non semplice. E' ancora presto per dire se gli eventi che stiamo vivendo siano collegati in qualche modo all'annuncio portato dall'eclissi del 21 Giugno p.v. Di sicuro, le sollecitazioni fisiche e psicologiche a cui tutti noi siamo sottoposti, costituiscono un importante ostacolo alla nostra tendenza a procedere per inerzia, senza mai soffermarci troppo a pensare al senso di ciò che siamo e stiamo facendo.

La preghiera, le Scritture, possono essere strumenti potenti di auto-conoscenza e questo periodo è un perfetto invito a riscoprirle e ad usarle, senza paura. La rete offre un vasto panorama di Maestri che spiegano come interpretare i testi e come utilizzarli per arricchire significativamente la propria vita spirituale. L'invito, è che la divulgazione "tecnica" che sviluppiamo in questa sede, possa costituire per i lettori uno stimolo ad approfondire anche l'altro, ben più importante aspetto.

____


Eccoci quindi ad un'altra delle Grandi Fatiche di Fabio, che questa volta si cimenta con il Libro dei Salmi, alla ricerca delle regole per proiettare la logica numerica delle Scritture sulla volta celeste. Personalmente, oltre un certo livello, l'impiego dell'aritmetica in questo contesto non mi affascina, ma in letteratura c'è un immenso filone di ricerche in questo specifico settore ed in alcuni casi i risultati - quelli sì - sono affascinanti. 

Per cui pubblico ben volentieri questo nuovo contributo e attendiamo come sempre i commenti dei lettori. 

Arcana Ricordo




Salmo 90: Il Salmo dei Misteri (Parte 1/3)
di Fabio Painnet Blade


Abbiamo preferito dividere in tre parti questo nuovo articolo, così da aver occasione di dedicare le due successive, ai passaggi matematici dell’equazione individuata fra i versi della sacra preghiera nota come Salmo 90. L’equazione contempla un coefficiente variabile nel termine tradotto come ‘anni’ che abbiamo inteso proporre in tre misure diverse, ciascuna per uno specifico valore cosmico.



Libro quarto, Salmi 90-106

1 Preghiera di Mosè, uomo di Dio.
Signore, tu sei stato per noi un rifugio
d'età in età.
2 Prima che i monti fossero nati
e che tu avessi formato la terra e l'universo,
anzi, da eternità in eternità, tu sei Dio.
3 Tu fai ritornare i mortali in polvere,
dicendo: «Ritornate, figli degli uomini».
4 Perché mille anni sono ai tuoi occhi
come il giorno di ieri ch'è passato,
come un turno di guardia di notte.
5 Tu li porti via come in una piena;
sono come un sogno.
Sono come l'erba che verdeggia la mattina;
6 la mattina essa fiorisce e verdeggia,
la sera è falciata e inaridisce.
7 Poiché siamo consumati per la tua ira
e siamo atterriti per il tuo sdegno.
8 Tu metti le nostre colpe davanti a te
e i nostri peccati nascosti alla luce del tuo volto.
9 Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira;
finiamo i nostri anni come un soffio.
10 I giorni dei nostri anni arrivano a settant'anni;
o, per i più forti, a ottant'anni;
e quel che ne fa l'orgoglio, non è che travaglio e vanità;
perché passa presto, e noi ce ne voliam via.
11 Chi conosce la forza della tua ira
e il tuo sdegno con il timore che t'è dovuto?
12 Insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni,
per acquistare un cuore saggio.
13 Ritorna, SIGNORE;
fino a quando?
Muoviti a pietà dei tuoi servi.
14 Saziaci al mattino della tua grazia,
e noi esulteremo, gioiremo tutti i nostri giorni.
15 Rallegraci in proporzione dei giorni che ci hai afflitti
e degli anni che abbiamo sofferto tribolazione.
16 Si manifesti la tua opera ai tuoi servi
e la tua gloria ai loro figli.
17 La grazia del Signore nostro Dio sia sopra di noi,
e rendi stabile l'opera delle nostre mani;
sì, l'opera delle nostre mani rendila stabile.




Così come definito nel post Noha, il diluvio fra le stelle, è presumibile che dietro il suffisso ‘an’ (cielo) si nasconda il significato di una scala che relaziona fra loro tre sistemi cosmico-planetari differenti: il ciclo della Terra intorno al Sole, quello della Luna intorno alla Terra e quello della precessione degli equinozi.


Perché questi tre sistemi?


Molto è stato scritto sul significato del termine sumero ‘an’, tradotto letteralmente con ‘cielo’. Il suffisso compare infatti nel nome delle principali divinità della cosmogonia sumera a dimostrazione del fatto che per le antiche popolazioni mesopotamiche i riferimenti superni fossero entità indubbiamente collegate alla volta celeste. Poiché non abbiamo alcuna intenzione di attizzare le braci di arcinote speculazioni fanta-letterarie, abbiamo supposto che con l’espressione cielo si potesse e volesse intendere il cambiamento di una porzione dello stesso, convenzionalmente stimata nella misura di un grado angolare; pertanto dieci cieli (a seconda dell’astro o pianeta di riferimento), potevano essere considerati dieci trecentosessantesimi di uno specifico ciclo.


Se applichiamo la misura di dieci gradi al moto orbitale della Terra intorno al Sole, otteniamo 10/360esimi (grossomodo 10 giorni); durante la sua rotazione attorno al nostro pianeta, la Luna percorre un arco di dieci gradi in circa 18,6 ore; mentre rispetto al ciclo precessionale, i dieci gradi corrispondono all'incirca a 720 anni solari. Ciascuno di questi tre sviluppi porterà a soluzioni astronomiche di buona precisione e piuttosto sorprendenti per l’epoca. In effetti, ad ogni variazione delle stelle, dal punto di vista terrestre, si può dire tranquillamente che il cielo cambi costantemente il proprio assetto.


Ecco allora che in questo primo post abbiamo sostituito la variabile ‘an’ con la misura del giorno solare (un 360° del ciclo di rotazione terrestre intorno al sole); nel secondo post verificheremo il risultato dell’equazione attribuendo al suffisso ‘an’ (anni) il valore temporale di 1/360° del ciclo lunare; ed infine nel terzo post introdurremo nell'equazione base la misura del grado precessionale, quella cioè di un trecentosessantesimo dell’intero ciclo della precessione degli equinozi (circa 72 anni).

4 Perché mille anni sono ai tuoi occhi
come il giorno di ieri ch'è passato,
come un turno di guardia di notte.

Rivoluzione
Lunare
Ciclo
Precessionale
Rivoluzione
Terrestre
(giorno)
Rivoluzione
Terrestre
(anno)
Ciclo 1 lunazione
(l.)
1 ciclo precessionale (c.p.) 1 giorno
(g.)
1 anno solare
(a.s.)
Durata
ciclo
28 Giorni 25725 anni 1 giorno 1 anno
1/360 1,86666 h 71,4583… anni 4' minuti 24 h
Rotazione 1 grado 1 grado 1 grado 1 grado
Tempo di
Rotazione
1 l. / 25725 = 94 sec. 1 c.p. / 25725 = 1 anno 1 g. / 25725 = 3,35 sec. 1 a.s. / 25725 = 20 min.

Con il termine 'an' gli antichi Sumeri indicavano il cielo. I nomi delle loro principali dinività contenevano il suffisso 'an'. Il cambiamento di un cielo indicherebbe lo spostamento degli astri sulla volta celeste di un grado. Venti cieli equivarrebbero allora al tempo necessario a modificare la posizione degli astri ... di venti gradi.




Il Salmo 90 è stato citato (e maltrattato) da Zecharia Sitchin nel famoso libro L’Altra Genesi ma, a quanto pare, la parte finale del componimento sembra esser stata omessa allo scopo di irrobustire i pilastri di un ragionamento tutt’altro che condivisibile. A pagina 56 del libro L’altra Genesi l’autore descrive una diatriba con l’ascoltatrice di un programma radiofonico. La donna intendeva supportare la tesi creazionista secondo la quale il mondo sarebbe stato creato in sei giorni. Per confutare una tal prospettiva e introdurre un dato più realistico, Zecharia Sitchin aveva ben pensato di avallare il discutibile risultato aritmetico con l’aiuto del celebre Salmo 90 (Libro dei Salmi), ma la sua versione, a nostro parere, si trascinava dietro lo stesso difetto da lui sfacciatamente imputato ai teologi dogmatici, accusati di manipolare la traduzione dei Testi Sacri secondo costrutti confezionati a loro esclusivo uso e consumo.


"Una volta che ero ospite a una trasmissione radio in una città della "cintura della Bibbia", venni sfidato dalla telefonata di una donna che toccava proprio questo punto. Spiegai che per "giorno" la Bibbia non intende il nostro termine di ventiquattro ore sulla Terra, ma rappresenta piuttosto il concetto di una fase nel processo della creazione. No, insistette la donna, la Bibbia intende esattamente "venti­quattro ore". Allora le feci notare che il testo del primo capitolo della Genesi tratta non di tempi umani, ma del tempi del Creatore, e il Libro dei Salmi (90:4) ci dice che agli occhi di Dio "mille anni sono come ieri". Era disposta ad ammettere, almeno, che la creazione poteva avere richiesto seimila anni? A questa mia domanda, con grande delusione da parte mia, non seguì alcuna concessione. Sei giorni significa sei giorni, insisteva la radioascoltatrice."

Non mi è sembrato però egli si sia reso conto che anche il suo atteggiamento ricalcava quello di detrattori senza scrupoli e nemmeno, pare, che qualcuno gliel’abbia mai fatto notare, dacché nel riportare il Salmo 90 si riservava di depennare (distrattamente?) la porzione di testo tradotta come ‘e un turno di guardia nella notte’. I mille anni pertanto non sarebbero risultati uguali al giorno di ieri appena passato (quindi al tempo di ventiquattrore solari) ma al ‘giorno’ di ieri appena passato più il turno di guardia/veglia nella notte. In parole povere, le macchinazioni di Zecharia Sitchin non ci hanno convinto minimamente.
  • 1000 anni = giorno (luce) di ieri + 4 h
  • 1000 anni = 10h + 4h (solstizio d’inverno).


Sulla base di traduzioni condivise (approfondimenti nel seguito di questo post, di prossima pubblicazione), si è visto che il termine ‘giorno’ può essere inteso in quattro modi diversi (ipotesi 1, 2, 3, 4) ciascuno dei quali implicherebbe un peculiare sviluppo matematico dell’equazione in esame. Ciascuno dei quattro modi corrisponde ad una differente durata del giorno, espressa in ore.

  1. ipotesi 1. Giorno = 24 ore
  2. ipotesi 2. Giorno = 10 ore: ore di luce al solstizio d’inverno.
  3. ipotesi 3. Giorno = 12 ore: ore di luce agli equinozi.
  4. ipotesi 4. Giorno = 14 ore: ore di luce al solstizio d’estate.

Valutato ciò, per capire il costrutto matematico sarà a questo punto sufficiente sostituire l’ultima incognita che riguarda il valore quantitativo del termine ‘giorno’ (da intendersi - in questo caso – nella sua intera durata di 23 ore, 56 minuti e 3 secondi). Ed allora, se un anno fosse inteso come un lasso di tempo formato da 360 spicchi di un grado ciascuno, 1000 anni dovrebbero sancire senza margine d’errore un arco temporale di 360.000 giorni solari. Infine, dato che la seconda porzione dell’equazione è espressa in ore, potremmo trasformare i 360.000 giorni in ore solari.


A questo punto non resterà altro da fare che sostituire il secondo termine dell’equazione con ognuno dei quattro valori ipotizzati e cercare una verifica nel significato dei quattro risultati ottenuti. Calcolatrice alla mano, una volta applicata questa semplice procedura, il nodo è venuto al pettine, infatti solamente il valore di 10 + 4 ore solari (coerente alla traduzione della parola ‘giorno’ come ‘ore di luce’ nell’intervallo alba-tramonto) ha conseguito riscontri altamente significativi perché definisce con precisione sorprendente la quantità esatta delle ore contenute in 71,428 anni, ovverosia nel grado del ciclo precessionale.



360.000 x (23h , 56’ min , 3’’ sec.)* = 14 h

360.000 x 23h +
360.000 x 56 min +
360.000 x 3 sec =
______________________________
8.616.300 h

8.616.300 h = 14 h

Da cui:
615450 h** = 1 h

________________________________________

(*) 23h, 56’, 3’’ = 23,93416666666
(**) 615450/23,934166666666= 25.714 gg/360= 71,428 anni



La corrispondenza esatta del valore seicentoquindicimilaquattrocentocinquanta con la stessa, identica cifra riportata nel secondo censimento del Libro dei Numeri, esclude la possibilità di un risultato casuale.

_______________________________

Una versione aggiornata di questo post, insieme ai seguiti (parte 2 e parte 3), possono essere lette direttamente sul blog dell'autore ai seguenti indirizzi:

15 commenti:

Arcana Ricordo ha detto...

Sempre stimolante. Ma mi resta comunque un sottofondo di scetticismo, forse dovuto a una mia mancanza di cognizioni specifiche che mi impediscono di trovare opportune correlazioni e di comprendere i motivi alla base di certe scelte.

D'altra parte, affrontiamo temi in cui il rischio di vaghezza e arbitrarietà è sempre dietro l'angolo, come correttamente rilevavi in questo tuo pregevole commento (avrei messo un bel "like!", ma blogger non lo permette!).

Forse puoi aiutarmi a superare l'empasse dando risposta - con calma, per carità - ad alcune domande che mi sono venute spontanee durante la lettura e che vado ad elencare.

A) come mai hai ipotizzato che la durata del ciclo precessionale sia pari a 25.725 anni? C'è qualche ragione in più oltre a quella banale che "così i conti tornano"?

B) che senso ha la divisione per 25.725 nella tabella in azzurro?

C) poi mi incuriosisce il motivo per cui scegli di considerare il numero di ore di luce pari a 10 in inverno e 14 in estate, dal momento che questi valori sono realistici soltanto a certe latitudini. Stai assumendo che le Scritture siano rivolte soprattutto a popolazioni che vivono in una precisa area geografica? A questo proposito, ti confermo che anche a me risulta che alcune simbologie "funzionino" correttamente se si applicano opportune limitazioni di carattere geografico: in particolare, gli allineamenti del solstizio estivo risultano tali soltanto se ci si trova nell'emisfero nord.

D) Infine ti chiederei dove si trova il riferimento al numero 615.450: non trovandolo scritto direttamente, ho pensato che possa emergere dal Libro dei Numeri applicando anche in quel caso un opportuno calcolo matematico.

A presto! A.R.

Agostino ha detto...

Ciao!Ho cominciato a leggere l'articolo con interesse, ma non nego alcune perplessitá...è senza dubbio un tema insolito per un classicista cristiano come me e mi risulta arduo ammettere un'interpretazione matematica delle Sacre Scritture. Nonostante ciò, mi sono sempre fatto molte domande sulla numerologia frequente e apparentemente irrilevante per la comprensione del testo. Ho analizzato con attenzione la
formula matematica e mi è sorta una domanda: perché non moltiplicare 360000 per 23,56? Non risulterebbe più immediato nel calcolo delle ore complessive?

fabio painnet blade ha detto...

Un ringraziamento ad @rric per la pubblicazione e le pertinentissime domande che mi danno modo di riflettere sulle mie scarse capacità didattiche. Ben vengano, dunque, le perplessità e perfino le critiche qualora forniscano un aiuto ad una miglior esposizione.

fabio painnet blade ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
fabio painnet blade ha detto...

DOMANI, DALLE ORE 10 ALLE ORE 22 MI TERRO' A COMPLETA DISPOSIZIONE DI COLORO CHE VORRANNO ESPORRE DUBBI ED EVENTUALI DOMANDE.

Ed ora veniamo a noi, caro @rric
- Quesito A)
Il calcolo finale in coda a questo post, riconduce per il vero, alla durata del ciclo precessionale di 25714 anni (71,428 * 360), ovvero alla quantità di ore, 615450, contenute in un grado precessionale, tenendo conto del giorno solare di 23h, 56’ min e 3" sec.
In precedenza avevamo parlato di 25725 anni perché tale misura si trovava criptata in un importante testo della Bibbia (in tutte le versioni) ben nascosto da una relazione secca che escludeva ogni possibilità d’equivoco. Quel risultato - e solo quello - riconduceva a un ciclo precessionale di 25725 anni (diverso quindi da quello menzionato in questo post) la cui corrispondenza con la stessa misura riportata nel sito dell’astronomo Adriano Gaspani mi aveva indotto a pensare che tale relazione e il suo sorprendente risultato non fossero casuali.
Quel che pertanto ritengo di aver appreso in queste nostre analisi è che la durata del ciclo precessionale cambia leggermente a seconda dei testi; ciò sembra rafforzare l’ipotesi che gli antichi osservatori del cielo trascrivessero più o meno occultamente l’esito delle loro rilevazioni, per poi tramandarle agli eruditi delle epoche successive e permettere così un monitoraggio a distanza.
Solo il linguaggio mitico insomma risponde a precise norme, mentre – a quanto sembra - i contenuti cifrati differiscono leggermente fra loro: una volta la durata del ciclo precessionale risulta di 25725 anni, un’altra volta di 25714, altre volte 25920 o 25900. Nessuno si offenda allora se mi permetto di affermare che – proprio come gli scienziati dei nostri giorni – presumibilmente anche gli antichi osservatori del cielo possono aver svolto nei secoli un lavoro di continuo aggiornamento e confronto dati. Questa è la mia convinzione, perlomeno.

fabio painnet blade ha detto...

Il tuo primo quesito, Arric, mi riporta invece alla vecchia diatriba col gentile lettore/scrittore Sergio Gatti, per il quale (ma non per il sottoscritto) il contenuto del testo scritto contava poco o niente se, a monte, i conti finivano per ‘tornare’. Il fatto che il numero 11 (anni), per lui molto significativo, corrispondesse alla durata media del periodo in cui si presentano le macchie solari, è infatti un’ipotesi che non trova conferma in alcun verso dei testi analizzati. Mai nella Bibbia si fa riferimento (nemmeno attraverso rappresentazione favolistica) di macchie solari e a quanto ci risulta, nel periodo in cui son stati scritti i testi, non vi era la possibilità di osservarle ad occhio nudo né di disporre di un’adeguata tecnologia di rilevazione visiva (per i primi strumenti dobbiamo infatti attendere la nascita di Galileo) .
Questo equivoco mi permette di riprendere lo spinoso tema del ‘metodo di lavoro’, in virtù del quale bisognerebbe valutare livello qualitativo delle soluzioni in base alle corrispondenze con i passi del testo in esame. Ciò è necessario affinché il procedimento cd matematico non si riduca a un mero esercizio di aritmetica spicciola.

Il versetto 4 del Salmo 89-90, ad esempio, comincia con queste parole :
‘ai tuoi occhi Signore, mille anni...’ , prosegue poi con una frase che può avere significato di comparazione. Sarebbe perciò come dire: - per Te, o Signore, una sola ora equivale a 71,428 anni terrestri, ovverossia 615450 volte tanto.
Vi è dunque un rapporto preciso fra uomo e dio? Per gli antichi parrebbe di sì.
Supponiamo allora che questo dio, come suggerito dai primi passi del versetto (“ ai tuoi occhi...etc.etc), non sia altro che Luce. La velocità della luce, se non vado errando, è di circa 300.000 km al secondo cioè , con le dovute approssimazioni,= 1.080.000.000 Km /h
Ecco allora che questo numero comincerà a dirci qualcosa di importante, qualcosa che proviene da fonti antichissime sparse in ogni angolo del pianeta.
Ebbene, si è detto che per questa Entità Superna, il tempo fosse calcolato nella misura di 615450 volte quello terrestre, in altre parole che sulla terra bisognava considerare il tempo nel rapporto di 1/615.450 rispetto al ciclo (radiazione luminosa). Per venire a capo del dilemma, non resterà dunque altro da fare che dividere la velocità della luce (di Un miliardo e ottantamilioni di km all’ora) per quel coefficiente tanto enigmatico, cioè il 615450. La soluzione - a questo punto - mi sembra che riguardi la velocità di rotazione della terra intorno al proprio asse. 615450 è dunque,fra le altre cose,anche un coefficiente.


Arcana Ricordo ha detto...

Come sempre arguto e sottile, caro Fabio!
Ma se posso permettermi, non so fino a che punto la velocità della Luce possa rientrare in questo discorso, se questa viene espressa in Km/h, dal momento che il metro è una invenzione relativamente recente ... E' pur vero che poiché nella sua prima formulazione il metro era definito come 1/10.000.000 del quarto del meridiano terrestre, la sua dimensione si ricollega in un certo senso a grandezze ben note anche nell'antichità.
Ad ogni modo, questa perplessità è il motivo per cui, nel momento in cui incappai nella Lancia di Longino, scoprendo che era lunga esattamente 222.222 metri, non mi feci il selfie con la corona di alloro!

Arcana Ricordo ha detto...

E poi scusa ... vogliamo il link della diretta youtube!

fabio painnet blade ha detto...

E qui ti volevo. Anch'io ho pensato la stessa cosa, ma attenzione: 615.450 è il risultato di un rapporto che non prevede unità di misura. Se insomma ipotizzassimo che costoro avessero in qualche modo calcolato la velocità della luce, l'avrebbero sicuramente misurata in cubiti,parasanghe, bēru o quant'altro ma alla fine il valore del rapporto sarebbe risultato il medesimo, seicentoquindicimilaquattrocentocinquanta. Se non sei convinto permuta i Km in cubiti e ricalcola il rapporto. In sostanza, ai fini del ragionamento, è il rapporto che conta. Ed ora, selfies a fugliarura (=bizzeffe).

Scherzi a parte, non sappiamo se conoscevano la velocità della luce, ma questo dato, se trovasse ulteriori conferme potrebbe aprire una possibilità... Una sorprendente possibilità.
O no?

Fabio Painnet Blade ha detto...

Però, fra la stima della velocità di rotazione della terra attuale e quella da voi calcolata ci sono 84 km orari di differenza

fabio painnet blade ha detto...

Esattamente! Ma ricordi che stiamo parlando di culture millenarie che lavoravano coi mezzi a disposizione e non con quelli installati nelle astronavi degli alieni, perché se questo incontro del terzo tipo fosse davvero avvenuto, gli antichi autori dei Testi avrebbero potuto offrirci calcoli pressoché perfetti, che poi sono quelli da lei giustamente pretesi. Non dobbiamo quindi dimenticare:
1) le esigenze di arrotondamento, specifiche della tecnica favolistica adoperata nel
linguaggio arcaico del mito (G. de Santillana, tanto per non trascurare la nostra
principale fonte d’ispirazione).
2)-L’approssimazione per eccesso di 300.000 Km / sec.
3)-I limiti del mezzo di rilevazione visivo

Considerato ciò, quella cifra potrebbe avvicinarsi ancora di un poco a quella rilevata con mezzi moderni, che in definitiva possiamo considerare abbastanza verosimile, come mi confermano gli amici dell ALSSA: questi numeri , quindi, se rapportati all’epoca in questione, sono già di per sé sorprendenti.

Verrei adesso al quesito B proposto di @rric -
<>
- Nessun senso. In quella tabella ci sono dati inutili che forse confondono le idee. Consiglierei di farne a meno.

Fabio Painnet Blade ha detto...

Grazie per la risposta .Se posso permettermi Un altra domanda vorrei chiedere se ci sono e quali sono i testi della Bibbia in cui ci si riferisce alla velocità della luce. Dove è che se ne parla)?

fabio painnet blade ha detto...

No, per il vero io accennavo all’esito dei nostri calcoli sul Salmo 89-90. Anzi, in qualche modo stavo cercando di valutare la formula letterale come se fosse un'espressione comparativa. Mi sembra che possa leggerlo anche nel post, dove scrivo che è come se il Salmo mettesse in relazione un sistema spazio temporale divino con uno terrestre. Allora ho pensato che, stabilendo che un uomo possa spostarsi ad una velocità di 24 Km/h, e sostituendo al termine 'anni' il grado (1/360°= 1,9 ore) del ciclo lunare, si poteva ricavare un confronto. Ho quindi ottenuto (in km,cubiti o altro) un dato che - con mia sorpresa – indicava la velocità di rotazione della luna intorno alla terra. Adesso, faccia attenzione, se a quell’incognita ‘ anni’ sostituissimo il grado (1/360°) del ciclo precessionale salterebbe fuori , ancora una volta (o forse per la prima volta), la velocità della luce. Insomma, in base alla domanda ipotetica: se un uomo percorre in mille anni/gradi (1000* 71,45) tot chilometri, a che velocità dovrebbe viaggiare l’entità divina per coprire la stessa distanza in 14 ore? La velocità che è risultata in questo secondo caso è proprio quella della luce, o giù di lì.
In sostanza, io accennavo a questo calcolo quando ho scritto ‘se si trovassero ulteriori conferme’. Avrei minimizzato la cosa, ma quando, dopo aver sostituito il valore del grado del ciclo lunare di 28 giorni, è venuta fuori la velocità orbitale della luna intorno alla terra , ho creduto di dover dedicare un più profondo ragionamento alla questione. Non so se mi sono spiegato. Se a qualcuno interessa possiamo svolgere ogni passaggio del calcolo, in fondo si tratta soltanto di banali moltiplicazioni e divisioni.
O forse sarebbe meglio scrivere un altro articolo sull’argomento?
Immagino a tal proposito gli sbadigli del povero @rric, e perciò non insisto.

fabio painnet blade ha detto...

Rispondo un po’ in ritardo ai quesiti C e D

@rric quesito C)
Non v’è dubbio che la Bibbia riporti movimenti delle stelle visibili in determinate periodi e alle latitudini dell’Antico regno di Israele - che poi sono (quasi) le nostre –. Ma questa non è una novità. Anche De Santillana ne fa ampia menzione nella sua opera. Probabilmente la credenza di una conoscenza globale acquisita da terzi ci induce all’ errore perché lascerebbe supporre che gli antichi abbiano ricevuto una sola formula definitiva, mentre appare chiaro che ogni bagaglio di conoscenza acquisito sull’ osservazione sia suscettibile di continue modifiche e aggiustamenti. Già questa semplice constatazione , di cui abbiamo fornito ampie prove, basta a dimostrare la totale inaffidabilità della celebre ‘pista aliena’.


Arric Quesito D): “Dove si trova la cifra di 615450 nel libro dei Numeri?”

Ovviamente, come tutte le cifre che rivestono una certa significatività (ad esempio il valore decimalizzato di 71,45833333) anche quella di seicentoquindicimilaquattrocentocinquanta non viene servita come un piatto qualsiasi: essa è stata abilmente rimestata nella pentola con altre pietanze e aromi, alla stregua di ogni ingrediente segreto che si rispetti .

Nel libro dei Re avevamo indicato la possibilità che errori troppo banali fungessero da cammuffamento a soluzioni precise: quanto ottenuto nella lista del libro 1Re ( cfr. post : La lista dei regni di Giuda e Israele) dimostrava che, in quel caso l’errore imputato agli scriba, nascondesse il corretto risultato finale (720: un bel numero anche quello!).
Molti ancora pensano – sbagliando a mio avviso – che quelle liste siano cronologicamente affidabili, con qualche erroruccio spalmato qua e là da scribacchini distratti.
Nel caso del libro dei Numeri invece, l’espediente, cioè l’errore ‘volontario’ da noi ipotizzato, riguarda addirittura un vecchio e celebre abbaglio, studiato e dibattuto a sazietà nei circoli degli accademici che contano. L’errore da cui, ritengo, si debba partire per giungere alla facile sommatoria che dà luogo alla cifra nascosta, è quindi quello che riguarda il censimento delle tribù di Gherson, Keat e Merari*. L’inesattezza è tanto palese da non poter passare inosservata.

*Nota: bisogna tener conto che i leviti requisiti da Yhawèh non rientravano nel censimento ufficiale degli ebrei... ma gli altri sì.

Chi ha saggezza calcoli allora il numero.

fabio painnet blade ha detto...

Risposta alla prima domanda di Agostino

23,56 significa 23 minuti + 56% di un'ora, cioè poco più di 23 ore e mezza