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domenica 31 gennaio 2021

Il Tempo che Verrà (Parte I): Proprietà Privata


Osservando il contesto sociale, economico e culturale generato dal Covid, è abbastanza naturale interrogarsi circa la bontà e l'efficacia di uno dei fondamenti della nostra società: la proprietà privata. Alla riduzione dei profitti esperita da chi fornisce ogni giorno servizi pubblici, dalla ristorazione, alla vendita al dettaglio, all'assistenza, ecc., il 2020 ha fatto corrispondere una notevole crescita del capitale privato degli uomini più ricchi del pianeta. Con una certa lungimiranza, i fornitori di servizi globali si sono organizzati per tempo, per recapitare a tutti tutto il necessario per superare il periodo di crisi, direttamente a domicilio.

In controtendenza rispetto a questo eccezionale accumulo di capitale privato, alcune organizzazioni sovranazionali - principalmente il WEF - hanno manifestato ed iniziato a promuovere un programma che prevede, tra le altre cose, l'abolizione della proprietà privata. Non manca chi ritiene che gli eventi che dovrebbero portare a questo cambio di paradigma epocale potrebbero verificarsi in tempi assai prossimi.

Come sempre non riesco a vedere tutto il bene da una parte e tutto il male dall'altra: sono consapevole del fatto che un processo di abolizione progressiva della proprietà privata potrebbe avvenire in maniera traumatica. Tuttavia l'obiettivo merita di essere attentamente valutato, senza pregiudizio. In particolare mi interessa comprendere se ed in che modo la proprietà privata possa contribuire, o sia invece in grado di rallentare, la crescita personale e spirituale.

Nel dubbio, ho rivolto lo sguardo ai Vangeli, cercando le indicazioni che Gesù fornisce circa la proprietà privata.

Arcana Ricordo




Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?» Gesù gli rispose: «Perché m'interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». «Quali?» gli chiese. E Gesù rispose: «Questi: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. Onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso». E il giovane a lui: «Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?» Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni. E Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico in verità che difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. E ripeto: è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». I suoi discepoli, udito questo, furono sbigottiti e dicevano: «Chi dunque può essere salvato?» Gesù fissò lo sguardo su di loro e disse: «Agli uomini questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile».




Va chiarito subito un aspetto. In questo breve passo, Gesù non parla della proprietà privata; si limita ad evidenziare un aspetto che chiunque abbia sperimentato la proprietà privata ha constatato personalmente: i beni che possiedi, in un certo senso ti posseggono. Nel momento in cui delimiti il tuo spazio e determini il tuo diritto a disporre di un determinato bene, sottraendolo al medesimo diritto da parte di un altro, ti assumi anche la responsabilità della cura di quel bene. E la cura può essere estremamente impegnativa: anzi, il tempo richiesto alla gestione e alla cura dei beni materiali cresce in ragione proporzionale rispetto al loro numero. Quel tempo deve essere necessariamente sottratto alla cura della ricchezza spirituale.





Non mi pare di intravedere in questo brano una maledizione della proprietà privata e nemmeno una sua delegittimazione: esiste da parte di Gesù una sincera preoccupazione circa il danno spirituale che la cura della proprietà privata può arrecare, ma esiste altresì la consapevolezza che a priori questo danno non può essere quantificato. Un uomo d'affari, fortemente focalizzato sul proprio successo può accedere al Regno dei Cieli? "Difficile" è la risposta di Gesù, ma non impossibile: «Agli uomini questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile».


Il giovane ricco è senz'altro una persona speciale: non solo conosce Gesù, perlomeno di fama, ma cerca di seguire il Suo insegnamento, mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti. Ma ad un certo punto sente che ancora gli manca un senso di pienezza e di compimento. Quel vuoto lo spinge a porre la domanda: «che mi manca ancora?». La risposta che lui ottiene da Gesù non vale per tutti: vale per chi avverte in se stesso esattamente quel senso di vuoto. E' evidente che la cessione materiale dei propri beni ai poveri non esimerebbe il giovane dal senso di vuoto, ma anzi aumenterebbe in lui l'angoscia. Cedere la propria casa, l'azienda di famiglia, terreni, fabbricati e beni mobili a persone che non siano in grado di gestirli e prendersene cura, farebbe sorgere in lui il senso di colpa, specialmente nei confronti delle persone che lavoravano per lui: domestici, cuochi e giardinieri in casa, impiegati ed operai in azienda, braccianti e contadini nei terreni. Chi si prenderebbe cura di queste persone? Di sicuro si chiederebbe come mai per lui non è valso l'insegnamento di Abramo, che pur essendo molto ricco ha sempre vissuto nelle grazie del Signore.


Allora che fare? In effetti, la risposta di Gesù è più sottile. Il Maestro invita il giovane a cambiare atteggiamento mentale: a non sentirsi più oppresso dalle responsabilità connesse al possesso dei beni. Si tratta di un atteggiamento che il giovane sa di non poter raggiungere senza una profonda revisione dei fondamenti della sua esistenza: ecco perché si ritira con aria mesta. Il possesso può essere vissuto con estrema disinvoltura e grazia: dal possesso di proprietà ben amministrate possono nascere opportunità per persone che per diversi motivi, non sono state in grado di accumulare le medesime ricchezze. Il punto che a mio avviso Gesù evidenzia, e che il ricco giovane non riesce a focalizzare, è che la vita spirituale può svilupparsi armoniosamente in un contesto di ricchezza materiale, quando si riesce a vivere quella ricchezza, quasi come se non esistesse. Di fronte ad un simile atteggiamento di benedizione nei confronti della vita, Gesù non esita a dispiegare tutta la potenza del comandamento «non rubare», proprio a tutela sia della proprietà privata, sia della stabilità emotiva, che un furto ha il potere di compromettere.


Sei ricco? Buon per te! Ma riesci ad avere un sincero scambio di opinioni con chiunque senza sentirti a disagio, o far sentire a disagio il tuo interlocutore? Riesci a donare con semplicità, senza far pesare un tuo dono come se fosse elemosina? Riesci a fare partecipi altri delle tue ricchezze, in modo che anch'essi possano beneficiarne, glorificando i doni che hai ricevuto? Riesci a condividere un momento emozionante con la semplicità e la spontaneità di chi, al contrario di te, non ha la responsabilità di poter sconvolgere la vita di molte persone per una tua decisione? Ecco, se riesci a fare questo, allora la tua ricchezza può diventare il tuo lasciapassare per attraversare le porte del Regno.


Tutto chiaro, almeno apparentemente, ma capisco che all'atto pratico non possa non sorgere una domanda piuttosto impegnativa: ma allora ... come dovrebbe essere ripartita la ricchezza?



Or uno della folla gli disse: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma Gesù gli rispose: «Uomo, chi mi ha costituito su di voi giudice o spartitore?» Poi disse loro: «State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita».




Non ci si può rivolgere al Cielo chiedendo di intercedere per noi in tema di spartizione delle richieste materiali. Il motivo è molto semplice: il Cielo concede già ad ognuno secondo un principio di assoluta equità e giustizia. All'uomo non è consentito esprimere una opinione sulle Leggi celesti; possono soltanto essere accettate, con la speranza di riuscire ad arrivare a comprenderle. Dal punto di vista dell'anima, non ha alcuna importanza che il percorso di vita sia accidentato o semplice e lineare. Quello che conta è l'esperienza che l'anima riesce a fare, trovandosi protagonista di una serie di eventi in cui vengono messi alla prova i fondamenti spirituali sulla base dei quali ciascuno progetta la propria esistenza. In questa ottica, Gesù ritiene assolutamente ammissibile che venga commesso un torto. Vorrà dire che chi ha subito il torto dovrà vivere un determinato tipo di esperienza che possa aiutarlo a superare certe idee precostituite, certi traumi interiori, che gli impediscono di progredire lungo il cammino della propria evoluzione.


Ogni logica di distribuzione della ricchezza, incluse quelle che costituiscono il fondamento delle ideologie più diffuse, come capitalismo, comunismo, fino ad arrivare alle loro derivazioni autoritarie, hanno per Gesù la medesima importanza: zero. Ciò che conta è l'esperienza personale che il singolo individuo fa vivendo un determinato periodo storico, in cui ci si mette d'accordo per adottare un particolare criterio di distribuzione della ricchezza. In ciascun contesto, esistono individui che hanno accesso a posizioni più agiate rispetto ad altri ed in costoro, Gesù auspica di poter vedere quell'atteggiamento disinteressato e spontaneo nei confronti della ricchezza che abbiamo esaminato al punto precedente.


Mi sembra interessante notare che la richiesta che l'uomo "della folla" rivolge a Gesù sia assolutamente legittima. Non sta chiedendo che gli venga attribuito qualcosa di non suo; sta semplicemente chiedendo che vengano applicati criteri oggettivi di equità nella ripartizione dell'eredità. Tuttavia, la risposta di Gesù è impietosa: «State attenti e guardatevi da ogni avarizia». Il Signore sa vedere oltre la cortina fumogena alzata dal richiedente ed qualifica la motivazione che scatena tale richiesta come banale "avarizia", dunque indegna di qualunque considerazione. Come sanno bene le anime che Dante incontra nel Paradiso, la beatitudine può essere raggiunta soltanto se si riesce ad accettare, rispettare ed amare la propria condizione attuale. Soltanto quando l'insegnamento è stato pienamente recepito è possibile rivolgere le energie verso la costruzione di un futuro differente, che ognuno di noi spera possa essere migliore.



Gesù diceva ancora ai suoi discepoli: «Un uomo ricco aveva un fattore, il quale fu accusato davanti a lui di sperperare i suoi beni. Egli lo chiamò e gli disse: "Che cos'è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché tu non puoi più essere mio fattore". Il fattore disse fra sé: "Che farò, ora che il padrone mi toglie l'amministrazione? Di zappare non sono capace; di mendicare mi vergogno. So quello che farò, perché qualcuno mi riceva in casa sua quando dovrò lasciare l'amministrazione".

Fece venire uno per uno i debitori del suo padrone, e disse al primo: "Quanto devi al mio padrone?" Quello rispose: "Cento bati d'olio". Egli disse: "Prendi la tua scritta, siedi, e scrivi presto: cinquanta". Poi disse a un altro: "E tu, quanto devi?" Quello rispose: "Cento cori di grano". Egli disse: "Prendi la tua scritta, e scrivi: ottanta".

E il padrone lodò il fattore disonesto perché aveva agito con avvedutezza; poiché i figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce.

E io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; perché quando esse verranno a mancare, quelli vi ricevano nelle dimore eterne. Chi è fedele nelle cose minime, è fedele anche nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è ingiusto anche nelle grandi. Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà quelle vere? E, se non siete stati fedeli nei beni altrui, chi vi darà i vostri? Nessun domestico può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona».




Chi pensa che il Vangelo proclami la giustizia terrena ... semplicemente non lo ha mai letto. In guerra ed amore tutto è lecito e nei Vangeli le regole vengono create per essere sistematicamente distrutte, sulla base del principio che le regole devono servire all'uomo e non viceversa. Qui ci troviamo di fronte nientemeno che ad un padrone , che nella parabola rappresenta il Padre, che loda un uomo di cui si fidava per aver contravvenuto ad uno dei principali Comandamenti della Sua Legge: non rubare. Pergiunta, il furto è aggravato dal tradimento e dovremmo ricordare che Dante pone i "traditori di chi si fida" nelle acque del Cocito, congelato dai venti generati dal battito d'ali di Lucifero. Eppure Gesù riesce a vedere del buono persino in un'anima che il più elevato Poeta mai esistito condannerebbe senza appello alla più terribile delle torture. Come mai?


La vicenda è chiara: un fattore accusato di mala-gestione del patrimonio del suo padrone viene licenziato; di fronte alla non rosea prospettiva di trovarsi senza lavoro, il fattore inizia a condonare debiti ai creditori del suo padrone, sperando di riuscire a suscitare benevolenza in loro, così da indurli ad offrirgli un impiego dopo - diremmo oggi - la risoluzione del suo contratto di lavoro. E quando il Padrone scopre l'inganno, anziché condannare il fattore alla fustigazione, lo loda per l'intraprendenza!


A quelli "perbene", quelli che "si sentono buoni", che sono "inclusivi" e pieni di zelante petulanza nel ribadire il diritto degli sconfitti, questo passo evangelico va decisamente di traverso, quando constatano che:

  • il fattore non ha una famiglia numerosa da mantenere,
  • non è una "categoria protetta", non è invalido e sembra godere di ottima salute,
  • non è nullatenente, ma anzi dobbiamo presumere che conduca una vita dignitosa,
  • considera attentamente diverse alternative di vita che non lo costringano a commettere un illecito, ma le scarta deliberatamente ("Di zappare non sono capace; di mendicare mi vergogno")

Come è possibile che il Padre lodi le azioni illecite di un simile esponente della middle-class ? I motivi sono sostanzialmente due. Il primo è una fondamentale onestà verso se stesso, che il fattore dimostra di avere quando ammette le proprie debolezze rispetto alle altenrative che la vita gli prospetta: nell'affermare " di zappare non sono capace; di mendicare mi vergogno ", fa una sincera ammissione di fragilità, sia fisica, sia psicologica, in cui mette letteralmente a nudo la propria essenza. Questo passaggio è in effetti fondamentale: quando Mosè incontra il roveto ardente, prima di parlare Dio lo invita a "togliersi i sandali", cioè a liberarsi del proprio ruolo. Nella sincera considerazione dell'alternativa, anche il fattore si spoglia sinceramente del proprio ruolo. Non si propone come "colui che ha svolto un lavoro onorevole fino a quel momento, e che quindi merita una posizione rispettabile", ma al contrario, si immedesima nella condizione di colui che chiede l'elemosina e scopre di non esserci portato: molto semplicemente, non sarebbe convincente!


Il secondo elemento è l'astuzia che il fattore dimostra nel non sottrarre immediatamente beni al proprio padrone in vista dei "tempi duri a venire", ma concentrandosi sulla possibilità di entrare nelle grazie di qualche altro personaggio che fa affari con lui. A tal fine, valuta attentamente di non danneggiare irreparabilmente il proprio padrone, ma lavora ad un accomodamento che consenta al padrone di procedere nella propria attività e ai debitori di avere un vantaggio economico, ritagliando uno spazio per se. Sicuramente si tratta di una frode, ma non viene perpetrata con malevolenza, bensì condotta con un occhio di riguardo per tutte le parti in causa.



Coloro che hanno gridato "onestà nelle istituzioni!" non possono restare indifferenti di fronte ad un tale scempio. Eppure in ogni contesto dove è possibile, le Scritture incitano a non giudicare secondo parametri terreni, ma a saper vedere oltre.

Non creda donna Berta e ser Martino,
per vedere un furare, altro offerere,
vederli dentro al consiglio divino;
ché quel può surgere, e quel può cadere.



Non credano le persone della strada ("Berta" e "Martino" sono nomi comuni di persone comuni, ai tempi di Dante), che il proprio metro di giudizio, rispetto a chi ruba ("furare"), o fa beneficienza ("offerere"), possa essere applicato anche agli occhi del Padre, poiché Egli giudica secondo il metro dell'anima ed è capace di mettere in evidenza le reali motivazioni di ciascuno. Di sicuro, le deficienze umane in termini di giudizio impediscono la nascita del mondo perfetto - o forse il semplice riconoscimento della perfezione intrinseca del mondo. Gesù non si sofferma più di tanto sul dilemma, ma dà per scontato che questa incapacità umana faccia sì che noi percepiamo le ricchezze del mondo come "ingiuste", proprio perché soggette alla legge della menzogna. Il suggerimento che il Signore offre è di fare esperienza con le ricchezze di quaggiù, per riuscire a comprendere i principi cardine che regolano il funzionamento dell'universo: di sicuro, una volta che le anime avranno reimparato a riconoscere la propria magnificenza e potranno nuovamente risplendere nella luce del Regno, ogni carenza in tal senso assumerà una gravità di gran lunga superiore.


In buona sostanza, non stiamo a dare troppa importanza alla materia, alla proprietà privata e alla distribuzione della ricchezza, ma cerchiamo di utilizzarle per imparare il valore di rapporti solidi e sinceri, che riescano a sopravvivere all'esaurimento della dimensione materiale.




Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.




Ci troviamo di fronte alla chiosa in merito ai ragionamenti fatti fino a questo punto. L'uomo deve rendersi conto che il proprio metro di giudizio rispetto alla distribuzione della ricchezza è inefficace, perché non riesce a distinguere gli scopi dell'anima. Di fronte ad una tale deficienza, si rendono indispensabili una serena presa di coscienza delle proprie potenzialità e dei propri limiti e un fiducioso abbandono ai percorsi della vita. Le esperienze vanno accolte indipendentemente dal giudizio che possiamo esprimere su di esse ed utilizzate per modificare il nostro fondamento di vita. Seguendo queste semplici indicazioni, è possibile aprire le nostre vite all'ingresso della gioia. L'accettazione è anche lo strumento che consente di arrivare a distinguere i desideri autentici da quelli indotti: un passaggio fondamentale per arrivare a formulare desideri che possano avverarsi. Nessun desiderio può infatti avverarsi se non è in linea con gli obiettivi dell'anima.


In sostanza, abbiamo iniziato a parlare di gestione della proprietà privata per arrivare a concludere che non esiste una ideologia migliore di un'altra. Sbaglia chi semplifica la questione, affermando che Gesù affermasse principi "comunisti" (ne ho sentiti diversi): Gesù non fornisce mai regole sociali, ma sempre e soltanto indicazioni del tutto personali. Le Sue parole ed i Suoi insegnamenti individuano un percorso iniziatico, costellato di prove che possono essere superate con umile accettazione della propria condizione e totale fiducia nel Maestro Supremo che è la Vita. L'iniziato che ha superato la prova non è come tutti gli altri, ma anzi si distingue dalla moltitudine, guadagnandosi il diritto a sacrificarsi perché altri possano procedere lungo il medesimo percorso.

martedì 5 gennaio 2021

Messaggi, Lettere e Commenti (aggiornato)


Il tempo passa! Sono stato un po' assente dal blog perché avevo l'urgenza di pubblicare in lingua inglese il film "Il Presepe Celeste", dal momento che contiene la base della teoria che qui proviamo ad esporre. Sembra che l'iniziativa sia stata premiata, dal momento che il numero di visualizzazioni di questi quattro capitoli nel primo mese è stato buono: arriviamo a quasi 250 per il capitolo IV, quelli che ritengo il più interessante. Un altro parametro che ritengo interessante è che circa il 40% degli utenti che apre il video lo riproduce fino alla fine: non è una percentuale bassa.


Ovviamente ricambio i calorosi auguri ricevuti da molti lettori, arrivati tramite commenti, email, contatti diretti, ecc. Proprio ai messaggi dei lettori vorrei dedicare questo post, andando a raccogliere le osservazioni e le domande più interessanti che ho ricevuto via youtube e tramite email, oltre alle relative risposte. Non si sentano messi da parte i lettori affezionati del blog, se non troveranno i propri scritti inclusi in questo spazio: le pagine del blog sono testimoni della loro partecipazione, che spero possa nuovamente manifestarsi in risposta a quanto stanno per leggere.


Arcana Ricordo



Elenco degli Interventi:




Teoria estremamente affascinante.
Sarei curiosa di sapere se ha qualche ipotesi in merito all'imminente congiunzione Giove-Saturno.

Grazie, più che formulare una teoria, mi limito ad osservare ed evidenziare delle "somiglianze". In effetti non ho idee sulla congiunzione Giove/Saturno del 21/12 ... perlomeno nulla che possa essere in qualche modo correlato ai Vangeli. Certo, la concomitanza con il solstizio e la precisione dell'allineamento rendono il fenomeno davvero interessante. Grazie per il commento!


Email

(Lettera firmata)

Sperando di non essere stressante Le chiedo un'altra domanda: l'allineamento dei pianeti Giove e Saturno del 21 Dicembre è un evento importante?

Sinceramente non sono mai riuscito ad inquadrare i pianeti nella simbologia dei Vangeli, quindi non sono in grado di fare pronostici. Però è un evento raro; molto raro ...


In effetti avevo dedicato un tweet a questo evento celeste, ritenendolo più "curioso" che interessante. Ho avuto la prova della relativa importanza dell'evento quando la stampa vi ha dedicato interi servizi nei telegiornali in prima serata. Non altrettanto era avvenuto con l'eclissi del 21 Giugno 2020, che come più volte abbiamo avuto modo di ribadire, è stato un evento ben più raro e ben più significativo, sotto ogni punto di vista.

Non c'è da stupirsi, purtroppo. Da un lato, la precessione degli equinozi è tabù per la maggior parte delle persone: abituati come siamo a vivere istante per istante, abbiamo perso la capacità di stupirci di fronte a fenomeni che hanno una durata temporale molto elevata. Dall'altro, se noi stessi siamo talmente deteriorati da provare vergogna di fronte al simbolo del Crocifisso (al punto che c'è chi addirittura ritiene opportuno rimuoverlo dalle aule scolastiche), evidentemente non siamo pronti ad osservarlo quando si manifesta, più o meno velatamente, nei nostri cieli.




In realtà non ha mai usato i pesci, ma nel secondo secolo vengono aggiunti i pesci. In realtà secondo testimonianze di padri della chiesa del primo secolo, si afferma che Gesù moltiplicò 5 pani e due frutti della vite. Esiste tra l'altro un apocrifo in aramaico che ne parla. Perciò i 4 canonici sono stati manomessi almeno il 30 %

Non credo che la vite possa essere stata sostituita dal pesce. Vite e pesce appartengono a due quadri simbolici differenti, che rappresentano rispettivamente la materialità e la spiritualità umana.

Il pesce si accompagna col pane e richiama il cibo, la vita terrena e i cicli celesti.

Il vino é una delle quattro fasi "alchemiche" di trasformazione dello spirito, descritte nel Vecchio e Nuovo Testamento: roccia-acqua-vino-sangue.

Questi due costrutti simbolici si incontrano solo nell'ultima cena, dove il pane e il vino si uniscono a rappresentare la natura umana, materiale e al contempo spirituale. Ma l'ultima cena avviene ben più tardi della cosiddetta "moltiplicazione". Non darei credito a coloro che affermano che i testi sono in gran parte manipolati. I testi vanno letti e meditati, perché c'è un sorprendente equilibrio nella loro costruzione. Grazie del commento, molto apprezzato.


Non illudiamoci: è assolutamente evidente che interessi di vario genere (culturali, economici, di potere, ecc.) hanno nel tempo portato alla sistematica distruzione, alterazione o manipolazione dei testi originali. Personalmente, il caso che mi incuriosisce - per non dire "sconvolge" - di più è quello del "Vangelo di Giuda": il testo era incluso in un manoscritto, chiamato "codice Tchacos", che venne ritrovato ad El Minya (Egitto) nel 1978, in eccezionale stato di conservazione. La storia del manoscritto è travagliata e contrassegnata da diversi passaggi non chiari. Tuttavia, secondo la ricostruzione attuata dagli storici del National Geografic, nel 1983 lo stato del manoscritto era ancora buono. Il reale deperimento - tanto grave da rendere alcune pagine totalmente irrecuperabili - avvenne nel periodo compreso tra il 1983 ed il 2001, quando il manoscritto venne conservato nella cassetta di sicurezza della filiale Citibank di Hicksville, nello stato di New York, dove l'umidità lo danneggiò irreparabilmente. Le pagine che non è stato possibile ricostruire - neanche a farlo apposta - sono quelle che spiegano che cosa sia l'"Errore delle Stelle".


Tuttavia mi sento di confermare la risposta che ho fornito al commento ricevuto. Chi manomette i testi non ha la più pallida idea di quale livello possa raggiungere la stratificazione dei significati in essi presente. Le manomissioni avvengono modificando o distruggendo espressioni letterali, a volte interi concetti, che tuttavia possono riapparire in maniera chiara e lampante. A tutela del mantenimento dei significati, i Vangeli sono infatti scritti in maniera "frattale": ogni evento è correlato ad altri secondo schemi simbolici non immediatamente percepibili. Se si riesce ad individuare la chiave simbolica, ecco riapparire tutto il quadro d'insieme. Ne parlo nel video "Acquario: l'Era di Giuda".




Caro, ti ho già lasciato i complimenti sul primo video. Mi sono riservato il terzo per questa sera, sto a metà, e già ho capito cosa voglio dirti. L'evento all'incedere dell'Era dell'Acquario è nel 2025, probabilmente fine maggio inizio giugno. Lo chiamano "i tre giorni di buio".

Sarà un'era senza tempo, ovvero, i due mondi si fonderanno in uno, rimarrà lo spazio ma non il tempo.

Nel dettaglio, nelle persone, conscio e inconscio faranno una fusione, e chi non avrà portato a galla gran parte del proprio iceberg, probabilmente cesserà le sue funzioni vitali prima ancora di 5 giorni. Poco importerà, perché l'al di la e l'"al di qua" saranno una sola cosa.

Il sole sarà oscurato dalle radiazioni dell'astrale, e prima di stabilizzarsi, queste radiazioni saranno tali che sarà effettivamente buio, ma dopo quei giorni, tutto avrà luminescenza, anche una grotta profonda. Non ci saranno ombre (ne fisiche, ne inconsce). Le radiazioni di Alcione non lo permettono.

Ti posso anche dire che il sistema tridimensionale che hai usato per il modello eliocentrico è errato, perché la Terra è un piano ed è l'unico posto fisico che esista. In pratica, in quegli istanti la "mente" del nostro mondo, sarà svuotata, e per chi non avrà imparato a svuotarla prima di quei giorni, sarà molto doloroso, per i più letale. L'interazione con la materia sarà rara. L'evento sarà concretamente causato dall'azzeramento del magnetismo terrestre.



Bellissimo, questo commento mi è piaciuto moltissimo, al punto tale che non sono stato in grado di dare una risposta soddisfacente. So che molti potrebbero non condividere il mio entusiasmo, sia per il contenuto profetico-apocalittico, sia per il modello terra piatta, per molti inaccettabile. Partiamo da questo secondo punto:

Terra piatta

Quando parliamo di "terra piatta", "terra sferica", "sistema geocentrico", "sistema eliocentrico", ecc., stiamo parlando di "modelli", ossia di nostre rappresentazioni della realtà fisica. Alcuni di questi modelli consentono di spiegare in maniera più semplice ed immediata i fenomeni che osserviamo: osservato dalla Terra, il moto dei pianeti è caratterizzato da una temporanea retrogradazione  che si presenta ciclicamente. Se noi utilizziamo un modello geo-centrico del sistema solare, facciamo fatica a giustificare l'esistenza di quei periodi di retrogradazione; siamo pertanto costretti ad inventare la teoria degli "epicicli". Se invece ci affidiamo ad un modello eliocentrico, la retrogradazione appare un effetto scontato del moto relativo del nostro pianeta rispetto agli altri. Il modello eliocentrico quindi descrive cioè la realtà in maniera più semplice ed efficiente.

Benissimo. Domanda: il modello eliocentrico è la realtà? Possiamo davvero essere totalmente sicuri che in realtà gli epicicli non esistono e che la Terra non è il centro dell'universo? Risposta: no! Fino all'ennesima prova contraria (con n che tende ad infinito), non potremo mai escludere che la realtà fisica sia diversa dal miglior modello che utilizziamo per descriverla: in altre parole, nessuno può mai garantire che il modello più semplice ed efficiente sia il modello più veritiero. Detto ciò, l'idea che la Terra sia piatta è a mio avviso rozza e grossolana.

Il Buio

Ma il punto interessante è l'altro, quello relativo ai giorni di buio. Concordo con il lettore (o meglio, con lo "spettatore", dal momento che commenta su youtube!) per quanto riguarda le tempistiche di manifestazione del fenomeno dei "tre giorni di Buio": dovrebbe aver luogo prima del termine ultimo dell'Era dei Pesci. Il motivo è che il rinnegamento di Pietro avviene poco prima della condanna di Gesù: il fatto che Pietro, che rappresenta l'Era dei Pesci, abbia ancora un preciso ruolo nella vicenda significa che quell'Era non è ancora terminata al momento degli eventi. La struttura frattale del racconto evangelico porta a sovrapporre gli eventi del rinnegamento di Pietro con quello della morte di Nostro Signore: eventi che sono strettamente legati, in termini di causa-effetto.

Più complicato invece fare ipotesi circa la durata del fenomeno: anche qui il nostro spettatore fornisce un punto di vista interessante. Nel film "Il Presepe Celeste", precisamente nella "Parte II - La Scienza Antica" abbiamo ipotizzato l'esistenza di una precisa correlazione tra la durata del giorno nei resoconti evangelici e l'anno terrestre: tale correlazione consente di mappare con sorprendente precisione la vita di Gesù sull'ultimo emiciclo precessionale. L'esistenza di tale correlazione porterebbe a mappare la Passione di Cristo su un periodo di circa tre anni: tale dovrebbe essere la durata approssimativa del periodo di "buio", il che è abbastanza inquietante. Però alcune considerazioni portano ad ipotizzare che questo intervallo temporale abbia una durata relativa ... 

La prima considerazione riguarda la causa del presunto "spegnimento" solare a cui dovremmo assistere durante i tre giorni. L'astronomia insegna che le trasformazioni stellari richiedono molto tempo: gli astronomi sostengono che il Sole debba rimanere nello stato attuale per almeno 4/5 miliardi di anni. Come è dunque possibile che si possa spegnere? L'idea è che lo "spegnimento" non debba avvenire affatto: ciò che potrebbe avvenire invece è che noi potremmo percepire il Sole come spento. Alcuni ricercano la causa del temporaneo oscuramento in un inverno nucleare, caratterizzato dalla presenza di dense nubi. Tuttavia, questa ipotesi non dà ragione di una precisa indicazione evangelica: "Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte" (Mt. 24, 29). Nessuna nube potrebbe far "cadere" le stelle dal cielo.

Tutti sappiamo cosa siano le "stelle cadenti": meteoriti che attraversando l'atmosfera, si incendiano lasciando una scia visibile. Ma in questo caso si tratta di una "caduta" differente: nei Vangeli viene chiarito che quando il Signore rese l'anima a Dio, il "velo del Tempio si squarciò si squarciò in due, dall'alto in basso" (Mt. 27, 51). Il Tempio è esattamente il nostro mondo, creato per glorificare il Signore nel ciclo della vita: la "cortina" è la volta celeste, che nell'immagine dei Vangeli sembra destinata ad aprirsi in due e scivolare a Terra trascinandosi dietro le stelle. Questo evento determina l'inizio del "Salto dell'Era dell'Acquario" di cui si è parlato nel filmato "Acquario: l'Era di Giuda".

No, non sto dicendo che la Terra è piatta ed il cielo un un immenso tendone da circo: sto parlando di relatività generale e di distorsione dello spazio-tempo. In un imprecisato istante iniziale, ogni cosa sembra normale, ma una strana anomalia spazio-temporale, forse un minaccioso black hole, punta dritto sul sistema solare: non lo vediamo, ma si avvicina molto velocemente "alle spalle del Sole": l'oggetto, il Sole e la Terra sono cioè momentaneamente allineati. L'oggetto è caratterizzato da un potente quanto esteso campo gravitazionale, che trascina con sé una moltitudine di oggetti minori come asteroidi, pianetini, comete: alcuni di essi si schiantano sul Sole dando luogo al fenomeno della "flagellazione" (abbiamo visto qualcosa di simile quando nel 2011 la cometa ISON si è disintegrata raggiungendo il Sole).

L'Avvertimento. Quando l'anomalia è sufficientemente vicina, il Sole inizia a spostarsi a velocità relativistiche verso il buco nero. Il tempo, per chi si muove alla velocità della luce, si dilata. Così, se dal punto di vista del Sole la "caduta" nel buco nero è quasi istantanea, dal punto di vista della Terra ancora distante dall'orizzonte degli eventi, lo spegnimento solare sembra protrarsi per qualche decina di minuti.



Messaggio della Madonna di Trevignano Romano, 26 Maggio 2020


La presenza del black hole (o comunque della deformazione locale dello spazio tempo), da luogo a forti maree sulla superficie di tutti i corpi celesti del sistema solare (e del Sole in primis), inoltre genera vistosi effetti di lente gravitazionale. Queste due concause fanno dapprima apparire la Corona, anche in assenza di una eclissi (Gv. 19, 2). A poco a poco il disco solare si trasforma in una croce luminosa, che si estende lungo le direzioni parallela e perpendicolare al disco di accrescimento del buco nero. Il Vangelo fa espressamente riferimento alle candide "vesti" del Cristo, che i soldati suddividono in quattro parti (Gv. 19, 23). L'apparizione della croce coincide con la manifestazione dell' "Avvertimento" di cui parlano le profezie.

In effetti, l'immagine mentale che ci si può creare leggendo il resoconto degli ultimi eventi che sto fornendo, coincide fin troppo chiaramente con le tavole della via crucis installata nell'anno 2011 nella Basilica di Santa Maria ad Martyres, meglio conosciuta come "Il Pantheon" di Roma. La formella corrispondente alla prima caduta rappresenta una croce latina reclinata, al cui centro compare il volto del Cristo, circondato da una Corona che non poggia sul capo, ma lo circonda come un alone. Il Corpo di Nostro Signore non è visibile, mentre nell'angolo in basso a destra compare un agnello, che oltre a rappresentare l'innocenza del Cristo, costituisce anche un riferimento al segno dell'Ariete, a confermare il fatto che uno dei due bracci della Croce è l'eclittica.




A volte capita che gli artisti esprimano in maniera non completamente consapevole verità ancora sconosciute ai più ...

Le formelle installate nel Pantheon sono realizzate in bronzo di colore rosso bruno, forse a rappresentare il fatto che durante l'avvicinamento al centro dell'anomalia gravitazionale, gli effetti relativistici spostano lo spettro solare verso il rosso (Mt. 27, 45). Quando il campo gravitazionale inizia a trattenere la luce solare, impedendole di raggiungere la superficie terrestre, ogni cosa accelera. Gli effetti gravitazionali generano forti terremoti su tutto il pianeta (Mt. 27, 51), quindi anche la Terra supera l'orizzonte degli eventi, che impedisce a chi sta sulla superficie del pianeta di percepire la luce delle stelle: davvero, il cielo sembra aprirsi e scivolare giù, fino a terra.

I Vangeli sono piuttosto chiari circa il fatto che questo evento sia destinato a realizzare sul nostro mondo una profonda trasformazione (Mt. 13, 2), tuttavia è altrettanto chiaro che esso, per quanto traumatico, non coincida con la fine della vita sulla Terra: il Cristo (Gv. 16, 21), ma anche San Giovanni nell'Apocalisse (Ap. 12, 4), assimilano questo evento ad un "parto", doloroso soltanto fino all'istante immediatamente precedente alla nascita.

Non sappiamo esattamente cosa accada all'interno di un buco nero, ma le teorie più recenti sembrano fornire ipotesi confortanti. Innanzitutto, sembra che l'informazione si mantenga; il che ci consente di ipotizzare che l'eventualità che ho appena illustrato non debba necessariamente costituire la fine di ogni forma di vita. Inoltre, la scienza, che solo da pochissimo è stata in grado di osservare un buco nero, trasformando questo misterioso oggetto da ipotesi teorica ad entità fisica osservabile, sta ora cercando di approfondire il ruolo dei "buchi bianchi": quegli oggetti che, anziché attrarre tutto a sé, emettono in continuazione ciò che i buchi neri hanno assorbito.

E' possibile che all'interno del buco nero avvenga esattamente ciò che lo spettatore spiega nel suo commento. La distorsione dei tempi che si può sperimentare all'interno del back hole, accentua la percezione soggettiva del trascorrere del tempo, eliminando riferimenti certi: ecco perché non è possibile quantificare la durata del periodo di "buio", che potrebbe durare 3 minuti, 3 giorni o 3 anni. Il nostro spettatore ci esorta a ripulire il karma prima di arrivare a questa difficile prova, lasciando intendere che il buio si risolva in un confronto con le parti di noi stessi che chiamiamo "inconscio". La ripulitura avviene andando a vedere cosa si nasconde nell'inconscio, nel buio di noi stessi: sono soltanto antichi traumi, che abbiamo paura di affrontare. Il buio permette di vederli nitidamente e di risolverli una volta per tutte: il "buio" è a tutti gli effetti una potente iniziazione, che viene officiata al solo scopo di renderci finalmente liberi: attraversato quel "tunnel", ci aspetta una meravigliosa e splendente rinascita, ben descritta dalle escatologie di tutte le religioni del pianeta. Del resto, non abbiamo i mezzi e le conoscenze per spiegare ogni cosa. Sicuramente, una idea a cui dovremmo abituarci è che, se mai dovessimo assistere ad uno spettacolo del tutto inconsueto come quello che ho appena descritto, dovremmo essere grati per la nostra rinascita.



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Lettera Firmata

Ciao complimenti per il tuo canale YouTube, ricco di contenuti inediti e interessanti. Volevo esporti una mia ipotesi sul personaggio Giuda Iscariota. Credo che fosse l'incarnazione dell'Arcangelo Samael (il serpente biblico che consegnò la mela) per i motivi che ora ti espongo.

In primo luogo lo si evince dalla frase di Gesù: non vi ho scelti io i dodici? Ma uno di voi è il diavolo! Ciò lascia supporre che si tratti di un diavolo vero e non semplicemente di una persona malvagia. Infatti Samael è l'angelo caduto che ha ruolo di giustiziere ovvero sicario (vedi G. Iscariota il cui nome significa appunto "sicario lodato"). Giuda viene chiamato da Gesù "amico", e il Buddha atteso per l'Era dell'Acquario ovvero Maitreya sappiamo che ha il nome che significa "amico". Secondo alcune tradizioni il Maitreya atteso è Samael.

Ora nell'apocalisse di Giovanni è scritto "Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la Terra, fu precipitato sulla Terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli". Il falso profeta (Maitreya) è dunque il serpente antico (Samael/Giuda) ed è attualmente incarnato sulla Terra. Cosa ne pensi?

L'universo è multi livello, e ogni cosa è simbolo di qualcos'altro. Giuda simboleggia senz'altro un "diabolos", anche se il termine andrebbe probabilmente considerato al di là di ogni giudizio di bene o di male.

Per gli Gnostici, il creatore dell'universo è l'Uno, l'Incorruttibile e l'Inesprimibile. Egli è entità sempiterna e a-temporale. E' Assoluto e Signore incontrastato del Tutto. Gli Ebrei sostengono che Dio, nel creare il Tutto, con un sublime gesto d'amore ha deciso di "ritirarsi", attraverso una particolare operazione che loro chiamano "tzim-tzum", dando vita alla prima (apparente) separazione. Questo gesto corrisponde nella nostra tradizione al primo atto creativo, che nel Vecchio Testamento è descritto dalla primissima frase: "In principio, Dio creò il Cielo e la Terra".

L'Uno continua a regnare sul tutto, ma noi lo percepiamo come Signore dei Cieli, del Regno dello Spirito, cioè della dimensione atemporale. Sulla Terra, nel Regno della Materia, c'è il tempo cronologico. Gli gnostici raccontano che qui si insediò Yaldabaoth: costui naque dalle entità dei mondi dello Spirito, ma cadde per la propria superbia e finì nell'universo materiale, dove rinnegò l'esistenza dei mondi superiori e si autodichiarò "Dio Creatore". Ma appena ebbe proferito questa bestemmia, sua madre, la Divina Sapienza (la "Pistis Sophia"), gli mandò una voce dal cielo che diceva "ti stai sbagliando, Samael" (questa cosmogonia è raccontata anche nel libro "Ipostasi degli Arconti", scaricabile liberamente a questo link).

In effetti, per gli gnostici Samael è un Eone, cioè un'entità che in certi casi può essere assimilata ad un'Era Astrologica: in questo senso, si potrebbe confermare il parallelo che tracci tra Giuda, il Diavolo e l'Era dell'Acquario ... tuttavia io sul diavolo ho una opinione differente ...

Nei Vangeli, Gesù viene tentato da Satana nel deserto (Mc. 1, 12-13) e mette in guardia i discepoli da lui, avvertendoli che egli è padre della menzogna (Gv. 8, 44).

La menzogna è resa possibile dalla separazione, che consente di occultare la verità: più precisamente, lo strumento che più di ogni altro consente di creare una separazione tra la verità e la coscienza che la osserva (offrendo la possibilità di introdurre tra essi una menzogna) è il tempo cronologico, che non a caso è una prerogativa del solo universo materiale. Una menzogna esiste solo perché esiste il tempo che consente di separare l'istante in cui viene creata la menzogna dall'istante in cui emerge la verità: se noi potessimo estenderci infinitamente attraverso il tempo, non esisterebbe più la possibilità di mentire, dal momento che la scoperta della verità sarebbe co-presente con la creazione della menzogna.

Mi pare che la più convincente conferma di questa idea si possa trovare nel canto XXXVI dell'Inferno, dove Dante descrive lo "'mperador del doloroso regno", cioè Lucifero. Innanzitutto, mi pare che sia piuttosto significativo il fatto che Dante, che nel canto IX tremava di paura alla vista delle Erinni che si ergevano a guardia delle mura della città di Dite, ora, al cospetto del Diavolo in persona, si limiti a provare "meraviglia" ... in secondo luogo, a mio avviso è decisamente sorprendente che tutto ciò che Dante riesce a dire riguardo a Lucifero è come è fatto e come si muove: sembra la descrizione di una macchina, un robot o una catena di montaggio!

Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand’io vidi tre facce a la sua testa!
L’una dinanzi, e quella era vermiglia;

l’altr’eran due, che s’aggiugnieno a questa
sovresso ’l mezzo di ciascuna spalla,
e sé giugnieno al loco de la cresta:

e la destra parea tra bianca e gialla;
la sinistra a vedere era tal, quali
vegnon di là onde ’l Nilo s’avvalla.

Sotto ciascuna uscivan due grand’ali,
quanto si convenia a tanto uccello:
vele di mar non vid’io mai cotali.

Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello:

quindi Cocito tutto s’aggelava.
Con sei occhi piangëa, e per tre menti
gocciava ’l pianto e sanguinosa bava.

Da ogne bocca dirompea co’ denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
sì che tre ne facea così dolenti.


Tutto ciò che Lucifero esprime è movimento. Solo forma e movimento. Nient'altro. Perchè sembra così "meccanico"? Perchè il tempo cronologico è l'espressione massima del "male", contrapposto all'a-temporalità dell'anima. Una "macchina" è qualcosa che esprime il proprio scopo nel tempo: via via che il tempo passa, la macchina cambia stato, e stato dopo stato, descrive un movimento. Realizzare quel movimento è lo scopo per cui è stata progettata e costruita: cosa resta di una macchina se le togli il tempo? ... nulla! Diventa un corpo inerte, privata per sempre del proprio scopo.

L'uomo è la figura chiave della Creazione: è fatto di materia e vive nel tempo, ma reca dentro di Sè lo Spirito divino, a-temporale. Inoltre, vive sulla superficie della Terra, con il Cielo sopra la propria testa e la Terra sotto i propri piedi, fungendo da elemento di congiunzione e possibile anello per la riunificazione del Tutto. I due mondi sono nati dalla separazione iniziale per consentire la realizzazione di un progetto evolutivo di acquisizione di consapevolezza. Si potrebbe dire che Dio all'inizio Sapeva tutto, ma non Conosceva nulla e che la creazione della dualità e dell'uomo permette a Dio di fare l'esperienza, maturando finalmente Conoscenza di Sé.

Ciò che non mi torna nell'accostamento Giuda/Diavolo è che Giuda è un'Era Astrologica, ossia un periodo temporale limitato. Il Diavolo invece è l'espressione stessa del tempo: permea il tempo e lo pervade; dove il tempo è presente, lì il Diavolo è presente.


Anche senza bisogno di ricorrere ai testi gnostici, ed in particolare al Vangelo di Giuda, la decodifica della simbologia evangelica in chiave astronomico/astrologica presenta Giuda come l'ingranaggio di un meccanismo ben più grande di lui. Il tradimento e gli eventi che ne seguono sono pianificati e messi in moto dai Maestri e dagli Scribi che offrono a Giuda il compenso per il tradimento: nella nostra visione, costoro sono i custodi dei meccanismi della macchina celeste. Ma nessuno di loro sembra essere l'architetto della complessa manovra che porta al "Salto dell'Era dell'Acquario": tutti sembrano eseguire un piano architettato da entità ben superiori a loro, probabilmente superiori anche al loro stesso signore: colui che gli gnostici chiamavano Yaldabaoth. Anche per questo motivo tendo a non identificare Giuda con il male assoluto rappresentato dal Diavolo, ma a considerarlo come un attore che ha recitato la parte del villain, come gli era stato chiesto di fare ...


Ma è importante fare anche una ulteriore considerazione rispetto al tempo: il "tempo cronologico" è sì uno strumento del "male", poiché consente di separare la coscienza osservante dalla verità, ma si rivela anche uno strumento molto utile. La possibilità di occultare la verità permette infatti di far esistere il senso della "scoperta": il processo attraverso cui la coscienza riscopre e finalmente conosce il proprio ambiente ed in ultima analisi se stessa. L'antica massima "Nosce Te Ipsum", assume un senso soltanto quando l'uomo ammette con estrema umiltà di non conscere se stesso: di non sapere quali processi psichici prendono il sopravvento all'interno di lui, scatenando in lui reazioni che poi si manifestano nelle sue risposte agli stimoli che riceve dall'ambiente. Molti maestri del presente e del passato - Gurdjeff in primis - insegnano che questo processo avviene nel 99,99% dei casi in maniera assolutamente automatica, cioè senza che la cosciente presenza del soggetto si renda conto di ciò che sta accadendo al proprio interno. Viceversa, l'attenta osservazione di tali processi, permette di riconoscerli e di arrivare a saper distinguere ciò che nell'uomo è frutto della sua autentica "volontà" e ciò che in lui è scatenato dalle sue "reazioni" automatiche. In assenza di tempo, la coscienza potrebbe avere accesso immediato alla Volontà, mentre riuscire a riconoscerla e ad attuarla in un contesto dominato dal tempo è un'impresa degna di gloria.




Le faccio i miei complimenti. Ho apprezzato davvero tanto questa serie di video.
Vorrei sottoporle il seguente quesito: potrebbero essere messi in relazione il taglio dell'orecchio di Malco e il ferimento di una delle teste della “bestia che sale dal mare”, di cui si parla nel 13° capitolo dell'Apocalisse di Giovanni?

Domanda intrigante, complimenti! Ci rifletteró e le faró sapere.


Ho colto l'occasione dell'esistenza di questo post per dare una risposta più esauriente alla nostra lettrice, che pone una domanda davvero interessante. Premetto che l'Apocalisse è il libro in assoluto meno chiaro tra tutti quelli profetici, perché la simbologia è estremamente complessa: a differenza di quanto accade nei Vangeli, dove la vita del Cristo fornisce una guida, un criterio di ordinamento con cui disporre i vari simboli celesti e non, nell'Apocalisse il veggente riferisce di visioni spesso scorrelate tra loro, accomununate da alcuni dettagli e differenti per altri. Mi pare comunque che sia legittimo creare una comparazione tra la "Bestia che Viene dal Mare" di Apocalisse 13 ed il "Drago Rosso" di Apocalisse 12. Vediamoli in dettaglio, evidenziando le analogie in rosso e le differenze in blu:


Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.



Poi vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi. La bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell'orso e la bocca come quella del leone. Il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e una grande autorità. E vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia; e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?» E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi.



Poi vidi un'altra bestia, che saliva dalla terra, e aveva due corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone. Essa esercitava tutto il potere della prima bestia in sua presenza, e faceva sì che tutti gli abitanti della terra adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata guarita. E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini. E seduceva gli abitanti della terra con i prodigi che le fu concesso di fare in presenza della bestia, dicendo agli abitanti della terra di erigere un'immagine della bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita. Le fu concesso di dare uno spirito all'immagine della bestia affinché l'immagine potesse parlare e far uccidere tutti quelli che non adorassero l'immagine della bestia. Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.



Le due entità, la Bestia ed il Dragone, hanno parecchio in comune: sembrano occupare i medesimi spazi e svolgere i medesimi ruoli. Tuttavia, il libro chiarisce che mentre il Drago - che viene chiamato "Satana" - esercita il potere in condizioni "normali", la Bestia "che viene dal Mare" prende il suo posto in un periodo di tempo molto particolare, avente una durata approssimativa di 42 mesi. Durante quei 42 mesi, il Drago si ritira e lascia il proprio trono alla Bestia; nello stesso periodo, la "donna vestita di Sole" viene nascosta in un rifugio, riuscendo così a sottrarsi alla minaccia della Bestia. Ma che cosa fanno di preciso queste due entità?


Il compito del Drago è definito abbastanza chiaramente: "la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo". Questa espressione costituisce a mio avviso un riferimento al moto di precessione degli equinozi. Ciò che noi chiamiamo "precessione degli equinozi" è in infatti una lenta variazione di orientamento dell'asse terrestre. Nel corso di svariati millenni l'asse terrestre ruota, generando una figura a doppio cono centrata sul centro della Terra. Dal punto di vista dell'osservatore a terra, il moto precessionale fa sì che nel corso dei secoli, le stelle "sembrino migrare", lentamente ma inesorabilmente, da occidente verso oriente.




Naturalmente, il movimento esemplificato nel video non può essere percepito ad occhio nudo, ma soltanto avendo la cura di registrare e confrontare la posizione delle stelle ogni anno, in un preciso giorno dell'anno e per diversi secoli. Poiché la volta celeste ci appare come sferica, il moto precessionale è più evidente per le stelle più vicine all'eclittica ed è minima vicino ai poli eclittici. Diciamo che nel corso di una vita umana media, è quindi possibile percepire lo scostamento di circa 1/3 delle stelle: quelle appartenenti alla fascia zodiacale. Nelle Scritture, che trasformano rilevazioni oggettive dei moti celesti in immagini poetiche ed evocative, lo scostamento delle stelle nella fascia zodiacale viene ascritto al moto vorticoso di un drago, che trascina con sé proprio un terzo delle stelle. Il Drago è quindi l'immagine indiretta del tempo, che come evidenziato nel paragrafo precedente, ha lo scopo di separare la coscienza dalla verità, permettendo l'esistenza della scoperta: il processo grazie al quale la coscienza può assumere consapevolezza.



La Bestia che viene dal Mare sembra simboleggiare una modalità "alterata" di scorrimento del tempo cronologico.Durante il moto ordinario di scorrimento del tempo, la precessione degli equinozi fa si che la volta celeste ruoti rispetto alla posizione del Punto Vernale di 1 grado ogni 72 anni circa; nel moto alterato la velocità di questa rotazione appare molto accelerata. Nel video "Acquario, l'Era di Giuda - Parte III abbiamo in effetti evidenziato come i 30° gradi di rotazione precessionale corrispondenti all'Era dell'Acquario, vengono percorsi in un tempo estremamente ridotto: l'Apocalisse di San Giovanni riferisce che questo tempo (reale o percepito che sia) corrisponde a circa 42 mesi. Le motivazioni scientifiche che portano a questa variazione non sono note: potrebbero essere dovute ad una improvvisa variazione della velocità di rotazione dell'asse terrestre, oppure ad una anomalia spazio-temporale che stravolge lo scorrimento del tempo a livello locale. Resta il fatto che l'Era dell'Acquario trascorre con una velocità del tutto straordinaria ed il punto vernale raggiunge entro pochi anni i territori dell'Era del Capricorno.



L'Apocalisse di San Giovanni non spiega che cosa avvenga a questo punto; riferisce soltanto che la Terra (la donna rivestita di Sole che ha partorito il figlio maschio), viene nascosta nel "deserto": un rifugio sicuro, in attesa che le profezie si compiano. Sta di fatto, che il termine dei 42 mesi rappresentati dalla fine del regno della prima bestia rappresentano soltanto la metà del guado. Alla prima bestia ne segue infatti una seconda: la "bestia che viene dalla Terra". Anche questa bestia esercita le medesime funzioni del dragone ("parla come un dragone") e della prima bestia, alla quale ordina che venga eretta una immagine a cui in seguito "darà spirito": anch'essa rappresenta una modalità, sempre alterata, di scorrimento del tempo. Ma cosa è avvenuto tra la fine del regno della prima bestia e l'inizio del regno della seconda? Cos'è avvenuto esattamente all'inizio dei territori dell'Era del Capricorno?


E' avvenuta l'inversione precessionale. I moti celesti: precessione, rotazione terrestre, forse anche rivoluzione, si sono invertiti ed hanno iniziato a scorrere in senso opposto. L'Era dell'Acquario, che era trascorsa nell'arco dei 42 mesi di regno della prima bestia, scorre di nuovo, in senso inverso, dando origine ad un nuovo emiciclo. Diviene ora chiaro il senso dei nomi delle due bestie: la "bestia che viene dal Mare" rappresenta l'Era dell'Acquario in senso diretto, che scorre dal segno dei Pesci (segno d'acqua, cioè "mare", in direzione del Capricorno); la "bestia che viene dalla Terra" rappresenta l'Era dell'Acquario in senso inverso, che scorre dal segno del Capricorno (segno di Terra), in direzione dei Pesci. La durata di questa seconda bestia non è definita: ci si potrebbe aspettare che sia simmetrica rispetto alla prima, cioè 42 mesi. Tuttavia, i Vangeli ed i messaggi mariani assicurano che "a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati" [Mt. 24, 22].



Al termine del regno della seconda bestia, ha inizio il periodo conosciuto come "il regno dei 1.000 anni", quello in cui Satana sarà rinchiuso, garantendo un periodo duraturo di pace, prima della battaglia finale. L'avvicendamento delle bestie determina quindi uno schema di scorrimento del tempo in quattro fasi: partendo dal tempo attuale ordinario, rappresentato dal Dragone, all'inizio dell'Era dell'Acquario hanno inizio gli anni della Grande Tribolazione, che avviene durante l'Era dell'Acquario. I primi tre anni e mezzo rappresentano la progressione diretta; i successivi la progressione inversa, al termine della quale ha inizio il Regno dei Mille Anni.

FASE         :   Dragone   |  1a bestia  |  2a bestia  |  Mille anni
------------- -------------+-------------+-------------+--------------
DURATA       :    tempo    |   42 mesi   | 42 mesi (?) |    tempo 
                ordinario  |             |             |   inverso
------------- -------------+-------------+-------------+--------------
ROTAZIONE    :    oraria   |   oraria    |  antioraria |  antioraria
PRECESSIONALE              |             |             |
------------- -------------+-------------+-------------+--------------
FISICA       :  ordinaria  |     non convenzionale     | ordinaria (?)  
------------- -------------+-------------+-------------+--------------
ERA          :    pesci    |  acquario   X   acquario  |    pesci


Il punto contrassegnato con una "X" rappresenta il punto di inversione dei moti celesti.



Nei Vangeli, il principale simbolo del tempo è la pianta di fico, che segue attentamente e pazientemente le leggi naturali, manifestando in maniera chiara ed inequivocabile lo scorrere del tempo (non a caso, quando ad Adamo ed Eva viene consentito di valicare il "Gan Eden", ossia il "recinto che delimita la zona iso-crona", si coprono con una foglia di fico, cioè si nascondono dietro ad un frammento di tempo):


Ora imparate dal fico questa similitudine:
quando i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie,
voi sapete che l'estate è vicina.


Tuttavia, Gesù non è un grandissimo "fan" del tempo cronologico: lo ritiene una invenzione inopportuna, forse non adatta al raggiungimento di uno scopo che poteva essere ottenuto anche con mezzi più efficienti. Del resto, a Gesù sta a cuore tutto ciò che è autentico, mentre il tempo è la dimensione propria della menzogna. Nell'universo che ha in mente Lui, e che Lui intende realizzare attraverso il Proprio sacrificio, la menzogna non può semplicemente esistere. Quindi, poco prima di affrontare la Sua prova più difficile, decide di rottamare il tempo una volta per tutte:


Il giorno seguente,
quando furono usciti da Betania, egli ebbe fame.

Veduto di lontano un fico, che aveva delle foglie,
andò a vedere se vi trovasse qualche cosa;

ma, avvicinatosi al fico, non vi trovò niente altro che foglie;
perché non era la stagione dei fichi.

Gesù, rivolgendosi al fico, gli disse:
«Nessuno mangi mai più frutto da te!»

E i suoi discepoli udirono.


A mio avviso, dovremmo attribuire il medesimo significato, vale a dire un "annuncio dell'imminente fine dei tempi" ad un altro celebre episodio del Vangelo di Luca, quello del "Basta!", pronunciato da Gesù durante il rito di presentazione delle spade allestito dai dodici. Quel che è certo è che la "Fine dei Tempi" non è un processo indolore, perché la realtà 3D+1 è intrinsecamente permeata dal tempo: le stesse coscienze sono incarnate in organismi biologici che presentano molti punti di somiglianza con le "macchine" propriamente dette, ossia quei dispositivi il cui stato attuale è determinato unicamente dagli stati precedenti e dagli stimoli esterni. Inoltre, le più importanti fonti di sostentamento di tali organismi sono connessi a fenomeni vibratori (luce, calore, energia, ecc.), ossia direttamente connessi all'esistenza del tempo.


Con ogni probabilità, l'universo che Gesù ha in mente non è "a-temporale" (cioè cristallizzato in un preciso istante del tempo), ma "iso-crono" (cioè dove tutti gli eventi sono co-presenti), esattamente come iso-crona doveva essere l'area delimitata dal "Gan Eden". L'iso-cronia permette infatti di muoversi senza sforzo attraverso il tempo, agevolando la verifica delle correlazioni tra cause ed effetti; il che dovrebbe rendere istantanea l'acquisizione di auto-coscienza. Tuttavia, l'universo isocrono ha il grosso svantaggio di mettere a disposizione energia infinita (l'energia è infatti inversamente proporzionale al quadrato del tempo): è possibile che la coscienza individuale non sia pronta per un "salto quantico" di tale portata. Per questo motivo, potrebbero essere necessari passaggi intermedi, che prevedano il transito attraverso universi in cui il tempo esiste ancora, ma scorre in maniera estremamente più veloce.


In fisica delle particelle, perlomeno in quella classica, si ipotizza che un elettrone riesca a fare un "salto quantico" di stato energetico, grazie all'energia ricevuta da un fotone. Le leggi fisiche sono stabili soltanto nello stato di partenza ed in quello di arrivo, ma non consentono di descrivere lo stato "intermedio" assunto dall'elettrone durante la transizione. Cosa accade ad un elettrone che sta compiendo un salto quantico? Percepisce ancora il tempo? E' possibile che dal suo punto di vista, il salto quantico corrisponda ad un istante in cui il tempo si ferma? Oppure lo percepisce in maniera alterata? La fisica ci assicura che i fenomeni quantistici non sono percepibili su grande scala, eppure le Scritture sembrano descrivere in forma simbolica eventi che assomigliano proprio a fenomeni di questo tipo.


Nel paragrafo precedente, ho provato ad immaginare che cosa potrebbe accadere se il nostro mondo dovesse essere inghiottito da una anomalia gravitazionale, in grado di generare una bolla a-temporale, in linea di principio simile a ciò che sperimenta l'elettrone in fase di salto. La "Bestia che viene dal mare" penso rappresenti la fase successiva: un periodo, che le Scritture quantificano in tre anni e mezzo circa (ma si tratta di tempo "percepito"), in cui il tempo scorre in maniera differente. Il Drago precessionale è stato spodestato e al suo posto si è insediata la Bestia: significa che i moti celesti possono essere ancora percepiti, ma evolvono in tempi differenti.



Come abbiamo evidenziato nel post SeicentoSessantaSei, il numero della Bestia rappresenta il rapporto tra la dimensione apparente del sole (il suo diametro angolare) e la dimensione dell'eclittica (l'angolo giro, di 360°). Poiché la distanza Terra-Sole non è costante, il disco solare appare più grande quando la Terra è più vicina al Sole (nel periodo invernale) e più piccolo quando la Terra è più distante (nel periodo estivo). Nel punto di massimo avvicinamento (perielio), che si verifica intorno al 4 Gennaio, il disco solare può essere iscritto nell'eclittica circa 664 volte. Quando la distanza è massima, questo numero cresce fino a 686. I giorni in cui il diametro angolare solare misura esattamente 1/666 dell'angolo giro sono l'8 Febbraio ed il 29 Novembre: il fatto che questo rapporto possa essere osservato soltanto dalla Terra (visto da Marte il Sole sembrerebbe molto più piccolo), spiega come mai il 666 venga definito un "numero d'uomo", ossia un numero che ha valore "dal punto di vista dell'uomo". Il fatto invece che il rapporto richieda un confronto tra la dimensione apparente del Sole (la "lancetta" dell'orologio precessionale) e l'eclittica (il quadrante del medesimo orologio), conferma che il 666 è davvero il "numero della Bestia", cioè il numero che esprime il rapporto tra le due misure più significative della macchina precessionale, che il drago rosso e la bestia presiedono.


L'evento che delimita l'uscita dal tempo ordinario e l'ingresso nel tempo-della-Bestia è proprio il "salto dell'Era dell'Acquario": un apparente arresto del tempo, che potrebbe verificarsi in corrispondenza dell'ultimo lembo dell'Era dei Pesci. Correttamente, la lettrice individua un parallelo tra il ferimento di una delle teste della Bestia ed il taglio dell'orecchio di Malco. La logica "frattale" dei racconti evangelici, che raccontano i medesimi eventi con simboli sempre diversi e con differenti livelli di dettaglio, porta a sovrapporre l'evento corrispondente al taglio dell'orecchio con il "salto" vero e proprio dell'Era dell'Acquario, che ne determina il termine anticipato. Ciò che è interessante è che l'alterazione del moto precessionale avviene soltanto quando il Dragone ha già ceduto il trono, ossia quando il corso del tempo è già stato definitivamente alterato.


Da un certo punto di vista, il racconto dell'Apocalisse porta grande conforto, perché anche se paventa un futuro di difficoltà, garantisce che è possibile superare anche il più spaventoso degli eventi, a patto di conservare la fede nel Signore e avere il coraggio di "affidarsi". Si tratta di un passaggio necessario, spaventoso soltanto perché altamente insolito, ma strettamente funzionale alla transizione che è stata annunciata da tutte le escatologie esistenti.